Andermann: la poesia di Pasolini tra assenza e presenza

Andermann: la poesia di Pasolini tra assenza e presenza

Andermann: la poesia di Pasolini tra assenza e presenza

Giada Liguori

Ottobre 28, 2025

Roma, 31 ottobre 2024 – Nella notte tra sabato 2 e domenica 3 novembre, Rai 3 trasmetterà in versione restaurata “Castelporziano ostia dei poeti”, il film-documentario di Andrea Andermann. A cinquant’anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, il film riporta in tv uno dei momenti più forti della cultura italiana.

Era il 2 novembre 1975 quando Andermann, regista e testimone diretto, apprese della morte di Pasolini mentre era al telefono con Alberto Moravia, nel loro appartamento romano. “Moravia fu chiamato su un’altra linea: Pasolini è morto, massacrato all’Idroscalo di Ostia”, ricorda Andermann. Decisero di andare subito sul posto.

Una notte che non si dimentica

All’Idroscalo, spiega il regista, non c’era più nessuno. Solo due oggetti – un mattone frantumato e una trave macchiati di sangue – erano lì a raccontare la violenza di quella notte. “Era chiaro che le indagini erano partite in modo poco serio. O almeno così mi era sembrato”, ammette Andermann. Lui e Moravia cercarono a lungo il corpo di Pasolini. Non lo trovarono. Quella scena è rimasta impressa nella memoria del regista e gli è tornata spesso davanti agli occhi negli anni.

Pasolini vive nel racconto

Quattro anni dopo, Andermann decise di far rivivere Pasolini attraverso il suo film. “Castelporziano ostia dei poeti” mescola poesia e cronaca, seguendo le parole profetiche di Pasolini ne “La Guinea” del 1962. Il documentario racconta i tre giorni del Primo Festival Internazionale della Poesia, dal 28 al 30 giugno 1979, quando Castelporziano si trasformò in un teatro a cielo aperto. Trentamila giovani invaderono la spiaggia di Roma, ribelli verso i poeti italiani ma attratti dalle voci della Beat Generation: Allen Ginsberg, William Burroughs, Gregory Corso, LeRoy Jones, Evgenij Evtušenko.

Un festival tra caos e poesia

Il palco fu preso d’assalto e crollò sotto la spinta della folla. Andermann e la sua troupe seguirono l’evento “dentro e fuori quel palcoscenico”, raccontando una poesia mai vista prima, persino sotto forma di un minestrone cucinato sulla spiaggia libera. “Sentivamo ancora l’ombra di quella notte all’Idroscalo di Ostia”, spiega il regista. Ma tutto si svolgeva nel rispetto di chi, libero di esprimersi, diventava simbolo di un cambiamento epocale.

Quando la cronaca invade la poesia

Non fu solo poesia. Nei giorni del festival, la cronaca si fece sentire con le fiamme che incendiarono il mare davanti alla spiaggia, dopo lo scontro tra un mercantile francese e una nave cisterna italiana. La troupe Rai documentò tutto. Il film andò in onda per la prima volta nel 1980. Ora torna restaurato, come omaggio a Pasolini.

L’omaggio di Andermann: “Il Poeta deve essere sacro”

“Ammetto di essere emozionato – dice Andermann – nel vedere di nuovo quel film in tv, un tributo a Pasolini”. Il regista conserva due ricordi forti: le parole dell’ultima intervista a Furio Colombo (“Il senso di tutto è che non sai neanche chi sta pensando di ucciderti, perché siamo tutti in pericolo”) e l’urlo di Moravia al funerale: “Il Poeta deve essere sacro”. In quel momento, nella chiesa piena di gente, Moravia si portò una mano al volto. Un gesto breve, quasi involontario.