Il pomeriggio di venerdì 24 ottobre 2023 ha segnato un momento cruciale per la Chiesa italiana, con la conclusione della Terza Assemblea sinodale. Una maggioranza schiacciante — 781 voti favorevoli su 809 — ha approvato il Documento di sintesi del Cammino sinodale delle Chiese in Italia. Questo documento rappresenta un importante passo verso un approccio più inclusivo nei confronti delle donne e della comunità LGBTQIA+, segnando una svolta significativa nella tradizione ecclesiastica. Intitolata “Lievito di pace e di speranza”, la relazione esprime la volontà di una Chiesa più aperta e partecipativa, un desiderio fortemente sostenuto da Papa Francesco negli ultimi anni.
Secondo il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, questo risultato non è solo un successo, ma anche un “segno di maturità ecclesiale”. Il documento si basa su un lungo lavoro collettivo sviluppato nel corso di tre anni, dal quale emerge l’intenzione di tradurre in pratica le intuizioni emerse durante le varie tappe del percorso sinodale. Hanno partecipato al voto vescovi, delegati diocesani e invitati, tutti impegnati a delineare un futuro per la Chiesa che rispecchi le esigenze e le realtà del mondo contemporaneo.
Una Chiesa più aperta e inclusiva
Tra le novità più significative del documento, vi è la richiesta di un maggiore coinvolgimento delle donne nei processi decisionali e negli organismi pastorali. Questa apertura è fondamentale per superare le resistenze ancora presenti in diverse diocesi, dove le donne spesso faticano a trovare un ruolo di leadership. Il testo riconosce esplicitamente l’importanza di una Chiesa «attenta al variegato mondo LGBTQIA+», invitando le comunità e le parrocchie a non discriminare nessuno, inclusi i transgender.
Inoltre, il documento apre la porta a persone in situazioni affettive considerate “irregolari”, come i divorziati risposati, conviventi e coppie unite civilmente. Queste aperture rappresentano un ulteriore passo avanti nella direzione dell’inclusione voluta da Papa Francesco, il quale ha sempre sottolineato l’importanza dell’accoglienza e del rispetto per tutte le persone, indipendentemente dalla loro situazione familiare.
Un impegno contro la discriminazione
Uno degli aspetti più significativi del documento è l’invito alla Conferenza episcopale italiana (Cei) a sostenere, «con la preghiera e la riflessione», le giornate promosse dalla società civile contro ogni forma di violenza e discriminazione. Si fa riferimento a molte problematiche contemporanee, dalla violenza di genere all’omofobia, dalla pedofilia al bullismo, riconoscendo la responsabilità della Chiesa nel combattere queste ingiustizie. La Chiesa si propone quindi di diventare un attore attivo nella promozione della dignità umana e dei diritti di tutti.
Formazione e responsabilità ecclesiale
Accanto ai temi dell’inclusione e del sostegno, il documento pone l’accento su due priorità chiave: la formazione e la pace. La formazione è vista come una condizione necessaria per una Chiesa matura e partecipativa, in grado di affrontare le sfide del tempo presente. La pace, emersa come terza priorità nell’ultimo anno, diventa un campo di impegno concreto, con un richiamo alla responsabilità dei credenti di fronte ai conflitti in corso. Questo approccio suggerisce anche un ripensamento del ruolo dei cappellani militari, in coerenza con la scelta nonviolenta del Vangelo.
Nel suo intervento conclusivo, il cardinale Zuppi ha evidenziato il cammino che ha portato alla stesura di questo documento, sottolineando l’importanza di superare la logica del “si è sempre fatto così”. Ha affermato che ora è compito dei pastori «assumere tutto, individuare le priorità e coinvolgere forze vecchie e nuove per dare corpo alle parole». La decisione di rinviare l’Assemblea generale della Cei, presa lo scorso aprile, è stata interpretata da Zuppi come un’opportunità per ripartire con rinnovato slancio.
La nuova direzione della Chiesa è avvalorata anche dal messaggio di Papa Leone XIV, che ha assunto l’eredità di Papa Francesco. Il Pontefice ha esortato i vescovi a “alzare la voce per cambiare il mondo”, invitandoli a raggiungere giovani e famiglie e a fare proprio il grido dei poveri. La custodia del Creato è stata identificata come una sfida cruciale per il futuro. Monsignor Prevost, prefetto del Sinodo, ha ribadito l’importanza di accogliere le donne nelle strutture ecclesiali e di superare i pregiudizi che limitano la loro piena espressione.
Come ha sintetizzato uno dei vescovi presenti, il documento, sebbene non perfetto, rappresenta un tentativo profetico di mediare posizioni e intuizioni diverse. Questa profezia, nella Chiesa, appartiene al popolo di Dio, che è chiamato a partecipare attivamente alla costruzione di una comunità più giusta e inclusiva. La Chiesa italiana sta quindi intraprendendo un cammino di rinnovamento, cercando di rispondere alle sfide del presente con un approccio che promuove l’accoglienza, la giustizia e la pace.
