Shanghai, 4 novembre 2025 – Starbucks ha annunciato oggi la vendita del 60% della sua filiale cinese a Boyu Capital, società di investimenti con base a Hong Kong, per circa 4 miliardi di dollari. La notizia è arrivata nelle prime ore del mattino e prevede la nascita di una joint venture in cui il colosso americano conserverà il 40% delle quote. Un segnale chiaro di cambiamento di rotta nel secondo mercato più importante dopo gli Stati Uniti.
Starbucks cambia marcia in Cina
La decisione di Starbucks arriva in un momento delicato per il settore della ristorazione internazionale nel paese. Con circa 8.000 punti vendita sparsi su tutto il territorio, il mercato cinese è stato per anni una delle principali fonti di crescita per la catena. Ma negli ultimi tempi, la competizione locale e i nuovi gusti dei consumatori hanno spinto a rivedere il modo di gestire direttamente le attività.
Fonti vicine all’azienda raccontano che la trattativa con Boyu Capital è iniziata già alla fine dell’estate. “Abbiamo scelto un partner che conosce bene il mercato cinese”, ha detto un portavoce di Starbucks Asia. L’obiettivo è chiaro: “rafforzare il brand e accelerare l’innovazione nei servizi offerti”.
La joint venture da 4 miliardi di dollari
L’intesa prevede che Boyu Capital prenda il controllo della filiale cinese, versando circa 4 miliardi di dollari nelle casse di Starbucks. La nuova società sarà guidata da un consiglio misto, con rappresentanti di entrambe le parti. Starbucks terrà in mano alcune decisioni chiave, come la scelta dei prodotti e la gestione del marchio.
Chen Xudong, presidente di Boyu Capital, ha commentato: “Siamo certi che questa collaborazione porterà vantaggi concreti a tutti. La Cina resta un mercato cruciale per il settore food & beverage”. L’operazione dovrebbe concludersi entro il primo trimestre del 2026.
La Cina, il secondo mercato per Starbucks
La Cina si conferma il secondo mercato più importante per Starbucks, subito dopo gli Stati Uniti. Negli ultimi dieci anni, il gruppo ha spinto forte sull’espansione, aprendo nuovi locali a ritmo sostenuto nelle grandi città: da Pechino a Shanghai, passando per Chengdu e Shenzhen.
Solo nel 2024 sono stati inaugurati oltre 500 nuovi punti vendita. Ma la crescita ha rallentato negli ultimi mesi, anche a causa della concorrenza di catene locali come Luckin Coffee e HeyTea. “Il mercato cinese è cambiato rapidamente”, ha ammesso un manager di Shanghai. “Oggi i clienti cercano esperienze diverse e più personalizzate”.
Perché Starbucks cede la maggioranza
Dietro la scelta di vendere la maggioranza della filiale cinese ci sono motivi sia finanziari che strategici. Da una parte, l’accordo permette a Starbucks di liberare risorse da usare in altri mercati o per nuove tecnologie. Dall’altra, affidarsi a un partner locale come Boyu Capital facilita l’adattamento ai rapidi cambiamenti del mercato cinese.
“Non è un passo indietro”, ha chiarito il CEO Laxman Narasimhan durante una conference call con gli analisti. “Vogliamo continuare a crescere in Cina, ma con una struttura più flessibile e radicata nel territorio”.
Le reazioni degli analisti e del pubblico
La notizia ha scatenato reazioni immediate tra gli esperti finanziari. Morgan Stanley ha definito la joint venture “una soluzione pratica per affrontare le sfide del mercato cinese”. Anche il titolo Starbucks ha avuto qualche lieve movimento alla Borsa di New York nelle ore successive all’annuncio.
A Shanghai, i clienti abituali hanno accolto la novità con curiosità. “Spero che il servizio non cambi troppo”, ha detto Li Wen, 28 anni, impiegata in un’azienda tech nel quartiere Jing’an. “Se serve a migliorare l’offerta, ben venga”, ha aggiunto Zhang Hao, studente universitario.
Un futuro tutto da scrivere
L’accordo tra Starbucks e Boyu Capital apre un nuovo capitolo per la presenza occidentale nel mercato cinese del caffè. Solo il tempo dirà se puntare su una gestione condivisa porterà i risultati sperati. Nel frattempo, tutti gli occhi restano puntati sulle prossime mosse dei due gruppi e sull’evoluzione dei gusti in una Cina sempre più competitiva e imprevedibile.
