Scandalo al Beccaria: due preti accusati di torture nel carcere minorile

Scandalo al Beccaria: due preti accusati di torture nel carcere minorile

Scandalo al Beccaria: due preti accusati di torture nel carcere minorile

Matteo Rigamonti

Ottobre 24, 2025

Il carcere minorile Beccaria di Milano è nuovamente al centro delle cronache per un’inchiesta che ha sollevato un polverone di indignazione e preoccupazione. Don Gino Rigoldi, che ha svolto per oltre cinquant’anni il ruolo di cappellano dell’istituto, e il suo successore, don Claudio Burgio, sono stati inclusi tra i 51 indagati dalla Procura della Repubblica di Milano. Questa maxi inchiesta mira a far luce su presunti casi di violenza e torture all’interno di un istituto che, negli ultimi anni, ha visto un aumento preoccupante di disordini e comportamenti devianti da parte dei minorenni detenuti.

Le accuse contro i due preti

L’ipotesi di reato contestata ai due sacerdoti è quella di omessa denuncia. Secondo quanto riportato da La Repubblica, gli inquirenti sostengono che entrambi i preti fossero «consapevoli delle violenze» perpetrate all’interno del Beccaria. Questo è un aspetto particolarmente allarmante, poiché i cappellani, in quanto figure religiose e di riferimento morale, hanno il compito di tutelare il benessere dei giovani detenuti e di fungere da mediatori tra le esigenze spirituali e quelle quotidiane degli stessi.

L’inchiesta è stata avviata dopo una serie di segnalazioni riguardanti abusi fisici e psicologici sui minorenni, che hanno portato alla mobilitazione della Squadra mobile di Milano. Il documento di 900 pagine redatto dagli investigatori è ricco di dettagli inquietanti riguardanti le modalità di tortura e violenza utilizzate. Tra i 33 ragazzi che la procura intende interrogare, ci sono testimonianze di:

  1. Pestaggi sistematici
  2. Un clima di paura all’interno del carcere
  3. Violenza diventata pratica abituale

Implicazioni più ampie dell’inchiesta

Oltre ai due preti, l’elenco degli indagati include anche agenti di polizia penitenziaria accusati di pestaggi, ex direttrici del Beccaria, un ex comandante, medici e infermieri che avrebbero assistito agli abusi senza intervenire. È evidente che l’inchiesta non si limita a colpire singoli individui, ma solleva interrogativi ben più ampi su un sistema che, a quanto pare, ha tollerato e persino coperto comportamenti inaccettabili.

La denuncia di questi abusi ha riacceso il dibattito sul trattamento dei minori all’interno del sistema penale italiano. Negli ultimi anni, l’attenzione pubblica si è concentrata sulla necessità di riformare le istituzioni penali minorili, per garantire un approccio che privilegi la riabilitazione piuttosto che la punizione. Il carcere minorile Beccaria, pur essendo un’istituzione storica e con una lunga tradizione, non è immune da critiche e da richieste di cambiamento.

Il futuro del carcere minorile Beccaria

Don Gino Rigoldi, figura nota e rispettata, ha dedicato gran parte della sua vita al servizio dei giovani. Tuttavia, la sua posizione all’interno del Beccaria ora è messa in discussione, e la sua reputazione potrebbe subire danni irreparabili se le accuse di complicità nelle violenze venissero confermate. Dall’altro lato, don Claudio Burgio, noto per il suo impegno nella pastorale giovanile, si trova ora a dover affrontare una situazione inaspettata che potrebbe minare la sua credibilità.

Il fatto che il sistema penale minorile sia soggetto a tali abusi solleva interrogativi sul monitoraggio e sulla supervisione delle strutture destinate ai minorenni. È fondamentale che venga garantita la protezione dei diritti dei giovani, e che le istituzioni preposte al loro recupero non diventino luoghi di violenza e abuso. La società civile e le organizzazioni per i diritti umani stanno già chiedendo a gran voce una revisione delle pratiche e delle procedure all’interno di istituti come il Beccaria.

In conclusione, le indagini sono ancora in corso e il fatto che ci siano dieci pagine omesse dell’informativa lascia presagire che nuovi sviluppi potrebbero emergere a breve. La speranza è che la verità venga a galla e che i responsabili di questi comportamenti abusivi siano chiamati a rispondere delle loro azioni. La protezione dei diritti dei minori deve essere una priorità per la società, e il carcere minorile Beccaria, così come altre strutture simili, deve diventare un luogo di recupero e non di sofferenza.