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Bce abbassa i tassi al 2%: il Pil minacciato dai dazi

Bce abbassa i tassi al 2%: il Pil minacciato dai dazi

Bce abbassa i tassi al 2%: il Pil minacciato dai dazi

La recente decisione della Banca Centrale Europea (BCE) di tagliare i tassi d’interesse per l’ottava volta in un anno ha suscitato l’attenzione dei mercati. Con un nuovo abbassamento di 25 punti base, il tasso sui depositi scende al 2%. Tuttavia, le parole della presidente Christine Lagarde hanno messo in luce le incertezze che circondano la crescita economica. Lagarde ha chiarito che ulteriori riduzioni dei tassi non sono garantite, poiché la BCE è “ben posizionata per affrontare le incertezze” attuali, in particolare quelle legate ai dazi.

Inflazione e stabilità economica

L’inflazione ha mostrato segnali di calo, stabilizzandosi attorno al target del 2%, il che rassicura la BCE. Lagarde ha evidenziato che il ciclo di tagli è una risposta a diversi shock economici, tra cui:

  1. La pandemia di COVID-19
  2. La guerra in Ucraina
  3. La crisi energetica

Questi eventi hanno esercitato pressioni sull’economia europea, ma ora la BCE sembra intravedere un percorso verso una maggiore stabilità.

Nonostante il calo dell’inflazione, gli analisti prevedono che il consiglio direttivo della BCE manterrà i tassi fermi nella prossima riunione del 24 luglio. Le stime di inflazione per i prossimi due anni sono state riviste al ribasso, con previsioni di stabilizzazione al 2% per quest’anno e un possibile ulteriore calo all’1,6% nel 2024, grazie al crollo dei prezzi dell’energia.

Le incertezze delle relazioni commerciali

Il contesto economico rimane caratterizzato da incertezze significative, in particolare per quanto riguarda le relazioni commerciali internazionali. L’amministrazione di Donald Trump ha avviato un’offensiva protezionistica che potrebbe danneggiare le esportazioni europee, già ostacolate da un euro forte nei confronti del dollaro. Gli economisti della BCE avvertono che un aggravarsi delle tensioni commerciali potrebbe portare a una crescita e un’inflazione inferiori alle attese.

Le previsioni sul PIL della zona euro rimangono sostanzialmente stabili, con una crescita prevista del 0,9% per il 2025 e una leggera revisione al ribasso per il 2026, ora fissata all’1,1%. Tuttavia, il futuro economico dell’Eurozona dipende dagli sviluppi sui dazi. In uno scenario peggiore, con l’imposizione di dazi significativi, il PIL dell’area potrebbe subire un calo di 0,4 punti percentuali quest’anno e di 0,5 il prossimo.

Resilienza e strategie future

Nonostante le sfide legate al protezionismo, la BCE ha evidenziato segnali di resilienza nell’economia europea. Il mercato del lavoro si mantiene robusto, con una ripresa della dinamica salariale e un aumento degli investimenti pubblici, in particolare per la difesa e le infrastrutture. Questi fattori potrebbero fungere da paracadute in caso di nuovi shock economici.

Con le trattative in corso tra Bruxelles e Washington, l’incertezza rimane alta. In assenza di un accordo, potrebbero entrare in vigore nuove tariffe, con possibilità di aumenti significativi. Lagarde ha ribadito la volontà della BCE di muoversi “incontro per incontro, guidata dai dati”, mantenendo la flessibilità necessaria per affrontare le sfide future.

Dopo il recente annuncio del taglio dei tassi, i mercati hanno mostrato cautela. Le borse europee hanno chiuso con un calo di sotto dell’1%, mentre lo spread tra BTP e Bund ha raggiunto nuovi minimi. Lagarde ha anche voluto trasmettere un messaggio di stabilità, indossando una collana con la scritta “in charge”, e ha confermato la sua intenzione di completare il mandato fino all’ottobre 2027. La BCE si prepara quindi ad affrontare un futuro incerto, ma con una strategia mirata a garantire stabilità e crescita sostenibile nell’Eurozona.