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Alessandro Borghi svela il suo lato vulnerabile: ‘sono il meno macho dei cowboy’

Alessandro Borghi svela il suo lato vulnerabile: 'sono il meno macho dei cowboy'

Alessandro Borghi svela il suo lato vulnerabile: 'sono il meno macho dei cowboy'

Nel panorama del cinema contemporaneo, Alessandro Borghi si distingue per la sua versatilità e il suo approccio anticonformista ai ruoli che interpreta. Dopo il grande successo ottenuto con “Le 8 Montagne” nel 2022, dove ha condiviso il set con Luca Marinelli, l’attore romano si prepara a tornare al Festival di Cannes con un progetto inaspettato. Il film che presenta si intitola “Testa o Croce?”, un western che sfida le convenzioni del genere, portando sul grande schermo un’interpretazione del cowboy che è tutto fuorché tradizionale.

Un cowboy atipico

In questo film, Borghi interpreta Santino, un buttero, figura emblematicamente legata alla tradizione italiana, che si confronta con il mito del cowboy americano. “Prendete i personaggi di John Ford e Sergio Leone, l’epopea della frontiera americana e dimenticateli. Qui si parla di un cowboy che non farebbe male a una mosca”, afferma Borghi, sottolineando come il suo personaggio rappresenti un’interpretazione più fragile e vulnerabile del classico eroe western. Santino non è un pistolero temuto, ma piuttosto un uomo che si confronta con le proprie fragilità e limiti.

Le caratteristiche di Santino possono essere riassunte in questi punti:

  1. Non sa sparare.
  2. Non sa gestire le situazioni esplosive.
  3. Si fa tirare dentro gli eventi.
  4. È un “meraviglioso scemo”, emblema di tutti noi maschi.

Un film che parla di vulnerabilità

Il film, diretto da Alessio Rigo De Righi e Matteo Zoppis, si distingue per il suo approccio surreale e per la sua capacità di intrecciare elementi classici del genere con una narrazione contemporanea. La trama ruota attorno a Santino e Rosa, interpretata dall’attrice francese poliglotta Nadia Tereszkiewicz, in fuga dalla terra dei butteri.

La storia si sviluppa attorno a un rodeo tra cavalieri americani e italiani, dove Rosa si innamora di Santino, il buttero che vince la sfida. Tuttavia, le cose si complicano quando il marito di Rosa viene assassinato, costringendo i due a fuggire, braccati da una taglia sulla testa di Santino. “Ci sono temi estremamente contemporanei che abbiamo cercato di portare nel film, distaccandoci dai messaggi machisti tipici del genere”, prosegue Borghi, evidenziando l’importanza di esplorare nuove narrazioni nel contesto del western.

Un set di emozioni e improvvisazioni

Il set di “Testa o Croce?” è stato descritto da Borghi come un’esperienza “straordinaria di fango, polvere, cavalli e improvvisazioni”. Con un’atmosfera di caos creativo, l’attore racconta come ci sia stata una forte connessione tra il cast e i registi. “È stata un’esperienza comunitaria, dove tutti erano coinvolti nella creazione del film”, dice Borghi. Questo approccio ha permesso di affrontare il lavoro con una mentalità aperta, dove gli attori hanno potuto portare le proprie idee e interpretazioni.

Nadia Tereszkiewicz, che ha già collaborato con registi di fama come Valeria Bruni Tedeschi e François Ozon, ha trovato nel suo personaggio una profondità emotiva. “Rosa vive un percorso esistenziale e poetico, e la sua storia d’amore con Santino è centrale nel film. Ho imparato ad andare a cavallo e a studiare l’italiano, ma all’inizio trovavo difficile adattarmi al caos del set. Poi ho imparato ad amare tutto questo”, racconta l’attrice, aggiungendo un ulteriore strato alla complessità del suo ruolo.

“Testa o Croce?” è prodotto da Ring Film e Cinema Inutile, in collaborazione con Rai Cinema, e sarà distribuito in sala in seguito alla presentazione nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes. I registi, al loro secondo lungometraggio di finzione dopo il debutto con “Re Granchio”, hanno voluto creare un’opera che non solo fosse divertente, ma che avesse anche un messaggio significativo.

In conclusione, con “Testa o Croce?”, Borghi e il suo team hanno creato un film che non solo intrattiene, ma invita anche a riflettere su temi di libertà e identità, in un contesto culturale in continua evoluzione. La figura di Borghi evolve, dimostrando che il “cowboy” moderno può essere un simbolo di vulnerabilità e autenticità, piuttosto che di pura forza e machismo. In un’epoca in cui il cinema cerca di esplorare nuove narrazioni, “Testa o Croce?” si propone come un’opera che sfida le convenzioni e invita il pubblico a riconsiderare il proprio rapporto con i miti e le storie che ci definiscono.