Garlasco: l’alibi di Andrea Sempio in crisi tra video intimi e omicidio di Chiara Poggi

Il caso di Garlasco, che ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso, continua a rivelare nuove sfumature e dettagli inquietanti. L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, si intreccia ora con l’alibi di Andrea Sempio, un nome che ritorna frequentemente negli sviluppi delle indagini. Tra prove circostanziali e testimonianze, gli inquirenti sembrano avvicinarsi a una verità più complessa di quanto inizialmente immaginato.

l’alibi di andrea sempio e le prove circostanziali

Uno dei fattori chiave che lega Sempio all’omicidio sono i risultati di analisi forensi e testimonianze che mettono in discussione il suo alibi. Sempio ha sempre sostenuto di essere a Vigevano la mattina dell’omicidio, basandosi sul biglietto di un parcheggio che attesterebbe la sua presenza lì. Tuttavia, l’alibi è diventato fragilissimo con l’emergere di ulteriori prove, tra cui:

  1. DNA e impronte digitali trovate sulla scena del crimine attribuite a Sempio.
  2. Il coinvolgimento di un pompiere, Antonio B., che potrebbe aver avuto un ruolo cruciale nella mattinata dell’omicidio.

Le indagini hanno rivelato che Daniela Ferrari, madre di Sempio, ha avuto un malore durante l’interrogatorio quando sono stati menzionati i messaggi scambiati con Antonio B. tra il 12 e il 13 agosto 2007. Questo ha alimentato le speculazioni su una possibile collusione tra Sempio e la madre, suggerendo che il biglietto di Vigevano potrebbe essere stato falsificato per costruire un alibi.

il legame tra chiara poggi e alberto stasi

Il legame tra Chiara Poggi e Alberto Stasi, il fidanzato della vittima, è un altro elemento cruciale. Durante le indagini, Marco Poggi, fratello di Chiara, ha riferito di aver scoperto video intimi tra i due nel computer di sua sorella. Questi video, contenenti momenti privati della coppia, sono emersi come un possibile movente per l’omicidio. Alberto Stasi ha confermato l’esistenza di questi file, il che ha portato a interrogativi inquietanti sul motivo per cui Sempio, che aveva accesso al computer, possa aver voluto distruggere o ricattare Chiara.

La testimonianza di Marco Poggi, secondo cui l’idea di un video intimo della sorella potrebbe aver suscitato una reazione violenta in qualcuno, è fondamentale. La natura intima di queste registrazioni potrebbe aver rappresentato una minaccia o una fonte di imbarazzo, portando a una tragedia.

le impronte misteriose e le nuove scoperte

Un altro aspetto da considerare è l’analisi delle impronte digitali rinvenute sulla scena del crimine. L’impronta digitale numero 33, ad esempio, è stata oggetto di approfondite analisi. Gli investigatori hanno dichiarato che la posizione e l’altezza dell’impronta suggeriscono che la persona che l’ha lasciata potrebbe essere stata in una posizione precaria, il che rende poco probabile che sia stata lasciata da un visitatore occasionale. Inoltre, è stata trovata un’altra impronta, numero 10, all’interno della porta d’ingresso della villetta di Chiara, che potrebbe appartenere a qualcuno con le mani sporche di sangue e non corrisponde né a Sempio né a Stasi.

Il legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, ha recentemente commentato le accuse rivoltegli da un “supertestimone” che sostiene di aver visto una donna in stato di panico vicino alla casa della nonna di Chiara. Tizzoni ha negato qualsiasi connessione con la famiglia Cappa, sostenendo che le sue affermazioni sono false.

Il caso di Garlasco rimane avvolto nel mistero, con un’aura di inquietudine che aleggia sulla verità di ciò che è realmente accaduto quella tragica mattina. Le investigazioni continuano a svelare nuovi dettagli e a mettere in discussione le versioni precedenti, spingendo la giustizia verso una direzione che potrebbe rivelarsi sconvolgente. I video intimi, gli alibi incriminanti e le impronte misteriose creano un puzzle che, sebbene complesso, si sta lentamente componendo, facendo emergere una realtà che potrebbe rivelarsi molto più oscura di quanto si fosse inizialmente pensato.

Published by
Matteo Rigamonti