Venditti e il mistero di Garlasco: l’appello dell’avvocato al ministro Nordio sul sequestro online

Venditti e il mistero di Garlasco: l'appello dell'avvocato al ministro Nordio sul sequestro online

Venditti e il mistero di Garlasco: l'appello dell'avvocato al ministro Nordio sul sequestro online

Matteo Rigamonti

Ottobre 26, 2025

La situazione legale che coinvolge Mario Venditti, ex procuratore di Pavia, sta generando un acceso dibattito pubblico, specialmente per le modalità con cui vengono gestiti i procedimenti a suo carico. L’avvocato Domenico Aiello, che assiste Venditti, ha recentemente lanciato un appello al ministro della Giustizia Carlo Nordio, denunciando violazioni delle più elementari regole processuali e della Costituzione relative al caso di Garlasco, località tristemente nota per il delitto di Chiara Poggi.

il contesto legale di venditti

Venditti è attualmente indagato dalla procura di Brescia, e la sua posizione si complica ulteriormente con un nuovo provvedimento di sequestro dei suoi computer, smartphone e altri dispositivi di memoria. Questo provvedimento, come sostiene Aiello, è stato scoperto dal legale solo attraverso le notizie pubblicate dai giornali, piuttosto che tramite comunicazioni ufficiali. Ciò solleva interrogativi sulla trasparenza e sull’adeguatezza delle procedure legali in corso. Aiello ha affermato che «tutto avviene a mezzo media e stampa dispiegate massicciamente a supporto delle fazioni in campo», suggerendo una mancanza di rispetto per i diritti di Venditti.

dettagli sul sequestro e le accuse

Il sequestro, secondo quanto riportato, sarebbe il terzo provvedimento di questo tipo nei confronti di Venditti, il quale è accusato di corruzione in atti giudiziari da un corruttore ignoto. Le indagini dei magistrati bresciani mirano a stabilire se Venditti abbia tentato di insabbiare le indagini riguardanti Andrea Sempio, sospettato del delitto di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007. Questo caso ha suscitato un grande interesse mediatico e pubblico, e le implicazioni legali di Venditti si intrecciano con una narrazione complessa e carica di emozioni.

la difesa e le richieste di aiuto

Aiello, nel suo appello al ministro Nordio, ha descritto la situazione di Venditti come un’«aggressione senza precedenti». Ha evidenziato i vari tentativi di sequestro dei beni del suo cliente, sottolineando che il primo decreto di sequestro era stato annullato dal Tribunale del Riesame di Brescia. Tuttavia, il secondo sequestro è attualmente in attesa di revisione, poiché il Tribunale non è riuscito a fissare un’udienza a causa dell’omesso deposito degli atti da parte della Procura di Brescia. È un contesto giuridico complesso, in cui il diritto di Venditti a un processo equo sembra essere messo in discussione.

La difesa di Venditti si trova a dover affrontare una situazione di costante incertezza e confusione. Aiello ha affermato che la decisione del Tribunale di Brescia di ordinare la restituzione dei beni e l’inutilizzabilità delle informazioni estratte è «inutile, vista l’aggressione in corso» e ha sottolineato come la difesa si trovi a dover misurarsi con l’ignoto. Questa mancanza di trasparenza e chiarezza non colpisce solo Venditti, ma solleva interrogativi sul funzionamento del sistema giuridico nel suo complesso.

Nella sua lettera, Aiello ha implorato Nordio di intervenire per garantire che vengano rispettati i diritti dell’indagato e per porre fine a quella che definisce una «campagna demolitoria» priva di regole e di rispetto. L’avvocato ha chiesto un intervento decisivo per ripristinare il decoro e il rispetto per la giustizia, affermando che è fondamentale garantire un trattamento equo per tutti gli indagati, specialmente in casi così delicati e sotto l’occhio dei media.

In sintesi, il caso di Venditti non è solo un esempio di come le procedure legali possano essere influenzate dalla pressione pubblica e dai media, ma è anche una riflessione su come il sistema giudiziario gestisca le indagini in situazioni di alto profilo. La richiesta di Aiello al ministro Nordio di ripristinare il rispetto per la giustizia si inserisce in un dibattito più ampio riguardo alla necessità di garantire che i diritti degli indagati siano sempre tutelati, in particolare in casi che attirano l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica.