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Mercati europei in calo, Milano scivola dell’1,1% mentre gli Usa restano stabili

Mercati europei in calo, Milano scivola dell'1,1% mentre gli Usa restano stabili

Mercati europei in calo, Milano scivola dell'1,1% mentre gli Usa restano stabili

Le borse europee continuano a mostrare segni di debolezza in un contesto caratterizzato da incertezze geopolitiche e una situazione economica fragile. Questo scenario è stato accentuato dall’apertura poco mossa dei listini statunitensi, a seguito dell’attacco degli Stati Uniti all’Iran, che ha suscitato preoccupazioni nei mercati internazionali. Gli investitori sembrano mantenere una posizione cauta, monitorando attentamente gli sviluppi nel Medio Oriente e le possibili ripercussioni economiche.

Milano e le borse europee

Milano si conferma la piazza più penalizzata, registrando un calo dell’1,1%. Questo ribasso riflette anche lo stacco di alcune cedole da parte di diverse società quotate, generando una reazione negativa da parte degli investitori. Anche le altre piazze europee si trovano in territorio negativo:

  1. Parigi: -0,95%
  2. Francoforte: -0,45%
  3. Londra e Madrid: -0,15% ciascuna

Negli Stati Uniti, i listini hanno mostrato variazioni minime, con il Dow Jones in calo dello 0,02% e il Nasdaq che ha segnato un ribasso dello 0,28%. Questa stabilità nei mercati americani può essere interpretata come una fase di attesa da parte degli investitori, in vista di nuovi dati economici e possibili sviluppi nelle politiche monetarie della Federal Reserve.

Analisi dello spread e dei cambi

Un aspetto interessante è il comportamento dello spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi, che si è stabilizzato a 98,2 punti. Questo valore indica una certa stabilità nel mercato obbligazionario italiano, nonostante il contesto di incertezze. Il rendimento annuo dei Btp è calato di 0,8 punti, assestandosi al 3,48%, mentre quello dei Bund ha visto una diminuzione di 1,6 punti, raggiungendo quasi il 2,5%. Tali movimenti evidenziano le differenze di percezione del rischio tra i due paesi.

Nel contesto dei cambi valutari, il dollaro ha mostrato una certa forza, scambiandosi a 0,87 euro e oltre quota 0,74 sterline. Questo rafforzamento della valuta statunitense può influenzare le esportazioni e le importazioni, creando tensioni nei mercati globali. Sul fronte delle materie prime, il prezzo dell’oro è aumentato dello 0,25%, raggiungendo 3.376,73 dollari al barile, mentre il greggio Wti ha visto un incremento dello 0,23%, attestandosi a 74,01 dollari al barile. Il gas naturale ha registrato un guadagno più consistente, con un aumento dell’1,27% a 41,44 euro al MWh sulla piazza Ttf di Amsterdam, indicativo di una domanda sostenuta in un periodo di transizione energetica.

Settori in difficoltà e performance azionarie

Tra i settori in difficoltà, il comparto del lusso ha subito un pesante ribasso, con marchi noti come:

  1. Pandora: -5%
  2. Kering: -3%
  3. Moncler: -2,14%
  4. Cucinelli: -1,33%

Questa flessione può essere attribuita a un cambiamento nelle abitudini di consumo e all’aumento della pressione inflazionistica. Anche il comparto aerospaziale ha registrato performance negative, con aziende come Rheinmetall (-2,67%) e Leonardo (-2,6%) che stanno esaminando un’offerta non vincolante su Iveco Defence Vehicles. Il titolo Iveco ha subito un calo del 2,38%, riflettendo l’incertezza intorno a questa operazione.

Il settore bancario ha vissuto una giornata di vendite, con Banco Bpm che ha ceduto l’1,67%, mentre Unicredit ha registrato un ribasso del 1,4% nel giorno del riavvio della sua offerta pubblica di scambio. Altre banche come Popolare Sondrio (-1,62%), Bper (-1,4%), BNP Paribas (-1,3%) e Intesa Sanpaolo (-0,8%) hanno seguito lo stesso trend. Tuttavia, Mediobanca ha mostrato una resistenza limitata, chiudendo a -0,4%, mentre Monte dei Paschi di Siena ha registrato un incremento del +0,46%, suggerendo un certo ottimismo tra gli investitori su questa banca.

Nel settore energetico, le azioni delle compagnie petrolifere hanno mostrato segni di crescita, con:

  1. Bp: +1,5%
  2. Shell: +0,81%
  3. TotalEnergies: +0,4%
  4. Eni: +0,25%

Da notare che Eni ha recentemente annunciato di aver incassato 2 miliardi da Ares in cambio del 20% di Plenitude, una mossa strategica per rafforzare la propria posizione nel mercato delle energie rinnovabili.

Infine, nel settore automobilistico, Stellantis ha visto un ribasso del 1,86%, coincidente con l’insediamento del nuovo amministratore delegato Antonio Filosa, mentre Renault ha chiuso con una flessione più contenuta del 0,75%. Questi movimenti evidenziano le sfide che le case automobilistiche devono affrontare in un mercato sempre più competitivo e in evoluzione.