Caldo estremo: il grido di Di Bella per i lavoratori invisibili nei campi

Caldo estremo: il grido di Di Bella per i lavoratori invisibili nei campi
L’estate porta con sé sfide significative, specialmente per chi lavora all’aperto. Antonio Di Bella, presidente dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro (Anmil), ha sollevato preoccupazioni riguardo alla salute e alla sicurezza dei lavoratori agricoli ed edili. È fondamentale riflettere su chi opera nei campi, spesso invisibili e sottopagati, che si trovano a fronteggiare la “voragine silenziosa del sommerso”.
Ordinanza della Regione Emilia-Romagna
Il 30 giugno, la Regione Emilia-Romagna ha adottato un’ordinanza per fermare le attività lavorative all’aperto durante le ore più calde. Questa decisione è stata presa in risposta a incidenti tragici che hanno coinvolto lavoratori esposti a temperature estreme. Recentemente, la morte di Ait El Hajjam Brahim, un imprenditore di 47 anni, ha scosso l’opinione pubblica. Brahim è collassato mentre stava stendendo calcestruzzo in un parcheggio di una scuola in provincia di Bologna, lasciando tre figli orfani e una moglie vedova. Questo dramma riporta in primo piano le condizioni di lavoro di molti operai.
Situazione critica e normative anti-caldo
Il Veneto ha risposto con un decreto per tutelare la salute dei lavoratori, ma la situazione resta critica. Nella stessa giornata, due operai a Tezze sul Brenta, in provincia di Vicenza, sono stati colti da malore mentre lavoravano in una buca, uno dei quali è attualmente in coma. Questi eventi drammatici sono solo l’ultimo anello di una catena di incidenti che colpiscono lavoratori in condizioni estreme. Attualmente, ben 13 regioni italiane hanno adottato normative anti-caldo, tra cui:
- Basilicata
- Calabria
- Campania
- Lazio
- Liguria
- Puglia
- Sardegna
- Sicilia
- Toscana
- Abruzzo
- Emilia-Romagna
- Lombardia
- Veneto
Riflessioni sulla sicurezza dei lavoratori
Di Bella invita a riflettere su quanti lavoratori continuino a operare sotto il caldo torrido senza alcuna protezione. “La loro esistenza è segnata da un silenzio assordante”, afferma. Le vittime di incidenti sul lavoro non sono solo quelle che fanno notizia nei titoli dei giornali; esiste un’altra categoria di lavoratori che, a causa dell’esposizione prolungata a temperature estreme e ad agenti nocivi, contraggono malattie professionali gravi, spesso senza che la loro condizione venga riconosciuta.
L’Anmil, che da oltre 80 anni si batte per la tutela delle vittime degli incidenti sul lavoro e dei loro familiari, sostiene che le normative anti-caldo dovrebbero essere automatizzate all’inizio di ogni stagione estiva. “Dobbiamo scrivere un piano strutturale che garantisca la sicurezza dei lavoratori”, sottolinea Di Bella, evidenziando l’urgenza di affrontare questa problematica. La questione non riguarda solo i diritti dei lavoratori, ma anche la responsabilità delle aziende e delle istituzioni nel garantire un ambiente di lavoro sicuro.
In conclusione, il caldo estivo non deve essere un motivo per mettere a repentaglio la vita e la salute dei lavoratori. È un dovere collettivo riflettere su queste problematiche e trovare soluzioni concrete, che tutelino la vita dei lavoratori e incentivino le aziende a migliorare le proprie pratiche lavorative. La salute dei lavoratori non può essere considerata un aspetto secondario; è una questione di dignità e rispetto per chi contribuisce alla crescita e al benessere del Paese.