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Il personale precario del Cnr in protesta: valigie pronte e scadenze imminenti

Il personale precario del Cnr in protesta: valigie pronte e scadenze imminenti

Il personale precario del Cnr in protesta: valigie pronte e scadenze imminenti

Questa mattina, davanti alla sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) a Roma, si è svolto un flashmob significativo, che ha attirato l’attenzione su una questione cruciale: la precarietà del personale di ricerca in Italia. I partecipanti, identificabili con valigie e un chiaro messaggio di scadenza, hanno voluto denunciare la difficile situazione in cui si trovano, in particolare in relazione alla carenza di fondi, all’assenza di risposte sulle stabilizzazioni e alla paralisi amministrativa.

La voce dei precari del CNR

Antonio Sanguinetti, uno dei precari del CNR presenti alla manifestazione, ha espresso con forza il sentimento di incertezza e frustrazione che permea il gruppo. “Abbiamo portato con noi le valigie, perché governo e CNR stanno decidendo che i nostri contratti devono scadere e non fanno niente per rinnovarli o avviare il processo di stabilizzazione. Abbiamo in mano il passaporto e siamo pronti a partire”, ha dichiarato, evidenziando come molti ricercatori si sentano costretti a prendere in considerazione l’idea di lasciare l’Italia per cercare opportunità all’estero.

Il flashmob è stato organizzato dal Movimento dei Precari Uniti CNR, in collaborazione con diverse sigle sindacali, e ha visto la partecipazione di decine di precari provenienti da diverse sedi del CNR in tutto il Paese. Secondo le stime del movimento, circa un terzo del personale del CNR è composto da ricercatori precari. Senza una soluzione immediata, molti di loro si troveranno a dover cambiare lavoro, città e persino casa, sacrificando anni di dedizione e competenze accumulate nel corso della loro carriera.

Le richieste dei manifestanti

Il documento diffuso dagli organizzatori sottolinea che, nonostante i 10 milioni di euro già stanziati a dicembre grazie al contributo dei partiti dell’opposizione (AVS, PD, M5S), la maggior parte dei precari aventi diritto a una posizione stabile si troverà, entro la fine dell’anno, senza alcun contratto. Questo scenario rappresenta non solo una perdita per i singoli individui, ma anche un impoverimento per il sistema di ricerca italiano, che rischia di perdere competenze fondamentali in vari settori.

Le valigie portate dai manifestanti non contenevano solo oggetti personali, ma simboleggiavano sogni e speranze, oltre a un curriculum che racconta storie di competenze e sacrifici. “Chiediamo al Governo e all’Ente risposte immediate a chi ha dedicato la propria vita alla ricerca”, hanno affermato i manifestanti, chiedendo:

  1. Un finanziamento straordinario per garantire l’assunzione di tutto il personale precario avente diritto alla stabilizzazione.
  2. Un reclutamento basato sugli strumenti di legge già previsti.
  3. La definizione di un iter chiaro per la stabilizzazione del personale.

L’importanza della stabilizzazione

La precarietà del personale di ricerca non è un problema nuovo in Italia. Negli ultimi anni, il settore della ricerca ha visto un aumento significativo del personale precario, spesso costretto a lavorare con contratti a breve termine e senza alcuna garanzia di continuità. Questa situazione ha portato a un’emorragia di talenti, con molti ricercatori che scelgono di cercare opportunità all’estero, dove le condizioni di lavoro e i finanziamenti sono spesso più favorevoli.

Il flashmob di oggi è solo l’ultimo di una serie di eventi organizzati dai precari del CNR per attirare l’attenzione sulla loro situazione. La mobilitazione ha avuto il sostegno di diverse organizzazioni sindacali e ha ricevuto eco anche sui social media, dove il tema della precarietà nel settore della ricerca è stato ampiamente discusso. Le richieste dei manifestanti non sono solo per la loro sicurezza lavorativa, ma anche per il futuro della ricerca in Italia, che dipende dalla capacità di attrarre e mantenere talenti qualificati.

In questo contesto, diventa fondamentale che il governo e le istituzioni competenti si facciano carico delle richieste legittime del personale precario del CNR, per garantire un futuro migliore per la ricerca in Italia e per tutti coloro che vi dedicano la propria vita e passione. La sfida è grande, ma la determinazione dei precari è altrettanto forte, e la loro voce non può essere ignorata.