Jodie Foster: la leggerezza della vita dopo i 60 anni

Jodie Foster: la leggerezza della vita dopo i 60 anni
Era il 1977 quando Jodie Foster, all’epoca tredicenne, fece il suo debutto al Festival di Cannes con il film “Taxi Driver” di Martin Scorsese, un’opera che conquistò la Palma d’Oro. Rivedere i filmati di quel periodo è sorprendente: il carisma di Jodie era già evidente e la sua presenza sul grande schermo prometteva una carriera straordinaria. Negli anni, Foster tornò a Cannes diverse volte, l’ultima delle quali quattro anni fa, quando le fu conferita la Palma d’Oro onoraria, un riconoscimento che ha celebrato il suo straordinario contributo al cinema.
Oggi, l’attrice è tornata al festival per presentare “Vie Privée” di Rebecca Zlotowski, un film che segna il suo primo ruolo importante in lingua francese. Jodie ha imparato il francese in gioventù, frequentando il Liceo francese di Los Angeles, dove ha completato i suoi studi con lode. Il legame con la Francia è forte e, al suo arrivo a Cannes, la star americana è stata accolta con una standing ovation, segno dell’affetto e della stima che il pubblico ha nei suoi confronti.
La sfida di un nuovo ruolo
Prima di “Vie Privée”, Foster ha ricevuto diverse proposte per ruoli da protagonista in film francesi, ma ha sempre esitato: “Ero troppo spaventata,” ha confessato. La sfida dei dialoghi in una lingua che non era quella madre le sembrava insormontabile. Ma con il nuovo progetto, la regista Zlotowski ha realizzato il sogno di lavorare con Jodie, e per l’attrice è stato un invito irresistibile, considerando il suo amore per il cinema della regista.
Nel film, Foster interpreta Lilian Steiner, una psichiatra fredda e sicura di sé che affronta una crisi personale e professionale a seguito della morte di una paziente, interpretata da Virginie Efira. L’indagine che ne deriva non è solo un’inchiesta su un apparente suicidio, ma diventa una profonda esplorazione interiore per il suo personaggio, costringendolo a confrontarsi con le proprie certezze e vulnerabilità. “Mi è piaciuto che il personaggio arrivi a un punto della sua vita in cui si sente bloccata e confusa, ma anche più sorridente e ironica,” ha spiegato Jodie.
Una nuova leggerezza
Tornare sul set ha rappresentato per Jodie un’importante opportunità di socializzazione. In passato, era nota per la sua serietà durante le riprese, ma ora, a 62 anni, ha scoperto una nuova leggerezza che le permette di divertirsi di più. “Invecchiando, mi piace cercare la leggerezza e ho scoperto di essere una nuova me stessa,” ha dichiarato. La Foster, che è anche madre di due figli avuti dalla produttrice cinematografica Cydney Bernard e sposata dal 2014 con l’attrice e fotografa Alexandra Hedison, porta con sé una nuova filosofia di vita, più aperta e flessibile.
Riflessioni sul cinema attuale
In un’intervista a Variety durante il festival, l’attrice ha parlato della sua visione del cinema attuale, esprimendo un certo scetticismo nei confronti di alcuni giovani attori che sembrano desiderare di recitare a prescindere dalla qualità del progetto. “Non capisco come facciano a voler recitare e basta. Io sono esigente. Non mi interessa recitare solo per il gusto di farlo,” ha affermato. La sua passione per il cinema va oltre la recitazione: “Mi piace essere un tramite per una storia. Se potessi fare qualcos’altro, andrebbe bene anche quello. Ma questa è l’unica abilità che ho.”
Dopo aver preso una pausa dalla recitazione per concentrarsi sulla vita privata e sulla crescita dei suoi figli, Jodie Foster ha ripreso a lavorare nel mondo del cinema, ricevendo una nomination all’Oscar per il suo ruolo come allenatrice di nuoto nel film “Nyad” e un Emmy per la sua interpretazione in “True Detective: Night Country” nel 2024. Questa nuova fase della sua carriera è caratterizzata da una visione rinnovata e da una maggiore libertà artistica.
L’attrice ha diretto diversi film, tra cui “Il piccolo Tate” e “A casa per le vacanze”, esprimendo il suo amore per la regia e il desiderio di raccontare storie che parlano della sua vita. “Mi piace molto fare la regia, ma è difficile far decollare le cose. Adoro i film che ho fatto, e parlano della mia vita. E per me, sono film d’autore,” ha dichiarato.
Foster ha anche riflettuto sulla disparità di genere nel settore cinematografico, notando che, nonostante il suo lungo percorso, solo un numero limitato di film da lei interpretati è stato diretto da donne. “In più di 50 anni, avevo girato un solo film con una regista donna. E ora le cose stanno cambiando: è incredibile che ci sia voluto così tanto tempo per spiegare ai dirigenti degli studios che le donne rappresentano il 50% della popolazione.”
In un contesto politico in evoluzione, Jodie ha anche espresso preoccupazione per le politiche della nuova amministrazione Trump che minacciano i programmi di inclusione nel settore dell’intrattenimento. “Spero che non accada, perché vogliamo raccontare tutte le storie. Quando lo facciamo, ci guadagnano,” ha concluso, sottolineando l’importanza di una narrazione diversificata e di qualità nel cinema contemporaneo. La sua carriera, segnata da sfide e successi, continua a ispirare e a portare avanti il discorso sulla rappresentanza e sull’importanza di raccontare storie autentiche.