La recente notizia riguardante la gara deserta per l’affidamento dei lavori della nuova cabinovia Apollonio-Socrepes ha sollevato un notevole allarme in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. La Società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 (Simico) ha annunciato che, nonostante l’assenza di offerte, si attiveranno le procedure necessarie per garantire il proseguimento dell’opera, ma la scadenza per l’inizio dei giochi si avvicina rapidamente, con meno di otto mesi a disposizione.
Un progetto controverso
La cabinovia, con un costo previsto di circa 24 milioni di euro più IVA, è progettata per trasportare fino a 2.500 persone all’ora durante le competizioni di sci alpino femminile. Tuttavia, il progetto è stato definito da alcuni come un impianto “usa e getta”, destinato a essere utilizzato esclusivamente durante i Giochi, senza alcuna utilità a lungo termine per la comunità e gli operatori economici locali.
Le aziende che inizialmente avevano mostrato interesse si sono ritirate per diverse ragioni, tra cui:
- Opposizione da parte dei cittadini di Cortina.
- Timori riguardo alla perdita di abitazioni o studi professionali.
- Preoccupazioni per l’impatto ambientale e il rischio di frane nella zona.
Il Comitato Civico Cortina ha espresso il proprio dissenso, definendo il progetto una “violenza al nostro territorio” e uno “sfregio ambientale”. Questo tipo di resistenza evidenzia il conflitto tra le esigenze infrastrutturali per eventi di grande portata e i diritti dei cittadini.
Difficoltà tecniche e sfide future
Oltre alle preoccupazioni della comunità, ci sono anche difficoltà tecniche significative. La zona designata per i piloni della cabinovia è soggetta a movimenti franosi, rendendo i lavori complessi e rischiosi. Ci sono stati precedenti interventi che hanno richiesto modifiche al corso di strade a causa di frane, un ulteriore elemento che potrebbe scoraggiare le aziende dal partecipare.
Non è solo la cabinovia a fronteggiare questo problema; anche altre opere, come un impianto di collegamento a Livigno e un impianto di pattinaggio a Baselga di Piné, hanno visto gare deserte. Questo trend solleva interrogativi sulla capacità degli organizzatori di garantire le infrastrutture necessarie per il successo dei Giochi.
La necessità di un equilibrio
La Società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 ha dichiarato di voler proseguire con determinazione per assicurare il completamento delle infrastrutture. Tuttavia, la situazione attuale presenta una corsa contro il tempo, con scadenze sempre più imminenti e sfide crescenti. È fondamentale che gli organizzatori trovino soluzioni per attrarre le aziende, ma anche che ascoltino le esigenze della comunità locale.
La tensione tra le necessità infrastrutturali per eventi internazionali e la salvaguardia dell’ambiente e dei diritti dei cittadini è un tema ricorrente. Cortina, con la sua bellezza naturale e il suo patrimonio culturale, rappresenta un esempio emblematico di come le decisioni in materia di urbanistica possano generare conflitti.
In questo contesto, è essenziale che le istituzioni lavorino per trovare un equilibrio tra le esigenze economiche legate ai Giochi e la necessità di proteggere il territorio. La sfida è creare infrastrutture che possano offrire benefici duraturi alla popolazione locale e al turismo, evitando che eventi come le Olimpiadi diventino un pretesto per interventi dannosi per l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini. La strada da percorrere è complessa, ma il tempo è un fattore cruciale e l’orologio continua a ticchettare.