Roma, 6 giugno – Ieri a Palazzo Farnese si è svolto un confronto serrato tra manager, esperti e rappresentanti istituzionali chiamati a riflettere su come costruire infrastrutture veramente sostenibili per il futuro. L’evento, intitolato “Future Cornerstones – Le condizioni essenziali per le infrastrutture del futuro, dalla progettazione alla gestione”, è stato organizzato da Telt in apertura del Forum Torino-Lione 2025. Al centro del dibattito c’era la necessità di una governance più snella e lungimirante, capace di mettere insieme innovazione tecnologica, normativa e sociale.
Governare tra livelli diversi e lavorare insieme
Per i relatori la sfida più grande oggi è creare modelli di governance che funzionino a più livelli. “Non basta più una regia centralizzata – ha detto Jean-Marc Tessier, consulente per progetti transnazionali –. Serve una cabina di regia che sappia parlare con territori diversi e mettere d’accordo regole e aspettative”. Sono stati fatti esempi concreti: il progetto Grand Paris, la linea ferroviaria Rail Baltica, il canale Seine Nord e l’esperienza di Iter. Tutti casi dove la gestione si è trasformata in un mosaico di interessi da incastrare, spesso a fatica.
La parola chiave è stata “cooperazione”. Non solo tra enti pubblici e privati, ma anche con i cittadini e le istituzioni europee. “Trasparenza e partecipazione democratica sono fondamentali”, ha sottolineato Maria Grazia Piras, esperta di governance delle infrastrutture. Su questo punto hanno concordato anche i rappresentanti di Teoresi, società italiana impegnata a rinnovare i processi di gestione.
Sostenibilità: la linea da non superare
Ampio spazio è stato dato al tema della sostenibilità, definita da tutti come un criterio irrinunciabile nella realizzazione delle grandi opere. L’esperienza della Torino-Lione, presentata da Telt, è stata portata come esempio: uso di tecnologie a basso impatto, strategie per riciclare i materiali, compensazioni ambientali e un dialogo continuo con le comunità locali.
“Non si possono più progettare infrastrutture senza tenere conto dell’ambiente e dell’impatto sociale”, ha ribadito Philippe Duron, presidente della Commissione Mobilità Sostenibile francese. Trovare un equilibrio tra valore ambientale, sostenibilità economica e ricadute sociali è la sfida da affrontare nei prossimi anni.
Innovare non è solo tecnologia
Non si è parlato solo di tecnologia. La conferenza ha messo in luce l’innovazione come cambiamento nei modi di lavorare e nei modelli di gestione. “Il digitale sta rivoluzionando tutto – ha ammesso Luca Ferraris di Teoresi – ma serve anche una nuova cultura manageriale, capace di gestire meglio i partenariati tra pubblico e privato”. In questo senso, le infrastrutture diventano un pezzo chiave delle politiche per la sovranità europea.
Il punto è chiaro: la vera sfida è unire innovazione tecnica e visione strategica sul lungo periodo. Solo così, dicono i partecipanti, si potrà rispondere alle esigenze di territori sempre più connessi e a una società che chiede chiarezza e responsabilità.
