Italiane in prima linea: 128 startup pronte a rivoluzionare il futuro verso gli SDG 2030

Italiane in prima linea: 128 startup pronte a rivoluzionare il futuro verso gli SDG 2030
Il panorama imprenditoriale italiano è in fermento, con un numero crescente di startup che si dedicano a soluzioni sostenibili in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030. Il recente report “Reach the Goals | Le startup italiane per gli SDG”, presentato da Cariplo Factory, offre un’analisi approfondita di 128 startup e piccole e medie imprese (PMI) innovative che si stanno distinguendo in questo ambito.
Questa quarta tappa del progetto, avviato nel 2020, segue rapporti precedenti che hanno esaminato l’impatto delle startup durante la pandemia, celebrato l’imprenditoria femminile e approfondito il tema della sostenibilità. L’analisi attuale si concentra su come queste imprese stiano contribuendo attivamente al raggiungimento degli SDG, con particolare attenzione ai Goal 12 (Consumo e produzione responsabili), Goal 3 (Salute e benessere) e Goal 13 (Lotta al cambiamento climatico).
Startup italiane e SDG: un panorama in evoluzione
La ricerca rivela che tutte le startup coinvolte lavorano su uno o più SDG, con il 20% delle aziende che indica il Goal 12 come principale obiettivo. Tuttavia, sono emerse anche delle criticità. Obiettivi come il 16 (Pace, giustizia e istituzioni solide), il 10 (Ridurre le disuguaglianze) e l’1 (Sconfiggere la povertà) risultano meno presidiati, evidenziando le difficoltà nel tradurre queste tematiche in modelli di business sostenibili.
Il report, patrocinato dalla Commissione Europea, si inserisce in un contesto nazionale e globale preoccupante: secondo il Global Sustainable Development Report 2024, solo il 17% dei target misurabili ha buone probabilità di essere raggiunto entro il 2030. Questo scenario, unito ai ritardi evidenziati dall’ultimo rapporto Istat, rende evidente la necessità di un’azione concertata e innovativa. Tuttavia, esperti e policy maker vedono nella tecnologia e nell’intelligenza artificiale strumenti cruciali per accelerare il processo di cambiamento.
Caratteristiche delle startup analizzate
Le 128 startup analizzate si caratterizzano per una forte vocazione all’espansione internazionale e un elevato livello di maturità tecnologica: circa il 70% ha già ottenuto certificazioni o brevetti. La maggior parte di queste aziende (66%) sono startup, con una significativa presenza di quelle in fase pre-seed e seed, e il 20% in early stage. Nonostante la predominanza nel settore B2B (70%), molte di queste realtà si rivolgono anche al mercato consumer e alla pubblica amministrazione, evidenziando un potenziale trasversale e cross-settoriale.
Dall’agritech che si occupa di monitoraggio agricolo all’efficientamento energetico attraverso impianti innovativi, fino a iniziative nel sociale come centri polispecialistici per prestazioni mediche accessibili, le startup italiane coprono una vasta gamma di settori. Ci sono anche progetti che si occupano di educazione, come quelli che uniscono ricerca e teatro per coinvolgere le nuove generazioni, e iniziative nel mondo della cultura che utilizzano la tecnologia per offrire esperienze turistiche sostenibili.
Sfide e opportunità nel panorama startup
Un esempio notevole è la startup che applica l’intelligenza artificiale nella diagnostica medica, mirata a sviluppare il primo Large Language Model per la chirurgia e il monitoraggio dei pazienti. Inoltre, nel settore femtech, è in fase di sviluppo una clinica virtuale dedicata alla menopausa, un tema di crescente interesse e importanza.
Il report “Reach the Goals” ha mappato anche le origini geografiche delle startup, rivelando un forte divario tra Nord e Sud Italia. Il 64% delle imprese ha sede nel Nord, dove si concentrano anche le maggiori opportunità di investimento e un mercato dinamico. Tuttavia, molte startup sono state fondate da imprenditori del Sud, che si sono trasferiti al Nord per cercare opportunità di crescita. Questo fenomeno sottolinea l’importanza di creare un ambiente favorevole anche nel Centro-Sud per incentivare l’innovazione.
In termini di rappresentanza di genere, il report evidenzia una predominanza di team composti da soli uomini (63%), ma anche una significativa presenza di team misti, che rappresentano un cambiamento positivo nei rapporti di genere. Le startup con team misti si concentrano su obiettivi come il Goal 6 (Acqua pulita e servizi igienico-sanitari) e il Goal 12, dimostrando come la diversità possa influenzare positivamente le scelte imprenditoriali.
Uno dei dati più preoccupanti emersi dal report è il basso livello di supporto ricevuto da parte del sistema Paese. Solo il 30% delle startup ha potuto accedere a bandi e finanziamenti per l’imprenditoria sostenibile, con percentuali ancora più basse nel Centro-Sud e per le aziende fondate da sole donne. Questo gap evidenzia la necessità di una maggiore attenzione e sostegno alle startup, in particolare durante le fasi iniziali di sviluppo.
In termini di partecipazione a programmi di accelerazione e incubazione, quasi l’80% delle aziende ha preso parte a tali iniziative, ma con differenze significative a seconda degli obiettivi perseguiti. Le startup nel settore della salute e benessere, ad esempio, mostrano un’adesione quasi totale, mentre quelle che lavorano su obiettivi come energia pulita e lotta al cambiamento climatico faticano a raggiungere il 60%.
Infine, il report mette in luce come la misurazione dell’impatto e la trasparenza siano elementi cruciali per il successo delle startup. Oltre l’80% delle aziende che hanno effettuato misurazioni d’impatto ha ricevuto riconoscimenti pubblici, sottolineando l’importanza di una comunicazione efficace riguardo alle proprie pratiche sostenibili. Questo approccio non solo favorisce l’accesso a investimenti, ma contribuisce anche a costruire fiducia e credibilità nel mercato.
In un contesto in cui le startup italiane si stanno affermando come attori chiave nell’innovazione sostenibile, il report di Cariplo Factory rappresenta una risorsa preziosa per comprendere le dinamiche e le sfide di un ecosistema in continua evoluzione. Con le giuste politiche di supporto, formazione e investimento, queste realtà hanno il potenziale per guidare il cambiamento verso un futuro più sostenibile e inclusivo.