Scoperto il primo identikit di un antico egizio grazie al Dna

Scoperto il primo identikit di un antico egizio grazie al Dna
Negli ultimi decenni, la ricerca sul DNA antico ha compiuto progressi significativi, offrendo nuove prospettive sulla comprensione delle popolazioni passate e delle loro interazioni. Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature ha segnato un traguardo importante: per la prima volta, è stato estratto e sequenziato il DNA completo di un uomo vissuto nell’antico Egitto, precisamente durante il periodo delle prime piramidi, tra 4.800 e 4.500 anni fa. Questo individuo, identificato come un vasaio, rappresenta non solo il DNA più antico mai ottenuto in quella parte del mondo, ma anche una pietra miliare nella ricerca sulla diversità genetica degli antichi egizi.
Il team di ricerca
La scoperta è il risultato del lavoro di un team di ricerca internazionale guidato dall’Università John Moores di Liverpool e dall’Istituto Francis Crick di Londra. Quarant’anni dopo i pionieristici tentativi di Svante Pääbo, premio Nobel per la medicina nel 2022, i ricercatori hanno utilizzato tecniche avanzate per estrarre il DNA da un dente dell’individuo. Le nuove metodologie hanno permesso di escludere la contaminazione del campione, un aspetto cruciale per garantire l’affidabilità dei risultati ottenuti.
Origini e interazioni culturali
L’uomo in questione, che al momento della morte aveva un’età compresa tra i 44 e i 64 anni, ha vissuto una vita relativamente lunga per i suoi tempi. Il suo genoma rivela interessanti informazioni sulle sue origini:
- 80% del suo DNA proviene da popolazioni del Nord Africa.
- 20% è riconducibile a gruppi della Mesopotamia, corrispondente all’attuale Iraq.
Queste informazioni suggeriscono un potenziale scambio culturale e genetico tra le diverse regioni, rivelando che l’antico Egitto non era isolato, ma piuttosto un crocevia di popolazioni e culture. Pontus Skoglund, uno dei coordinatori dello studio, ha dichiarato che la ricerca offre la prima prova genetica di possibili movimenti di persone in Egitto durante quel periodo.
Significato della scoperta
L’individuo è stato rinvenuto nel 1902, sepolto in un vaso di ceramica a Nuwayrat, una località a circa 265 chilometri a sud del Cairo. La scelta di una sepoltura in un vaso di ceramica indica un certo status sociale, suggerendo che l’uomo avesse una posizione di rilievo nella sua comunità. Tuttavia, i segni di usura sulle sue ossa indicano anche una vita di lavoro fisico, probabilmente come vasaio o in un mestiere simile. Questo dualismo tra status sociale e stile di vita lavorativo è un elemento affascinante che invita a riflettere sulle complessità della vita nell’antico Egitto.
La scoperta del DNA di questo antico egizio non solo arricchisce il nostro bagaglio di conoscenze sulla genetica delle popolazioni antiche, ma offre anche una visione più sfumata delle relazioni sociali, culturali e lavorative dell’epoca. Le informazioni ottenute attraverso il sequenziamento del DNA possono contribuire a ricostruire non solo la storia biologica di questo individuo, ma anche le dinamiche più ampie delle popolazioni che abitavano l’Egitto millenni fa.
Inoltre, l’analisi genetica di questo individuo rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione della diversità genetica degli antichi egizi. Tradizionalmente, gli studi sull’antico Egitto si sono concentrati maggiormente sull’archeologia e sulla storia scritta, trascurando spesso la dimensione genetica. Tuttavia, con l’avvento delle nuove tecniche di sequenziamento e analisi del DNA, i ricercatori possono ora integrare questi dati biologici con le evidenze archeologiche e storiche, offrendo una visione più completa e integrata della vita nell’antico Egitto.
Questa scoperta potrebbe anche avere implicazioni più ampie per la comprensione delle migrazioni umane e delle interazioni culturali nell’antichità. L’analisi genetica potrebbe rivelare connessioni tra l’antico Egitto e altre civiltà contemporanee, fornendo indizi su come le popolazioni si siano spostate, mescolate e influenzate reciprocamente nel corso dei millenni. La ricerca continua in questo settore promette di svelare ulteriori misteri sul passato dell’umanità, contribuendo a costruire un quadro più chiaro delle origini delle diverse culture e delle loro evoluzioni nel tempo.