Il mistero di Rexal Ford: dalla fuga in Grecia alla cattura grazie a «Chi l’ha visto?»

Il mistero di Rexal Ford: dalla fuga in Grecia alla cattura grazie a «Chi l’ha visto?»
Il brutale duplice omicidio avvenuto il 7 giugno 2023 nel parco di Villa Pamphili ha scosso profondamente Roma. Le vittime, una neonata e la sua giovane madre, sono state trovate in circostanze inquietanti. Rexal Ford, un cittadino americano di 46 anni con un passato criminale, è emerso come il principale sospettato. La sua cattura, avvenuta il 13 giugno sull’isola greca di Skiathos, ha attirato l’attenzione dei media e ha messo in evidenza l’efficacia delle indagini condotte dalle forze dell’ordine italiane, greche e dall’FBI.
La scoperta delle vittime
Le modalità di ritrovamento delle vittime sono state agghiaccianti. La neonata è stata trovata percossa e soffocata, mentre le cause di morte della madre rimangono sconosciute. L’ipotesi di un duplice omicidio è stata immediatamente avanzata, ma l’identità della madre, una giovane ragazza americana, è rimasta avvolta nel mistero. Le indagini si sono concentrate rapidamente su Ford, il quale era stato visto in una lite furiosa con la donna pochi giorni prima del ritrovamento.
L’importanza della testimonianza
Un elemento cruciale per le indagini è emerso grazie a una segnalazione fatta da un telespettatore alla trasmissione «Chi l’ha visto?». Questo testimone ha riferito di aver assistito a un violento alterco tra un uomo e una donna, con una neonata presente. I dettagli di questo episodio hanno spinto gli inquirenti a seguire la pista di Ford, già identificato dalle forze dell’ordine in precedenza. Durante un controllo, Ford si era presentato come il “padre della neonata”, una frase che, alla luce dei successivi eventi, ha assunto un significato inquietante.
La fuga e l’arresto
La fuga di Ford dall’Italia è avvenuta mercoledì 11 giugno, pochi giorni dopo il ritrovamento dei corpi. Utilizzando una carta di credito, ha acquistato un biglietto aereo per Skiathos, cercando di confondersi tra i turisti. Tuttavia, la sua imprudenza nell’utilizzare il cellulare ha rivelato la sua posizione. Le forze dell’ordine italiane, grazie a una strategia investigativa ben orchestrata, sono riuscite a tracciare il suo numero di telefono, che aveva continuato a utilizzare anche in Grecia. Questo ha consentito agli agenti di localizzarlo e arrestarlo.
Un altro elemento significativo è stato il suo passaggio presso una mensa della Caritas a Roma, dove Ford aveva lasciato un documento d’identità per accedere ai servizi. Questo gesto, apparentemente innocuo, si è rivelato fondamentale per la sua identificazione da parte della polizia. Le indagini hanno rivelato che la tenda utilizzata da Ford, trovata nei pressi di Villa Pamphili, era un altro indizio del suo legame con il luogo del crimine.
Collaborazione internazionale
Le autorità italiane hanno collaborato attivamente con le forze dell’ordine greche e con l’FBI, che ha fornito un supporto essenziale per il monitoraggio di Ford. Questa cooperazione internazionale ha dimostrato come le indagini su crimini gravi possano beneficiare di un’azione coordinata tra diversi paesi. A conferma di questa sinergia, il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, ha sottolineato l’importanza del contributo dell’FBI nel risolvere rapidamente il caso.
L’arresto di Ford ha riacceso il dibattito su temi delicati come la violenza domestica e la sicurezza delle donne, questioni che in Italia, come in molte altre parti del mondo, continuano a rappresentare una sfida. La presenza di una neonata tra le vittime ha ulteriormente amplificato l’indignazione pubblica e la richiesta di giustizia. Le forze dell’ordine italiane hanno ribadito l’importanza di combattere la violenza in tutte le sue forme e di garantire che i responsabili di tali atti vengano perseguiti con fermezza.
Mentre il caso di Rexal Ford si evolve, rimangono molte domande senza risposta, soprattutto riguardo alla giovane madre e alla sua storia. Le indagini proseguono, con l’obiettivo di chiarire ogni aspetto di una tragedia che ha colpito non solo le famiglie coinvolte, ma anche una comunità intera. La speranza è che la luce venga riportata su questa tragica vicenda e che giustizia venga fatta per le vittime innocenti.