Iran avverte: ‘fermeremo gli attacchi a Israele se l’aggressione finirà’

Iran avverte: 'fermeremo gli attacchi a Israele se l'aggressione finirà'

Iran avverte: 'fermeremo gli attacchi a Israele se l'aggressione finirà'

Matteo Rigamonti

Giugno 15, 2025

La tensione tra Iran e Israele continua a essere un tema di grande rilevanza nella geopolitica internazionale. Recentemente, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha rilasciato dichiarazioni che mettono in evidenza l’atteggiamento difensivo dell’Iran, affermando che gli attacchi contro Israele cesseranno solo quando il governo israeliano interromperà la sua campagna militare contro la Repubblica Islamica. Queste affermazioni non solo riflettono la posizione di difesa dell’Iran, ma anche la crescente instabilità nella regione.

La posizione dell’Iran

Araghchi ha dichiarato: “Ci stiamo difendendo; la nostra difesa è del tutto legittima”. Questo concetto di legittimità è centrale per comprendere le azioni iraniane, che vengono giustificate come risposte a un’aggressione percepita. L’Iran ha storicamente accusato Israele di condurre operazioni militari e di intelligence contro le sue strutture e i suoi alleati, come Hezbollah in Libano e i gruppi armati palestinesi. Le affermazioni di Araghchi evidenziano che:

  1. L’Iran considera i suoi attacchi come misure di ritorsione.
  2. La cessazione dell’aggressione israeliana porterebbe a una cessazione delle risposte iraniane.
  3. Le tensioni continuano a crescere, alimentate da un ciclo di provocazioni.

L’asse di resistenza in Medio Oriente

Negli ultimi anni, le tensioni tra Iran e Israele si sono intensificate, specialmente dopo il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano nel 2018 e il ripristino delle sanzioni economiche. Questi eventi hanno spinto l’Iran a:

  1. Rafforzare le proprie capacità militari.
  2. Intensificare le alleanze strategiche con Hezbollah e altri gruppi militanti in Siria e Iraq.

Questo nuovo asse di resistenza rappresenta una sfida significativa per Israele, che ha risposto aumentando gli attacchi aerei contro obiettivi iraniani, creando un clima di crescente ostilità.

Le sfide diplomatiche

La situazione è ulteriormente complicata dalle dinamiche interne iraniane, dove le autorità sono sotto pressione per dimostrare la loro forza. La posizione di Araghchi si inserisce in un contesto di rafforzamento della narrazione anti-israeliana, giustificando le azioni militari come necessarie per la sopravvivenza della Repubblica Islamica.

Da un punto di vista diplomatico, i tentativi di mediazione da parte di attori esterni, come l’Unione Europea e le Nazioni Unite, sono ostacolati dalle posizioni intransigenti di entrambe le parti. La questione del nucleare iraniano rimane centrale nei negoziati, con gli Stati Uniti e gli alleati occidentali preoccupati per le potenziali conseguenze di un conflitto armato.

Le prospettive future per la pace nella regione dipendono dalla volontà di entrambe le parti di impegnarsi in un dialogo costruttivo. Le dichiarazioni di Araghchi potrebbero rappresentare un punto di partenza, ma la strada verso la stabilità è lunga e piena di ostacoli. È essenziale che la comunità internazionale continui a monitorare la situazione per prevenire un ulteriore deterioramento delle relazioni tra Iran e Israele.

In conclusione, è fondamentale che i leader regionali e globali si impegnino in un dialogo costruttivo per cercare soluzioni pacifiche e lavorare verso una de-escalation delle tensioni, evitando conflitti aperti che potrebbero avere ripercussioni devastanti per l’intera regione del Medio Oriente.