Marattin denuncia: il ceto medio italiano è sotto pressione fiscale

Marattin denuncia: il ceto medio italiano è sotto pressione fiscale
L’Italia si trova attualmente a fronteggiare una crisi economica che colpisce duramente il ceto medio, una componente cruciale del tessuto sociale e produttivo del Paese. Luigi Marattin, esponente del Gruppo Misto e membro della Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo alla Camera dei deputati, ha recentemente messo in evidenza, durante la presentazione del 2° rapporto Cida-Censis, che il nostro Paese è uno dei pochi in cui il ceto medio è gravato da una pressione fiscale particolarmente elevata. Questo scenario solleva interrogativi sulla sostenibilità di un sistema che sembra penalizzare proprio chi contribuisce in modo significativo alla crescita economica.
La pressione fiscale sul ceto medio
Marattin ha sottolineato come il sistema fiscale italiano si concentri sempre di più su un sostegno limitato ai redditi più modesti, mentre il ceto medio è costretto a sostenere il peso della tassazione senza ricevere adeguati benefici. La mancanza di spazio fiscale rende difficile un intervento incisivo a favore dei redditi bassi, contribuendo a creare un clima di crescente insoddisfazione tra le famiglie.
La vulnerabilità del ceto medio
Il rapporto Cida-Censis delinea un quadro preoccupante: il ceto medio, tradizionalmente considerato il motore della domanda interna, si trova in una posizione vulnerabile a causa di vari fattori, tra cui:
- Aumento dei costi dell’energia e delle materie prime.
- Riduzione della capacità di spesa delle famiglie.
- Incertezze economiche che influenzano il potere d’acquisto.
Le stime indicano che molte famiglie del ceto medio stanno già riducendo il proprio consumo, il che ha un impatto diretto sull’economia nazionale.
Riforme fiscali e investimento nel capitale umano
Marattin ha suggerito che è essenziale ripensare le politiche fiscali e di welfare per rendere il sistema più inclusivo e in grado di supportare adeguatamente il ceto medio. Il rapporto propone di:
- Riconoscere le competenze e il merito.
- Creare un sistema di welfare equo che garantisca opportunità di crescita e sviluppo.
Inoltre, è fondamentale investire nel sistema educativo e formativo per garantire che le nuove generazioni siano equipaggiate con le competenze richieste dal mercato del lavoro. Migliorare la formazione professionale e l’istruzione superiore è visto come un passo cruciale per il futuro del ceto medio.
In un contesto di crescenti disuguaglianze economiche, è imperativo che il governo italiano prenda in considerazione le raccomandazioni contenute nel rapporto Cida-Censis. Adottare misure concrete per supportare il ceto medio non solo allevierebbe la pressione fiscale, ma stimolerebbe anche una crescita economica più sostenibile e inclusiva.
Marattin ha evidenziato, infine, l’importanza di un dialogo continuo tra istituzioni, sindacati e associazioni di categoria. Solo un approccio collaborativo potrà affrontare efficacemente le sfide che il ceto medio deve affrontare e garantire la sua resilienza nel lungo termine.
Il ceto medio non è solo una vittima di un sistema fiscale inefficace, ma rappresenta anche una risorsa preziosa per l’Italia. Se adeguatamente supportato, potrebbe diventare un catalizzatore di cambiamento, contribuendo a una ripresa economica robusta e sostenibile. È tempo di rivedere le priorità politiche e di investire nel futuro del ceto medio italiano, affinché possa continuare a svolgere il suo ruolo fondamentale nella società e nell’economia del Paese.