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Iran: il grido d’allerta di Zampini per le imprese italiane in difficoltà

Iran: il grido d'allerta di Zampini per le imprese italiane in difficoltà

Iran: il grido d'allerta di Zampini per le imprese italiane in difficoltà

L’attuale contesto in Iran, caratterizzato da un crescente livello di instabilità e tensioni politiche, sta generando preoccupazioni significative per le imprese italiane attive nel Paese. Giuseppe Zampini, presidente della Camera di commercio e Industria Italia (Ccii) – Iran e Paesi E.c.o, ha condiviso le sue riflessioni in un’intervista a Adnkronos/Labitalia, evidenziando le difficoltà logistiche e le sfide commerciali che le aziende italiane stanno affrontando.

la paralisi delle attività commerciali

Zampini sottolinea che la situazione attuale ha portato a una paralisi delle attività commerciali in Iran. Con i voli sospesi, le connessioni telefoniche in gran parte inattive e l’accesso limitato a Internet, molte aziende si trovano in uno stato di stallo. “La gran parte degli uffici sono chiusi, solo alcuni aperti, e quindi il business economico è fortemente rallentato, se non fermo in questi giorni”, afferma Zampini, evidenziando l’impatto diretto di queste restrizioni sulle operazioni quotidiane delle imprese.

il ruolo della camera di commercio

La Camera di commercio si occupa dell’internazionalizzazione delle imprese italiane in Iran e in altri nove Paesi membri dell’Economic Cooperation Organization (E.C.O), tra cui Afghanistan, Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Pakistan, Tagikistan, Turchia, Turkmenistan e Uzbekistan. Questa associazione gioca un ruolo cruciale nel facilitare i rapporti commerciali, ma l’attuale contesto politico e sociale in Iran sta mettendo a dura prova la sua capacità di operare efficacemente.

le sfide future per le aziende italiane

Zampini esprime preoccupazione per il futuro, affermando: “Vedremo come funzionerà la reazione dell’Iran, se reazione ci sarà”. Le difficoltà nell’ottenere i visti, già rappresentavano una barriera per molte aziende, sono ora amplificate dall’impossibilità di muoversi liberamente all’interno e all’esterno del Paese. “La frontiera del Paese è chiusa, quindi non si può né entrare né uscire”, aggiunge, evidenziando una realtà drammatica per coloro che cercano di fare affari in Iran.

In questa situazione, l’unica via di uscita per chi ha ricevuto le autorizzazioni necessarie sembra essere verso il Nord, in direzione dell’Azerbaigian o della Turchia. Zampini riferisce che alcune persone sono già riuscite a lasciare il Paese seguendo questi percorsi. Tuttavia, il panorama generale rimane teso e incerto, con molti imprenditori che attendono un miglioramento della situazione prima di prendere decisioni drastiche.

la resilienza delle imprese italiane

Nonostante le difficoltà, Zampini chiarisce che non vede ancora un fenomeno di fuga dalle aziende italiane in Iran. “Oggi non vedo ancora una fuga dal Paese, in attesa e nella speranza di poter riprendere le attività”, sottolinea. Le aziende italiane attive in Iran, che comprendono sia uffici diretti che rappresentanti locali, sono circa una trentina, mentre altre operano senza una presenza fisica nel Paese. Questo numero, sebbene non elevato, rappresenta un’importante parte dell’economia italiana in Iran e una potenziale fonte di opportunità commerciali.

La resilienza e la capacità di innovare saranno fondamentali per le imprese italiane che desiderano mantenere la loro presenza nel mercato iraniano e affrontare le sfide future con determinazione. In un contesto di instabilità, le aziende devono rimanere pronte a adattarsi e a trovare soluzioni creative per continuare le loro operazioni, anche in un ambiente così sfidante.