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Borsa europea in caduta libera dopo il crollo delle vendite negli Stati Uniti, Milano perde l’1,15%

Borsa europea in caduta libera dopo il crollo delle vendite negli Stati Uniti, Milano perde l'1,15%

Borsa europea in caduta libera dopo il crollo delle vendite negli Stati Uniti, Milano perde l'1,15%

Nella giornata di oggi, le principali Borse europee hanno continuato a registrare forti ribassi, ampliando il calo dovuto ai dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, che hanno mostrato un decremento superiore alle attese. In particolare, il report di maggio ha evidenziato una contrazione delle vendite al dettaglio dello 0,9%, un dato che ha colto di sorpresa gli analisti e ha contribuito a innescare una reazione negativa sui mercati. Questo calo ha avuto ripercussioni immediate, influenzando anche i contratti future sui listini americani, che si sono mossi in territorio negativo.

andamento delle borse europee

Tra le piazze europee, Madrid si è confermata come la peggiore, segnando un ribasso dell’1,35%, seguita da Milano con un -1,15%. Le chiusure delle altre principali borse sono state le seguenti:

  1. Francoforte: -0,76%
  2. Parigi: -0,57%
  3. Londra: -0,25%

Questo contesto di vendite e incertezze economiche ha messo in evidenza la fragilità dei mercati azionari, già provati da una serie di fattori geopolitici e macroeconomici.

situazione obbligazionaria

Il differenziale tra i Btp italiani e i Bund decennali tedeschi si è assestato a 94 punti base, segnalando una certa stabilità nel mercato obbligazionario, nonostante il contesto di incertezze. Il rendimento dei Btp è diminuito di 0,1 punti, portandosi al 3,45%, mentre il rendimento dei Bund tedeschi è sceso a 2,51%, in ribasso di 1,4 punti. Questi dati, sebbene mostrino una certa calma nel mercato obbligazionario, evidenziano anche le tensioni esistenti tra gli investitori, che stanno cercando rifugio in titoli più sicuri.

impatto delle tensioni geopolitiche

In un contesto di scambi complicato, il dollaro si è mantenuto stabile a 0,86 euro, mentre ha visto un apprezzamento verso la sterlina, arrivando quasi a 0,74. Tuttavia, le tensioni geopolitiche, in particolare il recente conflitto tra Israele e Iran, hanno avuto un impatto significativo sui mercati delle materie prime. I timori di una possibile chiusura dello stretto di Hormuz, attraverso il quale transita una significativa porzione del petrolio mondiale, hanno fatto lievitare i prezzi del greggio. Il Wti ha guadagnato l’1,62%, arrivando a 72,87 dollari al barile, mentre il gas naturale ha visto un incremento del 2,27%, portandosi a 38,78 euro al MWh.

Dall’altro lato, l’oro ha registrato una flessione dello 0,34%, attestandosi a 3.387,85 dollari l’oncia, segno che gli investitori stanno cercando opportunità in altri settori, nonostante il tradizionale rifugio rappresentato dal metallo prezioso stia perdendo appeal in questo momento di incertezza.

Il settore bancario ha subito uno dei colpi più duri, con titoli come Commerzbank in calo del 3,11% e Unicredit che ha registrato una performance negativa del 3%. Milano ha visto Unicredit come il titolo peggiore, mentre anche Intesa Sanpaolo (-2,5%), Popolare Sondrio (-2,33%) e Bper (-2,25%) hanno contribuito all’andamento negativo del settore.

In questo clima di incertezze e tensioni, i mercati europei stanno cercando di navigare attraverso le sfide economiche e geopolitiche, con gli investitori attenti a ogni nuova informazione che possa influenzare le loro decisioni.