Elio Germano conquista il pubblico all’anteprima del SalinaDocFest di Messina

Elio Germano conquista il pubblico all'anteprima del SalinaDocFest di Messina
Il 7 giugno 2023, il Multisala Apollo di Messina ha accolto l’anteprima della XIX edizione del SalinaDocFest, il festival dedicato al documentario narrativo ideato e diretto da Giovanna Taviani. Quest’anno, il festival si concentra sul tema “Nuove Parole / Nuove Immagini”, un argomento di grande attualità che invita a riflettere su come il linguaggio – visivo, politico e pubblico – stia evolvendo, influenzando profondamente il nostro modo di raccontare e vivere il mondo.
La serata è stata condotta dalla giornalista Maria Lombardo e ha visto il conferimento del Premio SDF – Fondazione Messina per la Cultura 2025 a Elio Germano, uno degli attori più versatili del panorama cinematografico italiano. Germano è stato premiato per la sua straordinaria interpretazione di Enrico Berlinguer nel film “Berlinguer – La grande ambizione” di Andrea Segre. Questa performance gli è valsa anche il prestigioso David di Donatello 2025 come Miglior Attore Protagonista, sottolineando ulteriormente la sua bravura e dedizione al mestiere.
La responsabilità morale delle parole
Dopo la cerimonia di premiazione, si è svolto un incontro pubblico che ha esplorato il cuore tematico di questa edizione del festival: “La responsabilità morale delle parole”. A discutere di questo argomento fondamentale sono stati, oltre a Germano, anche Giovanna Taviani e il giornalista e scrittore Marcello Sorgi, autore del libro “San Berlinguer”. La conversazione è stata densa di contenuti e ha trasformato la memoria in un pensiero critico e attuale.
Giovanna Taviani ha aperto l’incontro enfatizzando la figura di Berlinguer, descrivendo il suo linguaggio come “rigoroso, ma austero”. Ha sottolineato la fiducia che Berlinguer riponeva nella parola come strumento di trasparenza e responsabilità, affermando che “parlare, per lui, era un atto morale”. Questo ha creato un collegamento diretto con il lavoro di Germano, il quale ha spiegato che la sua interpretazione non fosse una mera imitazione, ma un’incarnazione interiore dell’ex leader del Partito Comunista Italiano.
Il lungo processo di preparazione
Germano ha condiviso il lungo processo di preparazione che ha preceduto le riprese, evidenziando come la ricerca sia stata un aspetto cruciale del suo lavoro. Ha rivelato: «La parte più affascinante è proprio la ricerca: ascolti, registrazioni, interviste, filmati anche di momenti familiari. Berlinguer parlava poco, ma faceva lunghi silenzi. Componendo il suo pensiero con quello degli altri, senza mai alterare il tono: che fosse in un comizio o a casa, la sua voce restava sempre la stessa». Queste parole mettono in evidenza non solo il talento di Germano, ma anche l’importanza di un approccio autentico e rispettoso nei confronti di una figura storica tanto significativa.
Riflessioni sul linguaggio politico
Marcello Sorgi ha arricchito il dibattito ricordando la complessità del linguaggio berlingueriano e la sua capacità di rivolgersi sia agli anziani che ai giovani. Germano ha approfondito il concetto, osservando come la parola politica derivi da “polis”, che significa comunità. Ha poi espresso preoccupazione per l’attuale stato del linguaggio politico, affermando: «Da allora a oggi abbiamo assistito a un’operazione scientifica di dissoluzione della nostra cultura collettiva. È subentrato l’individualismo, la competizione, la logica del profitto».
L’attore ha proseguito, evidenziando come la cultura contemporanea sia stata influenzata da modelli narrativi semplificati, in cui prevale la dicotomia tra buono e cattivo. Ha citato il Piano Marshall come un punto di svolta, dove il nostro immaginario è stato invaso da modelli che hanno ridotto la complessità della nostra cultura.
A tal proposito, Taviani ha chiuso l’incontro con una provocazione, chiedendo quali siano oggi tre parole che hanno cambiato significato pur mantenendo la stessa forma. Germano ha risposto citando “comunista”, “compromesso” e “libertà”, parole che un tempo avevano connotazioni positive e di comunità, ma che oggi sono spesso fraintese e caricate di significati distorti.
La serata ha visto anche la partecipazione di Lidia Ravera, contribuendo a rendere l’evento ancora più ricco di spunti di riflessione. Il SalinaDocFest continuerà con il suo programma principale dal 15 al 20 luglio sull’isola di Salina, nel cuore dell’arcipelago eoliano. Tra incontri con autori, cineasti e pensatori, anteprime internazionali e ospiti d’eccezione come il pluripremiato regista Oliver Stone, il festival si propone come un’importante occasione per riflettere su un’altra idea di linguaggio, di società e di futuro. Un’iniziativa che invita il pubblico a ripensare il proprio rapporto con le parole, in un mondo in continua evoluzione.