Garlasco: i primi risultati sulle impronte sospette e le rivelazioni dell’avvocata di Sempio

Garlasco: i primi risultati sulle impronte sospette e le rivelazioni dell'avvocata di Sempio
Le recenti indagini sul delitto di Garlasco hanno suscitato un notevole interesse pubblico, soprattutto per quanto riguarda le impronte rinvenute nella casa di Chiara Poggi. A quasi diciotto anni dall’omicidio, i risultati delle analisi effettuate nell’ambito del maxi incidente probatorio hanno rivelato una situazione piuttosto deludente, sollevando interrogativi sul futuro delle indagini e sul destino dei principali sospettati.
La situazione delle impronte
Le analisi si sono concentrate su trenta fogli di acetato, sui quali sono state identificate circa cinquanta impronte. Tuttavia, i risultati preliminari indicano che la quantità di materiale disponibile per l’estrazione del DNA è insufficiente per ottenere profili confrontabili. Tra queste impronte, la cosiddetta “impronta 10” ha destato particolare attenzione, essendo considerata dagli investigatori come la “mano sporca” del presunto killer.
- Le verifiche effettuate dai consulenti delle parti hanno confermato che non è possibile estrarre DNA sufficiente da alcuni fogli di acetato.
- Solo un paio di fogli presentano un materiale potenzialmente utile, ma anche in questo caso la quantità è troppo bassa per risultati significativi.
- Gli esperti hanno sottolineato che i kit per l’estrazione del materiale genetico hanno un range che può arrivare fino a mille, mentre i valori riscontrati si attestano attorno allo 0,1.
Le implicazioni per le indagini
La mancanza di prove tangibili e l’inefficacia delle analisi finora svolte potrebbero complicare ulteriormente il lavoro degli inquirenti. È importante notare che i prossimi test mirati a identificare eventuali tracce di DNA dovranno affrontare ulteriori verifiche e caratterizzazioni. Tuttavia, la probabilità di ottenere risultati positivi sembra attualmente molto bassa, rappresentando un ulteriore ostacolo per le indagini.
Parallelamente, sono emerse notizie riguardo ai tracciati di DNA trovati nei rifiuti di Chiara Poggi, che appartengono o a Chiara stessa o ad Alberto Stasi, l’ex fidanzato della vittima. Tuttavia, non risultano appartenere ad Andrea Sempio, il nuovo indagato per omicidio. La consulenza dattiloscopica ha stabilito che l’impronta 10 non appartiene né a Stasi né a Sempio, e i primi test non hanno rilevato tracce di sangue sull’impronta.
La reazione dell’avvocata di Sempio
La legale di Andrea Sempio, Angela Taccia, ha reagito prontamente ai risultati delle analisi, dichiarando: «Ad oggi, non solo l’analisi genetica dei reperti rinvenuti nella spazzatura, ma anche gli esiti emersi dalle analisi svolte sugli acetati, confermano ancora una volta che il mio assistito Sempio non si trovava sulla scena del crimine». Taccia ha ribadito l’estraneità di Sempio rispetto ai fatti, sottolineando l’importanza di questi risultati.
La situazione attuale solleva interrogativi sulla prosecuzione delle indagini e sulla possibilità di identificare un colpevole, in un caso che ha già suscitato tanto clamore. Garlasco, un comune in provincia di Pavia, è diventato simbolo di un delitto irrisolto che ha scosso la comunità e acceso il dibattito pubblico su giustizia e diritti delle vittime.
Il futuro delle indagini sul delitto di Garlasco rimane incerto, e con esso la speranza di trovare una verità che possa finalmente portare giustizia a Chiara e alla sua famiglia. Con ulteriori test in programma e l’attenzione continua delle parti coinvolte, si attende di vedere quale direzione prenderanno le indagini nei prossimi mesi.