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Il boom del biotech in Italia: 47,5 miliardi e 80mila posti di lavoro

Il boom del biotech in Italia: 47,5 miliardi e 80mila posti di lavoro

Il boom del biotech in Italia: 47,5 miliardi e 80mila posti di lavoro

Il settore delle biotecnologie in Italia ha raggiunto un fatturato impressionante di 47,5 miliardi di euro nel 2023, evidenziando la sua importanza strategica e la crescita continua. Con quasi 4.888 imprese attive e oltre 80.000 addetti, le biotecnologie si confermano come un pilastro fondamentale dell’economia italiana. Questo è stato sottolineato durante l’Assemblea annuale di Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, parte di Federchimica.

Le biotecnologie includono una vasta gamma di applicazioni che spaziano dalla salute all’agricoltura, dalla produzione industriale alla sostenibilità ambientale. Il settore è caratterizzato principalmente da piccole e medie imprese, che rappresentano l’ossatura del panorama biotecnologico italiano. Si stima che:

  1. Il 48% delle imprese e il 73% del valore prodotto provengano dal Nord Italia.
  2. La Lombardia è in prima posizione, ospitando il 15,3% delle aziende.
  3. Il Veneto e la Toscana seguono, entrambe con l’11,6%.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha evidenziato che “l’intero potenziale delle biotecnologie europee non viene ancora pienamente valorizzato”. Ha sottolineato le sfide burocratiche e normative che le imprese affrontano, ostacolando la loro capacità di innovare e crescere. In risposta a queste difficoltà, il governo sta lavorando a una legislazione specifica, il Biotech Act, pensato per facilitare l’innovazione e promuovere una transizione verso un’economia più sostenibile e indipendente.

Il futuro delle biotecnologie in Italia

Fabrizio Greco, riconfermato alla presidenza di Assobiotec per il triennio 2025-2028, ha commentato i nuovi dati, affermando che le biotecnologie sono tecnologie abilitanti e trasversali, in grado di fornire risposte concrete a molte delle sfide contemporanee, come la salute e la sostenibilità. Greco ha osservato che il settore è destinato a crescere ulteriormente nei prossimi anni, con paesi come Stati Uniti e Cina che hanno già investito significativamente in questo ambito per stimolare la loro crescita economica. Anche l’Europa sta prendendo coscienza dell’importanza delle biotecnologie, con l’European Biotech Act previsto per il 2026, che mira a creare un ambiente normativo più favorevole per il settore.

Un altro aspetto significativo dell’assemblea di Assobiotec è stata l’assegnazione dell’Assobiotec Award 2025. Questo premio, istituito nel 2008, viene conferito a personalità che si sono distinte nella promozione della ricerca, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico. Quest’anno, il riconoscimento è andato a Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (SR-Tiget) e professore all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Naldini è stato premiato per il suo straordinario contributo nella cura delle malattie genetiche e oncologiche, grazie a un lavoro pionieristico che ha aperto nuove possibilità terapeutiche.

L’importanza della collaborazione nel settore biotecnologico

La biotecnologia, in particolare la terapia genica, è un campo in rapida evoluzione, e Naldini è stato un attore chiave in questo processo. La sua ricerca ha non solo portato a trattamenti innovativi, ma ha anche elevato il profilo della ricerca italiana a livello internazionale, rendendolo un vero e proprio ambasciatore di innovazione e competenza. Naldini ha tracciato la strada per una nuova era della medicina, caratterizzata da approcci più mirati e personalizzati, ponendo l’accento sull’importanza di unire scienza, innovazione e imprenditorialità.

In un contesto globale dove l’innovazione è fondamentale per la competitività, il settore biotecnologico italiano ha dimostrato di avere le potenzialità per affrontare le sfide del futuro. Tuttavia, è necessario un impegno continuo da parte delle istituzioni e delle aziende per superare gli ostacoli esistenti e garantire che l’Italia possa continuare a essere un leader nel panorama biotecnologico mondiale.

In questo scenario, le collaborazioni tra università, centri di ricerca e imprese diventano sempre più cruciali. Investire nella formazione e nella ricerca è essenziale per mantenere il passo con i rapidi sviluppi tecnologici e per sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle biotecnologie. L’innovazione, in questo contesto, non è solo una questione di competitività economica, ma anche un elemento chiave per affrontare le sfide sociali e ambientali del nostro tempo.

Con l’attenzione crescente verso la salute pubblica e la sostenibilità, il settore delle biotecnologie è in una posizione privilegiata per giocare un ruolo determinante nel futuro sviluppo economico e sociale dell’Italia. Le politiche di sostegno e gli investimenti mirati saranno fondamentali per trasformare il potenziale in risultati concreti, favorendo una crescita inclusiva e sostenibile.