Roma, 6 giugno – Renato Brunetta, presidente del Cnel, ha dato il via oggi ai lavori dell’incontro tra la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Il confronto, che si è svolto nella sede romana del Cnel a Villa Lubin, segna l’inizio di una collaborazione su temi cruciali come salute, imprese e lavoro. Alla tavola rotonda hanno partecipato rappresentanti istituzionali e tecnici delle Regioni.
Brunetta: “Un patto concreto tra Cnel e Regioni”
Di fronte a presidenti di Consigli regionali e funzionari, Brunetta ha raccontato come l’idea di una rete tra Cnel e Regioni sia nata da Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio, e dal segretario generale Massimiliano Monnanni. “Mi girava in testa da oltre quarant’anni che ogni Regione dovesse avere un Cnel tutto suo”, ha detto Brunetta, aggiungendo che però poche realtà hanno davvero creato strutture simili. Nel Lazio, per esempio, l’esperimento non ha avuto seguito.
Il presidente del Cnel ha ripercorso le tappe che hanno portato l’istituzione a occuparsi in modo più sistematico dei servizi pubblici, citando il rapporto annuale curato da Marcella Mallen. “Ogni anno mettiamo insieme un’analisi dettagliata sui servizi pubblici italiani”, ha spiegato. Un lavoro che, secondo lui, potrebbe diventare più incisivo se si coinvolgessero direttamente i Consigli regionali.
Servizi pubblici e sanità: la sfida del monitoraggio
Nel suo intervento, Brunetta ha sottolineato l’importanza di tenere sotto controllo i servizi pubblici a livello locale. “A Roma e nel Lazio c’è un ente che valuta l’efficienza dei servizi, dipende dal Consiglio comunale della Capitale”, ha ricordato. Da qui l’idea di chiamare in causa i consiglieri regionali per scrivere insieme i rapporti, così da avere un quadro più preciso dei problemi e dei punti di forza sul territorio.
Grande attenzione è stata dedicata alla sanità, indicata come uno degli snodi più delicati. “Se riuscissimo a includere anche la sanità nel monitoraggio – ha detto Brunetta – potremmo davvero fare un salto di qualità”. Ha raccontato di aver ricevuto la chiamata di un governatore dell’Italia centrale, preoccupato per l’algoritmo che regola la distribuzione del fondo sanitario regionale. “È penalizzante per le regioni con meno abitanti e territori montuosi”, ha spiegato.
Verso un nuovo algoritmo per i fondi sanitari
Brunetta ha rilanciato la proposta di lavorare insieme a un nuovo algoritmo per distribuire i fondi sanitari. “Se riuscissimo a costruire un sistema diverso, accompagnato da una legge appoggiata dalle Regioni, potremmo riaprire il confronto sui criteri attuali”, ha detto. Un esempio concreto, ha aggiunto, delle tante questioni che la collaborazione tra Cnel e Regioni potrà affrontare.
Il protocollo d’intesa, che sarà firmato a chiusura dell’incontro, prevede la nascita di tre gruppi di lavoro su Sanità, Lavoro e Imprese. “Abbiamo già messo a punto una tabella di marcia”, ha assicurato Brunetta, con l’intenzione di passare presto dalle parole ai fatti.
Reti istituzionali: un valore da coltivare
Nel finale, Brunetta ha riflettuto sul valore della rete istituzionale tra Cnel e Regioni. “In italiano la parola ‘ospite’ ha due facce: chi ospita e chi viene ospitato”, ha osservato. “Oggi il Cnel ospita le Regioni, ma allo stesso tempo è ospitato da voi. Ho la sensazione di essere dentro i Consigli regionali, sia nei contenuti che nel ruolo”.
Un passaggio che ha strappato qualche sorriso tra i presenti. Poi, quasi a chiudere con un tono più personale, Brunetta si è rivolto direttamente ai rappresentanti regionali: “Voglio approfittare della vostra grande rete democratica e rappresentativa”. Poco dopo, mentre venivano distribuite le prime bozze del protocollo, qualcuno tra i consiglieri del Veneto prendeva appunti su un taccuino nero con la scritta “Lavoro” in copertina.
