Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea, si trova al centro di una tempesta politica nel Parlamento europeo, dove ha dovuto difendersi da accuse di mancanza di trasparenza e di cattiva gestione dei contratti per la fornitura di vaccini durante la pandemia di Covid-19. Questo episodio, noto come “Pfizergate”, ha visto una mozione di sfiducia promossa da europarlamentari di destra, in particolare dal gruppo ECR (Conservatori e Riformisti Europei), capeggiato dal romeno Gheorghe Piperea. Nonostante la gravità della situazione, Von der Leyen ha dimostrato determinazione nel respingere le accuse e nel sostenere la propria gestione.
la difesa di von der leyen
Durante il suo intervento in Aula a Strasburgo, Von der Leyen ha sottolineato l’importanza della comunicazione diretta con produttori di vaccini e scienziati, affermando: «Sì certo, ero in contatto diretto coi produttori dei vaccini, così come con i migliori scienziati ed epidemiologi». La presidente ha difeso con vigore il suo operato, affermando che «tutto fu fatto in pubblico» e che i contratti furono esaminati in dettaglio dai vari Stati membri. Secondo Von der Leyen, le accuse di segretezza e di favoritismi sono completamente infondate: «Nessun segreto, nessuna clausola nascosta o speciale per questo o quell’altro Stato».
il contesto del dibattito sui vaccini
Il contesto di queste affermazioni è cruciale, poiché il dibattito sui vaccini è stato particolarmente acceso durante la pandemia. I governi di tutto il mondo cercavano disperatamente di garantire l’accesso a dosi di vaccino. La Commissione europea ha negoziato contratti per centinaia di milioni di dosi, e il modo in cui questi accordi sono stati gestiti è diventato oggetto di scrutinio pubblico e politico. La questione dei messaggi scambiati tra Von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, ha alimentato ulteriormente le polemiche. Il New York Times ha intentato causa per ottenere la pubblicazione di questi messaggi, e la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che la Commissione non ha fornito motivazioni valide per il rifiuto di rendere pubblici tali documenti.
le reazioni politiche
In questo clima di tensione, Von der Leyen ha dovuto affrontare non solo le critiche da parte della destra, ma anche le preoccupazioni espresse da alcuni gruppi di centrosinistra. Questi ultimi hanno colto l’occasione per denunciare l’inaffidabilità dell’ECR e chiedere chiarimenti sulla direzione politica dell’Unione Europea. «Diteci chiaramente con chi volete costruire l’Europa, con chi la vuole distruggere o con chi sta dalla parte dei suoi valori?», ha chiesto in Aula la leader dei Socialisti e Democratici, Iratxe García Pérez.
Il ruolo di Fratelli d’Italia (FdI) in questo contesto è particolarmente interessante. Il partito, pur essendo parte dell’ECR, ha scelto di non sostenere la mozione di sfiducia contro Von der Leyen. La leader di FdI, Giorgia Meloni, ha buoni rapporti con la presidente della Commissione. Nicola Procaccini, eurodeputato di FdI, ha cercato di smarcarsi dall’iniziativa di Piperea, definendola un «errore, un regalo ai nostri avversari politici». La decisione di FdI di votare contro la mozione di sfiducia riflette la volontà di mantenere un legame stretto con la Commissione e di garantire la continuità nell’azione politica di Von der Leyen.
Il clima all’interno del Parlamento europeo rimane teso, con i gruppi di centrosinistra che continuano a criticare le alleanze tra Ppe e ECR. La questione di chi rappresenti realmente i valori europei è aperta e dibattuta. I Verdi, i Socialisti e i Liberali hanno evidenziato come l’ECR possa essere associato a posizioni estremiste e potenzialmente anti-democratiche, mettendo in discussione l’affidabilità dell’intera coalizione.
Questo episodio ha messo in evidenza non solo le fragilità politiche dell’Unione Europea, ma anche la necessità di un confronto più aperto e trasparente su temi fondamentali come la salute pubblica e la gestione delle crisi. Von der Leyen ha promesso di essere più disponibile a lavorare con il Parlamento europeo, ribadendo l’importanza di un dialogo costruttivo e della collaborazione tra le istituzioni.
La discussione su Pfizergate è destinata a continuare, e il voto sulla mozione di sfiducia rappresenterà un momento cruciale per la stabilità della Commissione e per la credibilità dell’intero processo decisionale europeo. Mentre l’attenzione si concentra sulle prossime mosse politiche, resta da vedere come questa controversia influenzerà le dinamiche future all’interno dell’Unione Europea e il modo in cui le istituzioni risponderanno alle sfide imminenti.