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Intoo-Wyser: solo il 40% delle imprese è pronto per la sfida della longevità

Intoo-Wyser: solo il 40% delle imprese è pronto per la sfida della longevità

Intoo-Wyser: solo il 40% delle imprese è pronto per la sfida della longevità

La longevità della forza lavoro è un argomento sempre più centrale nel contesto economico italiano. Secondo la ricerca “La sfida della longevity” condotta da Intoo e Wyser, marchi di Gi Group Holding, il mercato del lavoro si trova ad affrontare sfide significative. Nei prossimi vent’anni, un italiano su tre avrà più di 65 anni, mentre già oggi il 19% dei lavoratori ha oltre 55 anni. Tuttavia, molte aziende non sembrano pronte a gestire questa evoluzione demografica.

Un dato allarmante emerso dallo studio è che il 62% dei manager italiani ritiene che le aziende non siano pronte ad affrontare una forza lavoro sempre più matura. Questo è preoccupante, considerando le dinamiche intergenerazionali che si sviluppano negli ambienti lavorativi. Infatti, più di un lavoratore su tre percepisce che la propria azienda non stia prestando sufficiente attenzione alle necessità dei dipendenti più anziani. Le richieste più comuni includono:

  1. Un miglior equilibrio tra vita professionale e privata
  2. Ritmi di lavoro sostenibili
  3. Stabilità e sicurezza

Le iniziative attualmente attuate nelle aziende risultano spesso frammentarie e poco visibili. Solo il 20% dei lavoratori over 50 conosce le iniziative aziendali a loro dedicate, e solo il 12% ha partecipato effettivamente a tali programmi. Le misure adottate tendono a concentrarsi principalmente sul prepensionamento, come segnalato dal 50% dei manager intervistati. Accanto a queste, si registrano interventi di formazione, flessibilità oraria e iniziative per il benessere organizzativo.

L’importanza della longevità nel contesto lavorativo

Alessandra Giordano, direttrice di employability e career development di Intoo, sottolinea che la longevità è un concetto che coinvolge tutte le generazioni. Con l’aumento dell’aspettativa di vita e il progressivo innalzamento dell’età pensionabile, le aziende devono gestire la presenza di 4 o 5 generazioni. Ciò richiede una revisione delle politiche gestionali e di sviluppo, abbracciando un’interpretazione più ampia del concetto di benessere e favorendo il dialogo intergenerazionale.

Affrontare la longevità in modo strategico significa creare condizioni affinché le competenze strategiche possano essere trattenute e sviluppate. Le aziende devono mantenere alto l’engagement dei lavoratori, indipendentemente dall’anzianità, per garantire la sostenibilità e la competitività. Tuttavia, il 69% dei lavoratori senior e il 78% dei manager riconoscono discriminazioni legate all’età nei luoghi di lavoro, con uno su cinque che si è sentito escluso o penalizzato. Nonostante ciò, il 70% dei lavoratori over 50 considera la propria età un valore, grazie all’esperienza accumulata.

La necessità di un cambiamento culturale

Marinella Sartori, amministratrice delegata di Wyser, evidenzia che l’attenzione nel dibattito pubblico e aziendale è attualmente concentrata su transizioni digitali e ambientali, mentre si tende a sottovalutare l’invecchiamento della popolazione e il suo impatto sul lavoro. La consapevolezza e la maturità organizzativa necessarie per affrontare queste sfide non si sono ancora tradotte in politiche concrete. Questo ritardo si manifesta non solo nella gestione delle risorse umane, ma anche in questioni strategiche come il passaggio generazionale, che riguarda una parte significativa del tessuto produttivo italiano.

In un contesto in cui un imprenditore su due ha più di cinquant’anni, la longevità richiede una nuova lettura della leadership e della governance, capace di accompagnare i cambiamenti continui e di ripensare i modelli di business. La seniority rappresenta un valore fondamentale, poiché le aziende hanno ancora bisogno di figure in grado di offrire visione, esperienza e capacità decisionale.

Un futuro da costruire insieme

Nonostante le sfide, emerge un dato positivo: il 65% dei lavoratori over 50 si dichiara soddisfatto del proprio lavoro, grazie all’autonomia e alla responsabilità acquisite nel corso degli anni. Tuttavia, il 36% è aperto a nuove opportunità, e tra i manager, il 13% è già attivamente alla ricerca di un nuovo impiego. Sul fronte della formazione, il 76% dei lavoratori senior richiede corsi per rimanere aggiornato, considerando la tecnologia non come una barriera generazionale, ma come una risorsa fondamentale.

Inoltre, nel 2023, oltre 260.000 pensionati del settore privato sono ancora attivi nel mercato del lavoro, un aumento impressionante del 90% rispetto al 2014. Questi dati suggeriscono un cambiamento nella percezione della pensione, con sempre più over 50 desiderosi di continuare a contribuire professionalmente anche dopo il ritiro ufficiale.

In un’epoca di rapidi cambiamenti e trasformazioni, le aziende devono ripensare le loro strategie per integrare il valore delle esperienze e delle competenze dei lavoratori più anziani, creando un ambiente di lavoro inclusivo e collaborativo che abbracci le diversità generazionali.