Cacciatori premiati con 3 euro per nutrie uccise: la polemica degli animalisti sul piano della Regione Veneto

Cacciatori premiati con 3 euro per nutrie uccise: la polemica degli animalisti sul piano della Regione Veneto

Cacciatori premiati con 3 euro per nutrie uccise: la polemica degli animalisti sul piano della Regione Veneto

Matteo Rigamonti

Ottobre 10, 2025

La recente decisione della Regione Veneto di offrire 3 euro per ogni nutria uccisa ha acceso un acceso dibattito tra le autorità e le associazioni animaliste. Questa campagna di abbattimento, che si protrarrà fino a dicembre, mira a ridurre la popolazione di nutrie, considerate infestanti e responsabili di danni significativi al territorio. Tuttavia, le critiche non si sono fatte attendere, con molti che denunciano un approccio che potrebbe trasformarsi in un vero e proprio massacro.

il problema delle nutrie in veneto

Le nutrie, originarie del Sud America e introdotte in Europa negli anni ’20, si sono adattate bene all’ambiente veneto. La loro preferenza per le aree umide ha portato alla creazione di tane che compromettono la stabilità degli argini, aumentando il rischio di dissesto idrogeologico. La Regione ha sottolineato come questi roditori possano causare danni alle reti idriche, contribuendo a un aumento di alluvioni, già problematiche in molte zone del Veneto.

il piano di abbattimento

Per affrontare la situazione, la Regione ha deciso di coinvolgere i cacciatori, offrendo:

  1. Un rimborso di 3 euro per ogni nutria abbattuta.
  2. Rimborsi per le spese di carburante e cartucce.
  3. La registrazione dettagliata delle uscite di caccia.

Tuttavia, molte associazioni animaliste, come l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (Oipa), hanno criticato questo piano, definendolo un “massacro”. Gli animalisti sostengono che l’intervento non affronti le cause profonde del problema e che la violenza non sia la soluzione migliore.

alternative sostenibili

Un esempio di gestione efficace della popolazione di nutrie è il progetto di monitoraggio e sterilizzazione attuato a Parma. Qui, le nutrie sono state censite e sterilizzate, permettendo loro di vivere in un’area controllata senza la necessità di abbattimenti. Alessandro Piacenza, consigliere nazionale dell’Oipa, ha affermato che “tramite strategie mirate di sterilizzazione e monitoraggio, è stato possibile concedere uno spazio protetto a questi animali”.

Le polemiche sull’abbattimento delle nutrie non sono nuove. Diverse regioni italiane hanno tentato di affrontare la questione con metodi controversi, suscitando reazioni da parte di cittadini e associazioni. Sebbene le nutrie siano considerate invasive, svolgono anche un ruolo ecologico importante, contribuendo alla biodiversità degli ecosistemi acquatici.

La campagna della Regione Veneto, quindi, sembra un tentativo di risolvere un problema complesso con misure drastiche, senza considerare alternative più umane e sostenibili. Il dibattito attuale evidenzia l’importanza di un approccio equilibrato, che tenga conto della sicurezza del territorio e del benessere degli animali.

In questo contesto, l’opinione pubblica gioca un ruolo cruciale. Molti cittadini sono preoccupati per le conseguenze ecologiche delle azioni intraprese dalla Regione e si chiedono se non sia il momento di adottare strategie più innovative e rispettose nei confronti della fauna selvatica. La gestione della fauna selvatica richiede un approccio lungimirante che promuova la coesistenza tra uomo e natura.

Le prossime settimane saranno decisive per capire se la Regione Veneto rivedrà il proprio piano in risposta alle proteste e alle richieste di un approccio più etico e sostenibile nella gestione delle nutrie.