Il Dna sotto le unghie di Chiara Poggi: la svolta della genetista Albani che potrebbe rivoluzionare il caso

Il Dna sotto le unghie di Chiara Poggi: la svolta della genetista Albani che potrebbe rivoluzionare il caso
L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, continua a sollevare interrogativi e ad attrarre l’attenzione di esperti e appassionati di inchieste criminologiche. Le tracce di Dna rinvenute sotto le unghie della giovane vittima rappresentano un elemento cruciale per identificare l’assassino. Recentemente, la genetista Denise Albani ha avviato una nuova iniziativa, supportata dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, per analizzare i «dati grezzi» raccolti all’epoca del delitto, un approccio che potrebbe cambiare le sorti dell’indagine.
L’importanza dei dati grezzi nell’analisi del Dna
La strategia della Albani si discosta dalle analisi precedenti, che si erano concentrate su tracciati elettroforetici già esistenti. Invece di rivedere i vecchi grafici, il suo obiettivo è lavorare direttamente sui dati grezzi, ovvero le informazioni originali estratte nel 2007. Questo metodo innovativo potrebbe fornire una visione più chiara e dettagliata, superando i limiti delle analisi passate.
Durante un incontro presso il Gabinetto di polizia scientifica della Questura di Milano, Albani ha presentato il proprio piano operativo. Tra i presenti, vi erano consulenti e avvocati delle parti coinvolte, inclusi la Procura e la difesa di Andrea Sempio, indagato per concorso in omicidio. Il primo quesito posto ai periti riguardava l’analisi tecnica dei profili genetici estratti dai margini ungueali di Chiara.
Divergenze nelle perizie precedenti
L’analisi del Dna ha sempre avuto un ruolo centrale nel caso di Chiara Poggi. La perizia del 2014, condotta dal perito Francesco De Stefano, aveva concluso che le tracce non erano utili a fini identificativi. Tuttavia, questa conclusione ha suscitato dubbi tra esperti come Ugo Ricci, Carlo Previderè e Pierangela Grignani, i quali hanno evidenziato la possibilità di una compatibilità del Dna con quello di Sempio. Queste divergenze hanno messo in luce la complessità del caso e la necessità di un’analisi più approfondita.
La ricerca di campioni biologici
Il concetto di «dati grezzi» è fondamentale per la nuova iniziativa della Albani. Questi dati provengono direttamente dal sequenziatore del Dna, prima di essere trasformati in tracciati visivi. Albani ha intenzione di utilizzare questi dati per ottenere un’analisi più dettagliata. Inoltre, ha espresso il desiderio di contattare il Ris (Reparto Investigazioni Scientifiche) per verificare l’esistenza di campioni di Dna raccolti nel 2007. La disponibilità di residui biologici potrebbe essere determinante per ulteriori analisi.
Nonostante l’incertezza che circonda le nuove analisi, l’obiettivo degli esperti è chiaro: acquisire dati originali che possano portare a nuove scoperte. Ricci ha sottolineato il clima di collaborazione tra i periti coinvolti, tutti impegnati a svolgere al meglio il proprio compito.
La questione del Dna sotto le unghie di Chiara Poggi rimane uno degli aspetti più oscuri di un caso complesso. Le nuove analisi potrebbero avere un impatto significativo non solo sull’identificazione del colpevole, ma anche sulla giustizia per la vittima e la sua famiglia. La scienza, con le sue tecniche avanzate e l’analisi dei dati grezzi, potrebbe rivelarsi la chiave per svelare un mistero che dura da oltre quindici anni.