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Sossai: un viaggio on the road che demistifica il Nordest

Sossai: un viaggio on the road che demistifica il Nordest

Sossai: un viaggio on the road che demistifica il Nordest

Il festival di Cannes continua a essere un palcoscenico privilegiato per il cinema italiano, e quest’anno, oltre al riconoscimento per la Roma di Mario Martone, un altro film porta alla ribalta una parte meno conosciuta dell’Italia: il Nordest. “Le città di pianura”, diretto da Francesco Sossai, è il primo dei due film italiani in competizione nella sezione Un Certain Regard. Sossai, già noto per il suo cortometraggio “Il compleanno di Enrico”, torna con una narrazione che promette di decostruire il mito del Nordest, un’area spesso associata a immagini da cartolina e stereotipi.

Nato a Feltre, in provincia di Belluno, Sossai ha scelto di ambientare la sua storia in un contesto che sfida le rappresentazioni tradizionali. “Volevo fare un film sulla decostruzione di questo mito del Nordest, riuscire ad entrare in una zona d’ombra e a raccontare oggi, il luogo in cui viviamo”, ha dichiarato il regista in un’intervista con ANSA. La sua intenzione è chiara: mostrare una realtà più complessa e sfumata rispetto a quella comunemente rappresentata, lontana dalle immagini idilliache delle Dolomiti e del turismo veneto.

La trama e i personaggi

La trama ruota attorno a due uomini di cinquant’anni, interpretati da Pierpaolo Capovilla e Sergio Romano, che si ritrovano a vagabondare da un bar all’altro. Questi personaggi, definiti dal regista come una categoria poco raccontata al cinema, incarnano un forte senso di spaesamento, una sensazione che Sossai avverte come molto reale tra le persone che conosce nella sua terra. “Ne conosco tanti come loro”, afferma, suggerendo che il film è un riflesso delle vite di molti che vivono nel Nordest, intrappolati in un’esistenza di routine e di disorientamento.

In questo viaggio notturno, i due protagonisti incontrano un giovane studente universitario di architettura, interpretato da Filippo Scotti, che si trova lontano dalla sua casa e concentrato su un progetto di studio. “Fare un film contro l’ansia performativa del Nordest significava per me fare un film anche contro l’ansia performativa del cinema”, ha spiegato Sossai, cercando di lasciare che i personaggi vivessero lentamente le situazioni, in un fluire del tempo che riflette la loro esistenza.

Temi e influenze

Filippo Scotti, già noto per il suo ruolo in “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino, descrive il suo personaggio, Giulio, come “cristallizzato nel suo metodo”. Il giovane si sposta da Mestre a Venezia, seguendo il suo programma di studi con rigore, ma vive in una “bolla opprimente” che lo isola. I due protagonisti più anziani, Doriano e Carlobianchi, rappresentano una sorta di distrazione, un modo per colmare una mancanza affettiva nella vita di Giulio. “Diverrà una storia di amicizia e di crescita intergenerazionale”, afferma Scotti, sottolineando l’importanza delle relazioni umane nel superare le etichette e le aspettative.

Sossai si ispira anche al cinema di Carlo Mazzacurati, un regista che ha saputo illuminare la vita del Nordest con la sua poetica e il suo sguardo critico. Le influenze della commedia all’italiana, con i grandi nomi di Monicelli, Salce, Risi e Lizzani, sono evidenti nel modo in cui Sossai affronta il contemporaneo, cercando di unire il dramma alla leggerezza, riflettendo sulla vita di tutti i giorni con un occhio attento alle sfumature.

Un’importante opportunità

Il film, prodotto da Marta Donzelli e Gregorio Paonessa per Vivo film e Rai Cinema, è atteso nelle sale prossimamente con Lucky Red. Questa produzione rappresenta un’importante opportunità per portare alla ribalta storie che raramente vengono raccontate, un modo per dare voce a un Nordest che, per molti, rimane ancora un mistero. Il regista desidera inoltre sfidare le aspettative del pubblico, proponendo una narrazione che si distacca dagli schemi tradizionali, invitando gli spettatori a un’esperienza cinematografica che va oltre il semplice intrattenimento.

Con “Le città di pianura”, Sossai invita a riflettere su un Nordest in trasformazione, un territorio ricco di storie e realtà da esplorare, lontano dagli stereotipi e dalle rappresentazioni superficiali. È un viaggio che, attraverso il cinema, offre una nuova prospettiva su una parte d’Italia che merita di essere vista e compresa in tutta la sua complessità.