Maturità: la guerra di una mamma contro il liceo dopo il voto della figlia

Maturità: la guerra di una mamma contro il liceo dopo il voto della figlia

Maturità: la guerra di una mamma contro il liceo dopo il voto della figlia

Matteo Rigamonti

Luglio 7, 2025

Recentemente, un acceso dibattito è emerso sui social media riguardo al Liceo Frezzi-Beata Angela di Foligno, un istituto di istruzione superiore con un indirizzo classico, a causa delle forti critiche espresse da una madre delusa per il voto di maturità della figlia. La studentessa, infatti, non ha raggiunto il punteggio massimo di 100 e la madre ha deciso di sfogare il suo disappunto postando oltre 20 video su Facebook, in cui attaccava senza mezzi termini la scuola e i suoi docenti, accusandoli di non aver riconosciuto il merito della ragazza.

La situazione ha attirato l’attenzione non solo degli utenti di Facebook, ma anche dei media locali, come riportato dal Messaggero. La dirigente scolastica, Maria Marinangeli, ha ritenuto necessario rispondere alle accuse, emettendo una nota ufficiale in cui difendeva la professionalità del corpo docente e la correttezza delle valutazioni.

la risposta della scuola

Nella nota, il liceo ha dichiarato: «La nostra scuola è stata fatta oggetto, nei giorni scorsi, di attacchi via social da parte della madre di un’alunna neo-diplomata. Abbiamo segnalato il caso all’Ufficio scolastico regionale e stiamo valutando azioni a tutela della scuola e del personale coinvolto». Questo è un chiaro segnale che l’istituzione non intende tollerare attacchi che possano compromettere la propria reputazione e quella dei suoi insegnanti.

le accuse della madre

Nel contenuto dei video, la madre si è concentrata in particolare sul voto assegnato alla figlia in Italiano, sostenendo che la docente non avesse mai attribuito il massimo punteggio di 10, il che avrebbe impedito alla studentessa di raggiungere il 100 alla maturità. Tuttavia, la dirigente ha precisato che la ragazza non ha mai ottenuto un 10 nella materia, smontando così le argomentazioni della madre. «Nel video – si legge nella nota – si fa irruzione in modo arrogante e senza alcun titolo nella metodologia, nella didattica nonché nella discrezionalità docente di alcuni insegnanti, mettendone in dubbio il profilo professionale».

Le accuse non si fermano qui. La madre ha insinuato anche presunti favoritismi durante gli esami, ad esempio criticando l’assegnazione di bonus a studenti che, secondo lei, non avrebbero meritato un voto così alto. Ha menzionato casi di alunni che, a suo dire, non erano in grado di tradurre correttamente il latino o che avevano “balbettato” durante l’interrogazione orale. Tali affermazioni, secondo la dirigente scolastica, alimentano congetture infondate e mettono in discussione la serietà dell’intero esame di Stato e la credibilità della Commissione.

un dibattito più ampio

La polemica ha acceso un dibattito più ampio sull’educazione e sulla valutazione degli studenti. Da un lato, ci sono i genitori che, in alcuni casi, possono sentirsi frustrati dai risultati dei propri figli e cercano di difenderli in modi che possono apparire eccessivi. Dall’altro, ci sono le istituzioni scolastiche che devono mantenere l’integrità e l’autorevolezza delle loro valutazioni.

Inoltre, la questione solleva interrogativi sulla pressione che gli studenti e le loro famiglie possono sentire in un sistema educativo sempre più competitivo. Il punteggio di 100 alla maturità è spesso visto come il massimo riconoscimento del merito, e non raggiungerlo può essere percepito come un fallimento, non solo per lo studente, ma anche per i genitori che investono tempo e risorse nell’istruzione dei propri figli.

La vicenda ha anche portato alla luce il delicato equilibrio tra i diritti dei genitori di esprimere le proprie preoccupazioni e la necessità per gli educatori di avere la libertà di operare senza timore di ritorsioni. Le accuse di favoritismi e irregolarità possono avere conseguenze non solo per l’immagine del singolo istituto, ma anche per il sistema educativo nel suo complesso.

Il Liceo Frezzi-Beata Angela ha annunciato di riservarsi il diritto di intraprendere ulteriori azioni legali per tutelare l’immagine della scuola e dei suoi insegnanti. La situazione rimane dunque tesa, con la comunità scolastica che osserva da vicino gli sviluppi di questa controversa vicenda che, per molti, rappresenta non solo un caso isolato, ma un sintomo di una problematica più ampia nel panorama dell’istruzione italiana.

In un contesto educativo in continua evoluzione, dove le dinamiche tra studenti, famiglie e insegnanti si intrecciano in modo complesso, è fondamentale trovare un modo costruttivo per affrontare le delusioni e le aspettative. La comunicazione aperta e il dialogo possono rappresentare la chiave per prevenire conflitti simili in futuro, garantendo un ambiente di apprendimento sano e rispettoso per tutti.