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Colombia: l’ex gruppo Farc rivendica attacchi mortali e semina paura

Colombia: l'ex gruppo Farc rivendica attacchi mortali e semina paura

Colombia: l'ex gruppo Farc rivendica attacchi mortali e semina paura

La Colombia sta attraversando un periodo di crescente instabilità e violenza, con attacchi recenti che hanno riportato alla luce i fantasmi di un conflitto armato. Dopo la firma dell’accordo di pace nel 2016, il Paese sembrava aver intrapreso un cammino verso la stabilità, ma gli eventi recenti hanno dimostrato che la situazione è ben lontana dalla risoluzione. Il principale gruppo dissidente dell’ex guerrigliero delle Farc ha rivendicato la responsabilità di una serie di attacchi nel sud-ovest della Colombia, causando la morte di cinque civili e due agenti di polizia, e ferendo almeno 28 persone.

La serie di attacchi

Martedì scorso, i guerriglieri hanno lanciato un totale di 24 attacchi, che hanno incluso sparatorie ed esplosioni, utilizzando droni, automobili e motobombe. Tra gli obiettivi principali ci sono state le stazioni di polizia e gli edifici comunali a Cali, la terza città più grande del Paese, nonché diversi comuni limitrofi. La scelta di Cali non è casuale: la città è un importante snodo commerciale e strategico, e la sua destabilizzazione potrebbe avere ripercussioni significative su scala nazionale.

Le dichiarazioni del gruppo dissidente

In un video inviato a un gruppo di giornalisti, un comandante armato, identificato come Marlon Vasquez, ha rivendicato gli attacchi a nome dello Stato Maggiore Centrale delle Farc, affermando che queste azioni erano parte di una commemorazione del 61° anniversario della nascita delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia. Vasquez ha dichiarato che martedì sono stati compiuti circa 40 attacchi, evidenziando l’intensificazione della loro attività militante in un contesto di crescente conflitto.

L’insicurezza politica e sociale

Questa escalation di violenza si inserisce in un quadro di crisi di sicurezza che la Colombia sta affrontando, la peggiore degli ultimi dieci anni. La situazione è ulteriormente complicata dall’attentato subito da Miguel Uribe, un candidato presidenziale di destra per le elezioni del 2026, che è stato ferito da un presunto quindicenne armato. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla sicurezza politica nel Paese. Il governo colombiano ha avviato un’indagine per stabilire se ci sia un collegamento tra gli attacchi rivendicati dal gruppo dissidente delle Farc e l’incidente che ha coinvolto il senatore Uribe.

Il presidente di sinistra Gustavo Petro ha denunciato un piano per destabilizzare il Paese, suggerendo che le due situazioni potrebbero essere collegate. Tuttavia, l’EMC ha negato qualsiasi responsabilità, etichettando l’attacco al senatore come un’“autoaggressione” orchestrata dalla destra.

Le sfide del governo

Il clima di insicurezza è amplificato dalla crescente presenza di gruppi armati illegali, emersi negli ultimi anni a causa del conflitto colombiano e della lotta per il controllo delle rotte del traffico di droga. La crisi economica e sociale, aggravata dalla pandemia di COVID-19, ha ulteriormente esacerbato la situazione, portando a un incremento della violenza e a una riduzione della fiducia nelle istituzioni governative.

Gustavo Petro, attualmente in carica, ha cercato di affrontare le sfide relative alla sicurezza, ma si trova a fronteggiare una situazione complessa. Le sue posizioni progressiste e le politiche di dialogo con i gruppi armati dissidenti hanno suscitato reazioni contrastanti. Mentre alcuni lo vedono come un leader capace di guidare il Paese verso un futuro di pace, altri lo accusano di essere troppo indulgente nei confronti della violenza.

In questo scenario turbolento, la popolazione colombiana si trova a dover affrontare quotidianamente le conseguenze della violenza. Famiglie distrutte, comunità traumatizzate e un clima di paura sono diventati parte della vita quotidiana in molte regioni del Paese. La speranza di una pace duratura sembra allontanarsi, mentre il governo e le forze di sicurezza si trovano a dover combattere non solo contro i gruppi armati, ma anche contro il crescente senso di insicurezza e disillusione tra la popolazione.