La questione dello spionaggio ai danni di giornalisti italiani sta assumendo contorni sempre più inquietanti. Non si limita a Francesco Cancellato, il primo cronista di Fanpage.it a denunciare di essere stato spiato, ma coinvolge anche Ciro Pellegrino, suo collega, vittima di infiltrazioni informatiche tramite il software di sorveglianza Paragon. Questa rivelazione è emersa grazie a un’analisi forense condotta da The Citizen Lab, un gruppo di ricerca dell’Università di Toronto specializzato nello studio degli attacchi informatici ai danni di attivisti e giornalisti.
L’analisi dei dispositivi di Pellegrino ha rivelato tracce del software malevolo Graphite. Inoltre, un altro importante giornalista europeo, la cui identità rimane anonima per motivi di sicurezza, ha subito un attacco simile. Gli esperti di Citizen Lab hanno stabilito che entrambi i casi sono riconducibili allo stesso operatore, Paragon, suggerendo un tentativo mirato di colpire la redazione di Fanpage.it.
Le indagini di The Citizen Lab
Secondo quanto riportato dagli esperti, Apple ha avvisato i due giornalisti riguardo a un possibile attacco ai loro dispositivi, attivando un’indagine approfondita. Nel caso di Pellegrino, l’analisi del suo iPhone ha rivelato che era stato preso di mira dallo spyware Graphite. I ricercatori hanno identificato un account iMessage associato all’attacco, denominato ATTACKER1, utilizzato per tentare un’infezione “zero-click”, un metodo che non richiede l’interazione dell’utente per attivare lo spyware.
Le prove indicano che:
- Uno dei dispositivi dell’altro giornalista è stato compromesso tra gennaio e inizio febbraio 2025.
- Ci sono ulteriori evidenze che supportano l’attribuzione a Graphite.
Questa nuova ondata di spionaggio ha sollevato forti preoccupazioni, non solo all’interno della redazione di Fanpage.it, ma anche a livello europeo. The Citizen Lab ha sottolineato che l’identificazione di un secondo giornalista preso di mira suggerisce un attacco sistematico contro l’organizzazione, meritevole di un’analisi più approfondita.
La reazione dell’Unione Europea
L’Unione Europea ha espresso la sua preoccupazione attraverso una dichiarazione ufficiale. La Commissione Europea ha sottolineato che qualsiasi tentativo di accesso illegale ai dati di cittadini, inclusi giornalisti e oppositori politici, è inaccettabile. Questa posizione è stata espressa in risposta a un’interrogazione presentata da rappresentanti di vari partiti, tra cui il Partito Democratico (Pd), il Movimento 5 Stelle (M5S), i Verdi e la Sinistra, evidenziando l’importanza della libertà di stampa in un contesto democratico.
Le posizioni politiche in Italia
Dopo le rivelazioni, le opposizioni italiane hanno intensificato le loro richieste di chiarimenti al governo, in particolare al premier Giorgia Meloni. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha affermato che ci sono prove concrete dell’uso del software Graphite contro i giornalisti di Fanpage. Renzi ha sottolineato la gravità della situazione, affermando che la libertà di stampa e la tenuta istituzionale dell’Italia sono in gioco. Ha anche menzionato che il Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ha chiuso le proprie indagini affermando che i servizi segreti non sono coinvolti, rendendo necessaria una discussione approfondita in Parlamento.
Vittorio di Trapani, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi), ha evidenziato l’inquietante dilemma: se i giornalisti siano stati spiati da apparati italiani, ciò sarebbe illegittimo; se invece da Paesi esteri, ciò solleverebbe interrogativi sulla capacità della nostra intelligence di proteggere i cittadini. Ha sottolineato la gravità della situazione dicendo che attualmente ci sono almeno due giornalisti spiati e il governo non ha fornito risposte chiare su chi siano i responsabili e quali siano i motivi dietro a tale sorveglianza.
Anche Sandro Ruotolo, ex giornalista ed attualmente eurodeputato, ha chiesto al Copasir di riaprire il caso, esigendo chiarezza su perché due giornalisti italiani siano stati spiati. Le parole di Ruotolo e di altri membri dell’opposizione si fanno sentire in un clima di crescente allerta riguardo la libertà di espressione e il rispetto dei diritti dei giornalisti in Italia.
Le recenti rivelazioni sullo spionaggio di giornalisti attraverso software sofisticati come Paragon pongono interrogativi non solo sulla sicurezza individuale dei professionisti dell’informazione, ma anche sulla salute democratica del Paese.