Calderone (Assica): dazi al 10% mettono a rischio il futuro dell’export di salumi negli Usa

Calderone (Assica): dazi al 10% mettono a rischio il futuro dell'export di salumi negli Usa
In un contesto economico sempre più complesso, il settore delle carni e dei salumi si trova ad affrontare sfide significative. Davide Calderone, direttore generale dell’Associazione industriali delle carni e dei salumi (Assica), ha recentemente espresso le sue preoccupazioni riguardo l’impatto dei dazi al 10% imposti dagli Stati Uniti e le conseguenze per l’export italiano. L’analisi di Calderone non è solo un allerta, ma un invito a riflettere sulle strategie necessarie per affrontare la situazione attuale.
L’importanza dell’export per l’industria italiana
Calderone ha sottolineato che l’export è fondamentale per l’industria italiana, che è riconosciuta per la sua capacità di produrre salumi di alta qualità . Ha affermato che “noi siamo un Paese che trasforma, per il quale l’export è fondamentale”, evidenziando come ogni spesa aggiuntiva, come i dazi, possa ridurre i margini di profitto delle aziende. Gli effetti dei dazi si sommano a un cambio euro-dollaro sfavorevole, complicando ulteriormente la situazione per le imprese.
- Dazi al 10%: un costo significativo per le aziende.
- Proiezioni per il 2025: atteso un calo dell’export di salumi italiani negli Stati Uniti.
- Situazione attuale: le aziende devono affrontare costi operativi più elevati.
Le sfide per il futuro
Calderone ha avvertito che, nonostante il 2024 possa sembrare un anno positivo per il comparto, con un incremento dell’export del 14,2% in valore, ci sono anche luci e ombre. La saturazione del mercato interno rappresenta una sfida, e trovare nuovi mercati per i prodotti italiani non è semplice. “Cercare strade alternative agli USA non è facile”, ha affermato, sottolineando la complessità di penetrare in nuovi mercati.
In questo contesto, l’Assica gioca un ruolo cruciale nel sostenere le aziende italiane, cercando di comunicare all’amministrazione americana il valore dei salumi italiani. Calderone ha spiegato che “un dazio per un prodotto che arriva in USA diventa anche un problema per un’azienda che opera in USA e paga le tasse nel Paese”, evidenziando l’interconnessione tra i mercati.
La peste suina africana e le sue conseguenze
Un ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dalla peste suina africana, che ha avuto un impatto devastante sull’export dei salumi italiani, in particolare verso i Paesi asiatici. Calderone ha stimato un mancato export di circa 20 milioni di euro al mese dall’inizio dell’emergenza nel 2022. La chiusura dei mercati, come Giappone e Cina, ha colpito duramente l’industria. Sebbene ci siano stati progressi, come la riapertura del mercato giapponese per i prodotti cotti, le limitazioni continuano a persistere.
In conclusione, l’industria dei salumi è una delle eccellenze del made in Italy. Tuttavia, la strada da percorrere è ancora lunga. La combinazione della peste suina africana e dei dazi economici richiede un impegno costante e strategie ben definite per garantire che i salumi italiani possano continuare a prosperare sui mercati internazionali. Investire nella qualità e nella promozione del prodotto italiano all’estero sarà fondamentale per affrontare le sfide attuali e future.