Il mondo dello spettacolo italiano è in lutto per la scomparsa di Mauro Di Francesco, affettuosamente conosciuto come “Maurino”. Questo talentuoso attore e cabarettista ha lasciato un segno indelebile nella cultura popolare degli anni ’80 e ’90. È deceduto all’età di 74 anni in Toscana, nella provincia di Arezzo, dopo un mese di ricovero. La sua carriera, che ha abbracciato diverse forme d’arte, dal teatro al cinema, è stata caratterizzata da un’eccellente versatilità e un’innata capacità di far ridere.
Nato a Milano il 17 maggio 1951, Mauro proveniva da una famiglia legata al mondo dello spettacolo: sua madre era una sarta teatrale e suo padre un direttore di palcoscenico, amico di personalità come Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. Questa eredità artistica lo ha portato a esordire giovanissimo, all’età di soli 5 anni, grazie alla sua partecipazione in uno spettacolo con il mago Zurlì. Come amava ricordare, divenne “il più giovane allievo di Giorgio Strehler”, interpretando il ruolo di principe di Galles nel “Gioco dei potenti”.
Gli inizi della carriera
La sua carriera televisiva decollò negli anni ’60 con la partecipazione alla storica miniserie “I Promessi Sposi”, diretta da Sandro Bolchi e trasmessa dalla Rai. Qui ricoprì il ruolo di Menico, ma fu la sua interpretazione nel film “La Freccia Nera” del 1968 che lo rese noto al grande pubblico. Con la sua carriera in ascesa, negli anni ’70 Mauro si dedicò al cabaret, formando un’affiatata coppia con Livia Cerini e unendosi al Gruppo Repellente, dove si esibì insieme a nomi illustri come Enzo Jannacci, Diego Abatantuono e Massimo Boldi.
Il successo negli anni ’80
Negli anni ’80, Mauro Di Francesco raggiunse la consacrazione con ruoli memorabili accanto a Jerry Calà e Massimo Ciavarro. Film iconici come “Sapore di mare”, “Sapore di mare 2 – Un anno dopo”, “Ferragosto OK”, “I fichissimi” e “Abbronzatissimi” lo resero un volto familiare per il pubblico italiano. La sua comicità, caratterizzata da un’ironia sottile e da una grande capacità di improvvisazione, lo rese uno degli attori più amati del panorama cinematografico italiano.
Le sfide e l’eredità
Un altro film significativo della sua carriera è “Attila, flagello di Dio”, dove recitò accanto a Diego Abatantuono. L’ultimo progetto cinematografico di Mauro risale al 2019, con “Odissea nell’ospizio”, un film che ha visto il ritorno di molti amici di vecchia data, tra cui Jerry Calà. Questo progetto è stato un momento di gioia per Di Francesco, che si era ritirato in campagna, dedicandosi alla pittura e alla vita privata con la moglie Antonella Palma di Fratianni, sposata nel 1997.
La vita di Mauro non è stata priva di sfide. Circa vent’anni fa, ha affrontato un trapianto di fegato, un’esperienza che ha segnato profondamente la sua vita e carriera. In un’intervista al Giornale, raccontò il suo passato di dipendenza dall’alcol, avendo iniziato a bere all’età di 10 anni e smettendo solo a 55. Con grande coraggio, ha deciso di diventare un testimonial per la donazione di organi, avvertendo i giovani sui pericoli dell’alcol.
La notizia della sua scomparsa ha suscitato un’ondata di affetto e ricordi tra i suoi colleghi e amici. Diego Abatantuono ha espresso il suo dolore sui social, ricordando il grande talento di Maurino e la loro lunga amicizia. Anche Jerry Calà, visibilmente scosso, ha condiviso il suo dispiacere per la perdita, rievocando i momenti passati insieme.
Negli ultimi anni, Mauro Di Francesco aveva scelto di allontanarsi dalle scene, ma la sua eredità artistica rimane viva nel cuore di chi ha avuto il piacere di conoscerlo e di lavorare con lui. La sua storia non è solo quella di un attore, ma di un uomo che ha saputo affrontare la vita con coraggio, portando sorrisi e leggerezza a intere generazioni. In questo momento di dolore, i ricordi e le risate che ha regalato rimarranno per sempre impressi nella memoria collettiva del pubblico italiano.
