Il fascino del cinema: un fantasy cinese e un dramma iraniano si sfidano a Cannes

Il fascino del cinema: un fantasy cinese e un dramma iraniano si sfidano a Cannes
La 78ª edizione del Festival di Cannes si avvia verso il suo epilogo, portando sulla Croisette due opere cinematografiche che rappresentano mondi completamente diversi. Da un lato abbiamo “Resurrection”, un ambizioso film fantasy diretto dal regista cinese Bi Gan, e dall’altro “Woman and Child”, un intenso dramma familiare del regista iraniano Saeed Roustaee. Questi due film, pur appartenendo a generi opposti, offrono una riflessione profonda sulle esperienze umane, le sfide e le speranze.
Resurrection: un’opera monumentale
Inaugurando il concorso, “Resurrection” si presenta come un’opera monumentale, con una durata di ben 160 minuti. La sua grandezza non si limita solo al tempo, ma si estende anche alla magnificenza delle immagini e alla complessità delle prospettive narrative. La trama ruota attorno a una donna la cui coscienza, durante un intervento chirurgico, si perde in un “fuso orario eterno”. Questa esperienza la porta a diventare prigioniera dei suoi stessi sogni e, in un tentativo di rianimare un androide privo di memoria, inizia a raccontargli storie che spaziano dalla storia del cinema, dalle origini in bianco e nero fino ai giorni nostri con titoli iconici come “Twilight”.
L’interpretazione di Jackson Yee e Shu Qi nel film è stata acclamata, e la direzione artistica è curata da un team di professionisti di grande rilievo, tra cui il direttore della fotografia Dong Jingsong, noto per il suo lavoro in “The Wild Goose Lake” e “Black Coal, Thin Ice”. Le scenografie di Tu Nan e i costumi di Huang Wen-Ying contribuiscono a creare un’atmosfera visiva straordinaria che incanta e sorprende. “Resurrection” è senza dubbio un’opera divisiva, capace di attirare l’attenzione e suscitare discussioni tra gli spettatori e la critica.
Woman and Child: una realtà toccante
In parallelo, il film “Woman and Child” di Saeed Roustaee affronta una realtà completamente diversa, quella della vita quotidiana in Iran. La storia ruota attorno a Mahnaz, un’infermiera vedova di 45 anni che si trova a crescere i suoi due figli da sola. Proprio quando sembra trovare un nuovo equilibrio con il suo fidanzato Hamid, un tragico incidente coinvolge il suo giovane figlio Aliyar, portando a una serie di eventi drammatici che metteranno alla prova la sua resilienza.
Roustaee descrive Mahnaz come un personaggio che “urla nella sua testa”, rappresentando una donna che cerca giustizia e riparazione in un contesto sociale dominato da una cultura patriarcale che nega i diritti fondamentali. Il film esplora temi di resistenza e solidarietà femminile, culminando in un finale che, nonostante le avversità, regala un barlume di speranza.
L’importanza del Festival di Cannes
La forza di “Woman and Child” risiede nella sua capacità di affrontare questioni sociali complesse attraverso una lente emotiva. Roustaee, già noto per il suo impegno nel rappresentare le sfide della società iraniana, riesce a coniugare il dramma personale con una critica sociale incisiva. A differenza di altri lavori, come “Un simple accident” di Jafar Panahi, che utilizza l’ironia per colpire il regime, “Woman and Child” si avvicina maggiormente al melodramma, mettendo in evidenza la lotta di una donna per la sua dignità e i diritti dei suoi figli.
Il Festival di Cannes, con la sua lunga storia di celebrazione della cinematografia internazionale, si conferma un palcoscenico dove opere di tale diversità possono essere apprezzate. La presenza di “Resurrection” e “Woman and Child” dimostra come il cinema possa essere un potente strumento di narrazione, capace di attraversare culture e contesti, dando voce a esperienze umane universali.
In un’epoca in cui le sfide globali sembrano accumularsi, il cinema continua a fungere da specchio della società. Film come quelli presentati a Cannes ci invitano a riflettere sulle nostre realtà, a empatizzare con le storie degli altri e a riconoscere le lotte quotidiane di donne e uomini in tutto il mondo. La combinazione di un fantasy visivamente sbalorditivo e di un dramma sociale toccante offre una panoramica unica sui diversi modi in cui le storie possono essere raccontate e vissute.
In questo contesto, Cannes si afferma come un crocevia di culture e visioni artistiche, dove il cinema non è solo intrattenimento, ma anche un potente veicolo di cambiamento e consapevolezza. Con la sua capacità di unire spettatori di diverse nazionalità e background, il festival rappresenta un’opportunità imperdibile per esplorare le sfide e le speranze dell’umanità attraverso l’arte cinematografica.