Il mistero delle opere di Rupnik scomparse da Vatican News e il coinvolgimento di papa Leone XIV nel caso di abusi

Il mistero delle opere di Rupnik scomparse da Vatican News e il coinvolgimento di papa Leone XIV nel caso di abusi
Negli ultimi giorni, il sito Vatican News ha rimosso in silenzio tutte le opere di padre Mark Rupnik, un gesuita sloveno accusato di violenza sessuale da diverse religiose. Questa decisione è giunta in seguito a un’ondata di proteste da parte delle vittime e di altri fedeli, che si sono opposti alla presenza di mosaici creati da Rupnik sulle pagine di celebrazioni religiose, ritenendoli inadeguati e inaccettabili. Le opere, che per alcuni rappresentano un patrimonio artistico della Chiesa, sono state etichettate da chi ha subito abusi come «arte dello stupro», rendendo ogni riferimento a Rupnik un ulteriore motivo di sofferenza per le vittime.
la rimozione delle opere
La rimozione delle immagini è avvenuta in modo graduale. Inizialmente, le opere di Rupnik erano state eliminate da tutte le pagine di Vatican News, fatta eccezione per una sezione dedicata alla catechesi, dove continuavano a figurare come copertina di un’iniziativa di don Fabio Rosini. Tuttavia, poche ore dopo, anche queste ultime tracce sono state cancellate. Questa azione radicale non è stata accompagnata da alcuna spiegazione ufficiale, ma ha sollevato interrogativi sulla gestione comunicativa del Vaticano riguardo a un caso così delicato e mediaticamente esposto.
testimonianze inquietanti
Il contesto di queste rimozioni è segnato da testimonianze inquietanti da parte di alcune suore che hanno denunciato abusi sessuali da parte di Rupnik. Una delle testimonianze più scioccanti è quella di suor Mirjam, che ha raccontato a “Le Iene” come la violenza sessuale facesse parte del processo creativo dell’artista. Secondo le sue parole, «quando dipingeva, magari nudo dalla cintola in giù, era eccitato. Quindi, la sua pittura era legata proprio all’eccitazione fisica». Un’affermazione allarmante che mette in discussione non solo l’opera artistica di Rupnik, ma anche la sua condotta morale e professionale.
il ruolo di papa Leone XIV
Il caso ha attirato l’attenzione di importanti figure all’interno della Chiesa cattolica, compreso il vescovo Daniele Libanori, che ha parlato di testimonianze «altamente credibili» da parte delle vittime. Tuttavia, il cammino verso un processo formale è ancora lungo. Il cardinale Victor Manuel Fernandez, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha dichiarato che sarà necessaria una selezione attenta dei giudici, data la natura mediatica del caso.
In questo contesto, l’intervento di papa Leone XIV ha rappresentato una svolta significativa. Si è parlato di un incontro tra il pontefice, il cardinale Sean O’Malley e la Pontificia Commissione per la tutela dei minori, che ha chiarito la necessità di rimuovere le opere di Rupnik. Laura Sgrò, legale delle suore che hanno sporto denuncia, ha sottolineato l’importanza di questo gesto, dichiarando che «l’utilizzo di tali immagini era stato ripetutamente segnalato dalle vittime che assisto, considerandolo quantomeno inopportuno, in quanto fonte per loro di ulteriore dolore». Le vittime ripongono grande fiducia nel pontefice, sperando in una risposta concreta e giusta da parte della Chiesa.
Questo caso ha suscitato un ampio dibattito all’interno della comunità cattolica e oltre. Molti fedeli si chiedono come sia possibile che un artista di tale calibro, noto per le sue opere che adornano numerose chiese e luoghi di culto, possa essere accusato di atti così gravi. Si tratta di una questione che tocca non solo la sfera artistica, ma anche quella morale e spirituale della Chiesa.
Le opere di Rupnik, tra cui mosaici che adornano il Vaticano e altre chiese, sono state apprezzate da molti come espressioni di fede e bellezza. Tuttavia, la rivelazione delle accuse ha costretto la Chiesa a riconsiderare il loro valore e significato. La Chiesa cattolica si trova ad affrontare una crisi di fiducia, e la gestione di questo caso potrebbe avere ripercussioni durature sulla sua reputazione e sulla sua capacità di proteggere le vittime di abusi.
Nel frattempo, le vittime continuano a lottare per ottenere giustizia e riconoscimento. La rimozione delle opere di Rupnik rappresenta solo un passo, ma è un passo significativo verso l’affermazione della verità e della giustizia. La speranza è che questo caso possa servire da catalizzatore per un cambiamento più ampio all’interno della Chiesa cattolica, affinché possa affrontare e risolvere in modo efficace le questioni riguardanti gli abusi e il trattamento delle vittime.