La situazione attuale al Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) è sempre più critica, con il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha annunciato che la nomina del nuovo presidente dell’ente è prevista “a breve”. Tuttavia, queste dichiarazioni non sembrano rassicurare i direttori dei dipartimenti e degli istituti del Cnr, che segnalano crescenti difficoltà nella gestione quotidiana e chiedono con urgenza non solo la nomina del presidente, ma anche quella dei membri del Consiglio di amministrazione.
La crisi dirigenziale del Cnr
L’ente, considerato uno dei più importanti centri di ricerca in Italia, ha visto scadere il mandato della presidente Maria Chiara Carrozza il 12 aprile scorso. Da quel momento, nonostante le proroghe, il Cnr si trova in una condizione di vuoto dirigenziale, con una proroga di 45 giorni scaduta il 26 maggio. Attualmente, il Cnr è ufficialmente senza presidente, senza vicepresidente e con un solo componente nel Consiglio di amministrazione, nonostante le indicazioni già fornite da organismi come Crui, UnionCamere, Confindustria e la Conferenza Stato-Regioni.
Le preoccupazioni della comunità scientifica
Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica, e la senatrice a vita Elena Cattaneo hanno espresso la loro preoccupazione, avvertendo che le nomine sono essenziali per evitare una “gravissima paralisi istituzionale” del più grande ente di ricerca italiano. Il rischio di una crisi gestionale è palpabile:
- I direttori dei dipartimenti hanno scritto una lettera al ministro Bernini, sottolineando il clima di incertezza che sta avvolgendo la comunità scientifica.
- La mancanza di una guida chiara sta già generando segnali di difficoltà nella programmazione scientifica e nella gestione delle attività in corso.
- I direttori hanno evidenziato come il ritardo nelle nomine stia compromettendo l’operatività degli istituti.
“Il Cnr si trova nella sostanziale impossibilità di operare”, affermano i direttori nella loro lettera aperta, sottolineando che “gli effetti di questa progressiva e sostanziale paralisi gestionale si stanno già vedendo”.
L’importanza di una rapida risoluzione
Il ministero sembra consapevole della gravità della situazione. Bernini ha affermato che “faremo a breve le nomine che devono essere fatte” e ha ribadito che “ciascun dipartimento è dotato di una sua autonomia”, cercando di rassicurare che non esiste una mancanza di continuità. Tuttavia, le parole del ministro non sembrano suffragare le preoccupazioni espresse dai direttori, che temono che l’assenza di una leadership chiara possa compromettere progetti di ricerca e finanziamenti cruciali.
La questione delle nomine è complicata dal fatto che il Comitato incaricato della selezione dei vertici degli enti di ricerca deve presentare una cinquina di nomi, dalla quale il ministro dovrà scegliere il nuovo presidente. Nel frattempo, l’ente continua a operare in una sorta di limbo, dove la mancanza di figure guida sta creando un clima di incertezza non solo tra i dirigenti, ma anche tra i ricercatori e il personale tecnico.
Le preoccupazioni non riguardano solo la gestione interna del Cnr, ma si estendono anche a una possibile perdita di competitività a livello internazionale. L’Italia ha bisogno di un forte supporto alla ricerca e all’innovazione, soprattutto in un contesto globale in cui la scienza e la tecnologia sono sempre più determinanti. La paralisi gestionale del Cnr potrebbe tradursi in un ritardo nella realizzazione di progetti di ricerca fondamentali, con conseguenze negative per l’intero sistema scientifico del Paese.
In questo contesto, è fondamentale che il ministero dell’Università e della Ricerca agisca rapidamente per garantire che il Cnr possa tornare a operare con efficienza. I direttori dei dipartimenti e degli istituti hanno chiesto che le nomine siano formalizzate al più presto, in modo che il Consiglio di amministrazione possa svolgere le sue funzioni e che si possa affidare le responsabilità di presidente al membro più anziano fino alla nomina ufficiale. Questo potrebbe consentire una transizione meno traumatica e garantire una certa continuità nelle attività istituzionali.
La situazione attuale al Cnr è un campanello d’allarme per l’intero sistema di ricerca italiano. La comunità scientifica attende con ansia che il governo prenda decisioni rapide e risolutive per evitare che la paralisi istituzionale minacci la ricerca e l’innovazione in un periodo così cruciale per il Paese. La scienza italiana ha bisogno di stabilità e visione strategica per affrontare le sfide future, e le nomine al Cnr sono un primo passo necessario in questa direzione.