Donne imprenditrici: Roma guida la classifica con 1,3 milioni di imprese femminili

Donne imprenditrici: Roma guida la classifica con 1,3 milioni di imprese femminili

Donne imprenditrici: Roma guida la classifica con 1,3 milioni di imprese femminili

Giada Liguori

Novembre 5, 2025

Roma, 5 novembre 2025 – In Italia ci sono 1,3 milioni di imprese guidate da donne, emerge dal nuovo rapporto Unioncamere presentato oggi a Roma. Un segnale di crescita, certo, ma che convive ancora con limiti strutturali e disparità rispetto agli imprenditori uomini. Il documento, realizzato con il Centro studi Tagliacarne e Sicamera, fa parte del Piano Nazionale dell’Imprenditoria Femminile, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e finanziato dai fondi europei del Next Generation EU.

Imprese femminili: chi sono e come lavorano

Le imprenditrici italiane scelgono di mettersi in proprio per passione, non per necessità. In media sono più istruite dei colleghi uomini, spesso laureate, e preferiscono ambienti di lavoro con una presenza femminile forte. “Le donne in Italia esprimono un’imprenditoria matura, preparata, motivata, con una leadership consapevole”, ha commentato Andrea Prete, presidente di Unioncamere.

Ma non è tutto: le imprese guidate da donne si distinguono per l’attenzione al benessere dei collaboratori e per una gestione che punta sulla qualità dei rapporti interni. “Le imprenditrici guardano con interesse agli incentivi pubblici”, ha aggiunto Prete, “ma chiedono che si semplifichi l’accesso a queste misure”.

Numeri e ostacoli: produttività, dimensioni e capitale

Il rapporto mette in luce anche qualche criticità. Le imprese femminili sono in media più piccole e meno produttive di quelle maschili. Spesso partono con il capitale familiare, un fattore che limita gli investimenti e l’innovazione. In Italia, soltanto un’impresa su cinque è guidata da una donna: il tasso di femminilizzazione si ferma al 22,2%.

Eppure, quando le imprenditrici riescono ad accedere a finanziamenti esterni – dagli incentivi pubblici al credito bancario – la produttività delle loro aziende cresce del 33%. Se a questo si aggiunge anche la formazione specifica, il salto arriva al 40%. Un chiaro segnale: puntare su competenze e credito può davvero fare la differenza.

Roma guida, ma i divari restano

La provincia di Roma è in testa alla classifica nazionale per imprese femminili: quasi 100mila (96.421 al 30 settembre 2025), ha riferito Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio romana. Qui il tasso di occupazione femminile ha raggiunto il 58,5%, il valore più alto mai registrato.

“Questi dati sono incoraggianti”, ha detto Tagliavanti, “ma guardandoli da vicino emergono ancora tanti divari in vari settori”. La presenza delle donne ai vertici resta ridotta e il tasso di femminilizzazione delle imprese è ancora troppo basso. “In pratica, solo un’impresa su cinque è guidata da donne”, ha sottolineato.

La strada verso la parità è ancora lunga

Le 1,3 milioni di aziende femminili rappresentano una leva importante per aumentare la partecipazione delle donne al lavoro. Dal 2014 a oggi la crescita è stata dello 0,4%, ma la strada verso la parità resta lunga. Le imprenditrici chiedono strumenti più semplici, fondi adeguati per avviare e sviluppare le loro attività.

“Bisogna sostenere questo patrimonio prezioso perché continui a crescere”, ha ribadito Prete. Solo con investimenti mirati su formazione e credito sarà possibile ridurre il divario che ancora separa le imprese femminili dal resto del sistema produttivo.

Secondo i primi dati degli analisti Unioncamere, il futuro dell’imprenditoria femminile dipenderà dalla capacità di innovare e di creare reti solide tra imprenditrici. Un percorso lungo, certo, ma che – come dicono i numeri – può portare vantaggi concreti all’intera economia italiana.