Ripensare il welfare: la proposta di Fava per il futuro dei giovani

Ripensare il welfare: la proposta di Fava per il futuro dei giovani
Il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, ha recentemente affrontato un tema di grande rilevanza durante il Forum Pa: il rinnovamento del rapporto tra giovani e welfare. In un contesto in cui i giovani si trovano a fronteggiare un mercato del lavoro instabile, è essenziale ripensare le politiche di welfare affinché rispondano alle reali esigenze delle nuove generazioni. Fava ha evidenziato che il welfare deve andare oltre la semplice distribuzione di risorse; deve diventare un motore di opportunità, un sistema che ascolti e coinvolga attivamente i giovani.
Il panorama giovanile in Italia
In Italia, il panorama giovanile è complesso. Con 10,4 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni, di cui circa 7 milioni attivi nel mercato del lavoro, i dati sembrano incoraggianti a prima vista. Tuttavia, Fava ha sottolineato che tra i restanti 3 milioni di giovani ci sono coloro che vivono in condizioni precarie, i disoccupati e i Neet, che non hanno accesso a opportunità di lavoro stabili. Questo gruppo rappresenta una parte significativa della società, a rischio di esclusione e marginalizzazione.
Un aspetto preoccupante è la scarsa consapevolezza tra i giovani riguardo al concetto di contribuzione previdenziale. Molti di loro non controllano il proprio estratto conto previdenziale e non comprendono come il loro lavoro di oggi influisca sulla pensione di domani. In un’epoca in cui l’educazione previdenziale diventa sempre più importante, l’Inps si propone di colmare questo divario attraverso iniziative mirate.
Il ruolo dell’Inps nel welfare generativo
Fava ha anche messo in luce che la nostra società sta attraversando una fase di trasformazione non solo tecnologica, ma anche culturale e sociale. Le istituzioni devono adattarsi a questo cambiamento, assumendo un ruolo proattivo e riflessivo. L’Inps, dunque, non deve limitarsi a erogare prestazioni, ma deve diventare un “motore di intelligenza sociale“. Questo significa interpretare i dati e le tendenze per sviluppare politiche che siano davvero in linea con le necessità della popolazione.
La transizione verso un welfare generativo implica una modernizzazione dei servizi offerti dall’Inps, mirata a rendere queste strutture più vicine ai bisogni reali di individui e imprese. La digitalizzazione gioca un ruolo fondamentale in questo processo. La nuova App Inps, lanciata a dicembre 2022, ha già dimostrato il suo valore, con oltre 2 milioni di download nei primi cinque mesi e una crescita del 36% rispetto alla versione precedente. Questo strumento mira a rendere il welfare accessibile ovunque, permettendo ai giovani di accedere facilmente a informazioni e servizi.
La sfida della comunicazione e dell’educazione
Una delle sfide principali è quella di rendere il welfare comprensibile e attraente per le nuove generazioni. Questo richiede comunicazione diretta e l’utilizzo di linguaggi e canali che i giovani riconoscono e utilizzano quotidianamente. In questo senso, l’Inps dovrà investire in campagne informative e programmi educativi che spieghino non solo i diritti, ma anche i doveri di ciascun cittadino nei confronti del sistema previdenziale.
Inoltre, il ruolo dell’intelligenza artificiale (IA) nell’ambito del welfare è destinato a crescere. Attraverso l’analisi dei dati e l’automazione dei processi, l’IA può aiutare l’Inps a prevedere le necessità future dei giovani e a sviluppare politiche più efficaci. Questo approccio basato sui dati non solo migliora l’efficienza dell’ente, ma consente anche una maggiore personalizzazione dei servizi, adattandoli alle diverse situazioni dei giovani.
La questione dell’educazione previdenziale diventa quindi centrale. È fondamentale che sin dalla giovane età si inizi a parlare di contributi, pensioni e diritti previdenziali. Scuole e università possono giocare un ruolo cruciale in questo, integrando l’educazione economica e previdenziale nei loro programmi. L’Inps potrebbe collaborare con le istituzioni scolastiche per creare materiale didattico e seminari informativi, avvicinando così i giovani al mondo del welfare.
In un contesto di cambiamento e innovazione, Fava ha concluso il suo intervento con un appello alla responsabilità collettiva. Non si tratta solo di migliorare le politiche di welfare, ma di costruire un futuro in cui i giovani possano sentirsi parte integrante della società, contribuendo attivamente al suo sviluppo. Un welfare che parli il linguaggio dei giovani, che generi opportunità e che si adatti alle loro esigenze è un obiettivo ambizioso, ma necessario per garantire una società più giusta e inclusiva.