L’impronta misteriosa: la famiglia Poggi sfida la Procura con nuovi esperti

Matteo Rigamonti

Luglio 3, 2025

La questione dell’impronta n. 33, legata al caso dell’omicidio di Chiara Poggi, continua a suscitare un acceso dibattito. Secondo i consulenti della famiglia Poggi, l’impronta in questione non sarebbe attribuibile ad Andrea Sempio, l’uomo sospettato dalla Procura di Pavia di essere il responsabile del delitto. Questa affermazione si basa su un’analisi approfondita richiesta dai genitori di Chiara, che hanno sempre sostenuto la necessità di chiarire ogni aspetto legato all’omicidio della figlia.

L’impronta n. 33 e le sue implicazioni

L’impronta n. 33 è stata trovata sul terzo gradino della scala che conduce al luogo in cui è stato rinvenuto il corpo di Chiara. I consulenti hanno dichiarato che non solo l’impronta non appartiene a Sempio, ma che essa sarebbe anche “estranea alla dinamica omicidiaria”. Questa tesi contrasta nettamente con le conclusioni della Procura, che considera l’impronta come un elemento chiave nelle indagini.

Le analisi condotte dai consulenti privati della famiglia Poggi hanno portato a una richiesta formale, da parte degli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, di avviare un incidente probatorio per chiarire la questione dell’impronta n. 33. Tuttavia, questa istanza è stata rigettata dai pubblici ministeri, un esito che ha suscitato ulteriori preoccupazioni tra i familiari di Chiara, desiderosi di vedere fatta giustizia.

Altre impronte e nuovi sviluppi

Un altro elemento che ha attirato l’attenzione è l’impronta numero 44, di cui si parla nei recenti articoli de Il Fatto Quotidiano e Il Messaggero. Questa impronta, caratterizzata da righe nere verticali, è stata trovata sul muro destro delle scale che conducono alla tavernetta del villino di via Pascoli a Garlasco. Nel 2007, l’impronta era stata giudicata indefinibile e catalogata come la numero 44. È importante notare che questa impronta è perpendicolare rispetto alla n. 33, creando ulteriori complessità nell’analisi delle tracce.

Attualmente, il Ris di Cagliari sta riesaminando l’intero insieme di reperti trovati nel villino, un’azione che potrebbe portare a nuove scoperte. Le nuove analisi hanno suggerito una ricostruzione della dinamica dei movimenti di chi ha trasportato il corpo di Chiara lungo le scale, partendo da alcune impronte di polpastrelli rinvenute sulla spalla sinistra del pigiama della vittima. Secondo questa nuova interpretazione, la Procura di Pavia, guidata dal procuratore Fabio Napoleone, ha evidenziato tre tracce ritenute significative e collegate tra loro:

  1. Impronta palmare 33
  2. Impronta 44
  3. Traccia strisciata di sangue identificata come 97F

Il futuro del caso

La Procura sostiene che queste tracce possano evidenziare il movimento di una sola persona. Secondo la loro ricostruzione, la traccia di polpastrelli sarebbe stata lasciata dalla mano insanguinata dell’aggressore, il quale avrebbe poi lasciato la macchia di sangue 97F sulla parete sinistra, evidenziando così una direzione di fuga verso il basso delle scale.

Questa nuova interpretazione del caso ha riacceso il dibattito sull’innocenza o colpevolezza di Sempio, riflettendo le tensioni tra le diverse versioni fornite dai consulenti della famiglia Poggi e le indagini della Procura. Mentre la famiglia Poggi continua a lottare per la verità, il ruolo delle impronte e delle tracce ematiche rimane cruciale.

In un contesto così complesso, è evidente che la questione delle impronte, e in particolare quella n. 33, rappresenta un punto nevralgico nel caso. Le divergenze tra i consulenti della famiglia e gli inquirenti potrebbero avere ripercussioni significative sugli sviluppi futuri del processo. La ricerca della verità, un obiettivo fondamentale per la famiglia Poggi, si scontra con la realtà di una giustizia che, a volte, sembra camminare su un terreno instabile.

I familiari di Chiara si trovano così a dover affrontare non solo il dolore per la perdita della loro amata, ma anche la frustrazione di una giustizia che appare lontana e complessa. La lotta per dimostrare l’innocenza di Andrea Sempio, o viceversa, si fa sempre più intricata, con la speranza che l’analisi delle nuove tracce possa finalmente chiarire le responsabilità in questo tragico caso che ha segnato profondamente la comunità di Garlasco e non solo.