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Minerva, il chatbot italiano che aiuta la pubblica amministrazione a studiare legge

Minerva, il chatbot italiano che aiuta la pubblica amministrazione a studiare legge

Minerva, il chatbot italiano che aiuta la pubblica amministrazione a studiare legge

Studiare la legge con l’ausilio dell’intelligenza artificiale rappresenta una vera e propria rivoluzione nel campo dell’istruzione e della ricerca. A Roma, l’Università Sapienza ha lanciato Minerva, il primo chatbot al mondo capace di interagire in italiano, sviluppato dal team di Natural Language Processing (NLP) guidato dal professor Roberto Navigli. Questo progetto innovativo, parte del programma PNRR Fair (Future AI Research), è stato rilasciato ufficialmente a novembre 2024, segnando un traguardo significativo nell’applicazione dell’IA al linguaggio naturale.

Un’innovazione italiana nel campo dell’IA

Minerva non è solo una novità tecnologica, ma rappresenta anche un simbolo della capacità della ricerca italiana di affrontare sfide globali. Navigli, vincitore del premio Capo d’Orlando, evidenzia l’importanza di un modello linguistico che funzioni nella lingua nazionale. “Minerva è interessante perché parla la lingua del Paese in cui nasce, allo stesso livello della lingua inglese”, sottolinea il professore. Questa caratteristica unica ha attratto l’attenzione della Pubblica Amministrazione, che vede nel chatbot un potenziale alleato nello studio delle leggi italiane.

Applicazioni e potenziale di Minerva

Le applicazioni di Minerva sono molteplici e spaziano in diversi ambiti, tra cui:

  1. Studio delle leggi italiane: Minerva può aiutare gli studenti e i professionisti a comprendere meglio le normative.
  2. Sanità: Potrebbe essere utilizzato per analizzare e interpretare le cartelle cliniche.
  3. Cultura e istruzione: Minerva offre opportunità di apprendimento e accesso a informazioni culturali.

La collaborazione con Babelscape, uno spinoff universitario specializzato in tecnologie linguistiche, permette di personalizzare ulteriormente le funzionalità del chatbot.

Sfide e sviluppi futuri

Nonostante i progressi, ci sono sfide da affrontare. Navigli sottolinea la mancanza di dati in italiano rispetto all’inglese, un fattore cruciale per l’efficacia del modello. Attualmente, Minerva è stata addestrata su circa 1.000 miliardi di parole in italiano e altrettante in inglese, con un totale di 7,4 miliardi di parametri. Tuttavia, il modello è considerato “piccolo” rispetto agli standard attuali.

Il team di Navigli sta già lavorando alla versione 2 di Minerva, che promette di migliorare significativamente la comprensione e la capacità di risposta del chatbot. “Sarà un affinamento della versione rilasciata a novembre 2024”, spiega Navigli, con l’obiettivo di ampliare l’input a decine di migliaia di parole.

Uno degli obiettivi futuri include l’integrazione di una funzione di ricerca web a 360 gradi, che consentirebbe conversazioni su una vasta gamma di temi, rendendo Minerva un assistente virtuale ancora più potente e versatile.

Minerva non è solo un chatbot, ma un progetto che ha il potenziale di trasformare il modo in cui interagiamo con le leggi e con l’informazione in generale. Con l’innovazione tecnologica e la ricerca universitaria, si aprono nuove prospettive per la Pubblica Amministrazione e i cittadini, promuovendo una maggiore accessibilità e comprensione delle normative. In un’epoca in cui il digitale è sempre più centrale nella vita quotidiana, Minerva rappresenta un esempio di come l’intelligenza artificiale possa semplificare l’accesso alla conoscenza giuridica, contribuendo a un dialogo globale sull’innovazione e la legalità.