Il panorama delle fondazioni italiane sta per affrontare un’importante evoluzione grazie al nuovo protocollo che si sta delineando tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e l’Acri, l’Associazione delle Casse di Risparmio Italiane. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, questo aggiornamento del protocollo, che si propone di autodisciplinare la governance, la trasparenza e la diversificazione degli investimenti, prevede un significativo aumento della quota di investimento nella banca conferitaria. Infatti, la soglia passerà dal 33% al 44% dell’attivo di bilancio, con entrambe le grandezze espresse al fair value.
Questa modifica, attesa da tempo e su cui Acri e Mef stanno lavorando da diversi mesi, rappresenta un cambiamento sostanziale nella strategia di investimento delle fondazioni. L’addendum al protocollo, che risale al 2015, è in fase di finalizzazione e potrebbe avere un impatto notevole sulle operazioni delle fondazioni in tutta Italia. A inizio settembre, un testo della riforma è stato inviato ai vari enti, che hanno mostrato una quasi unanime approvazione.
novità sulla durata dei mandati
Il nuovo protocollo non si limita a modificare le soglie di investimento; introduce anche un’importante novità riguardante la durata dei mandati degli organi di governo delle fondazioni. Attualmente, i presidenti e i membri del consiglio di indirizzo hanno un mandato di 4 anni, ma con la riforma questa durata verrà estesa a 6 anni. Ciò significa che, con un solo possibile rinnovo, i leader delle fondazioni potranno rimanere in carica fino a un massimo di 12 anni. Tuttavia, i membri del consiglio di amministrazione (CDA) manterranno la durata di 4 anni.
Questa decisione è stata presa con l’intento di dare maggiore stabilità e continuità nella governance delle fondazioni. La durata prolungata dei mandati potrebbe consentire una visione a lungo termine nella gestione delle risorse e delle strategie di investimento, favorendo così una pianificazione più strategica e meno soggetta ai cambiamenti frequenti delle cariche. Tuttavia, è importante notare che l’adozione di queste nuove regole non sarà obbligatoria; ogni fondazione dovrà deliberare autonomamente attraverso il voto del consiglio di indirizzo o dell’assemblea, nel caso delle fondazioni associative.
aspetti di governance e trasparenza
Un aspetto da considerare è la pausa di tre anni prevista tra la fine di un mandato negli organi di governance e un eventuale nuovo incarico in enti strumentali della fondazione. Questo intervallo è concepito per garantire un ricambio generazionale e per evitare conflitti di interesse, assicurando che i membri degli organi di governo non si trovino immediatamente a ricoprire altri ruoli all’interno della stessa fondazione. Inoltre, rimane confermata l’attesa di 12 mesi tra la funzione svolta in una fondazione e l’assunzione di un ruolo in banca, sottolineando l’importanza della trasparenza e della chiarezza nei rapporti tra queste istituzioni.
impatti sul settore delle fondazioni
Le modifiche al protocollo Mef-Acri arrivano in un momento cruciale per il settore delle fondazioni, che ha dovuto affrontare sfide significative negli ultimi anni, tra cui la necessità di adattarsi a un contesto economico in continua evoluzione e le crescenti aspettative di responsabilità sociale e di governance. Le fondazioni, infatti, non solo gestiscono grandi patrimoni finanziari, ma giocano anche un ruolo fondamentale nel supportare iniziative culturali, sociali e sanitarie nel paese.
Questo nuovo protocollo potrebbe rappresentare un passo importante verso una maggiore efficienza e trasparenza nella gestione delle risorse, contribuendo a rafforzare la fiducia del pubblico nei confronti di queste istituzioni. La governance delle fondazioni, infatti, è cruciale non solo per garantire una gestione oculata dei fondi, ma anche per assicurare che gli obiettivi sociali e culturali per cui sono state create vengano perseguiti con serietà e impegno.
Le fondazioni dovranno ora affrontare il compito di adeguarsi a queste nuove disposizioni, che richiederanno una riflessione approfondita sulle proprie strategie di investimento e di governance. La sfida sarà quella di bilanciare l’esigenza di stabilità e continuità con la necessità di innovazione e apertura al cambiamento. In un contesto in cui le aspettative nei confronti delle istituzioni pubbliche e private sono in continua crescita, le fondazioni italiane si trovano a un bivio cruciale, con l’opportunità di ridefinire il loro ruolo e la loro missione per i prossimi anni.
