L’Unione Europea alza il sopracciglio su Unicredit e Banco: cosa c’è da sapere

Giada Liguori

Luglio 9, 2025

Negli ultimi giorni, l’acquisizione di Banco BPM da parte di Unicredit ha catturato l’attenzione sia a livello nazionale che europeo. La Commissione Europea ha inviato una lettera al governo italiano per esprimere le proprie preoccupazioni riguardo ai limiti imposti dall’Italia sull’operazione, in base alla normativa del golden power. Questo strumento di protezione consente allo Stato di mantenere il controllo su operazioni strategiche, ma ha sollevato interrogativi sul rispetto delle normative europee riguardanti le concentrazioni.

L’acquisizione di Banco BPM da parte di Unicredit rappresenta una delle operazioni di consolidamento più significative del settore bancario in Italia negli ultimi anni. Con un valore complessivo attorno ai 4 miliardi di euro, questa operazione potrebbe cambiare radicalmente il panorama bancario. Tuttavia, le autorità italiane hanno deciso di esercitare il golden power, imponendo restrizioni che limitano la libertà di Unicredit di operare in autonomia post-acquisizione.

la lettera della commissione europea

La lettera della Commissione Europea, attesa nei prossimi giorni, segna l’inizio di un procedimento che potrebbe portare a confronti tra le istituzioni europee e il governo italiano. In questa fase iniziale, il governo ha l’opportunità di chiarire la propria posizione. Solo successivamente, la Commissione potrà prendere una decisione definitiva riguardo all’operazione.

il contesto normativo europeo

Il contesto normativo europeo è chiaro: secondo le regole sulle concentrazioni, è solo la Commissione Europea a poter imporre condizioni su operazioni di questo tipo. Ciò significa che, pur avendo la possibilità di esercitare il golden power, l’Italia deve confrontarsi con le normative europee, che mirano a garantire un mercato unico senza ostacoli e discriminazioni per le imprese.

Le preoccupazioni della Commissione riguardano principalmente il fatto che le misure di golden power potrebbero creare un precedente pericoloso, minando la competitività del mercato europeo e dissuadendo investimenti esteri. Nonostante l’intento di proteggere gli interessi nazionali, l’azione del governo italiano potrebbe essere interpretata come una violazione delle regole europee, con possibili sanzioni o un blocco dell’operazione.

le implicazioni per unicredit e il mercato

Unicredit, dal canto suo, sta cercando di navigare in queste acque turbolente. La banca considera l’acquisizione di Banco BPM una mossa strategica per aumentare la propria quota di mercato e migliorare l’efficienza operativa. L’operazione consentirebbe a Unicredit di integrare una rete di filiali consolidate e accedere a una clientela più ampia, ma tutto ciò potrebbe essere compromesso se le restrizioni imposte dall’Italia risultassero insostenibili.

L’acquisizione di Banco BPM ha un impatto non solo economico, ma anche sociale. Le banche forniscono servizi essenziali a famiglie e imprese e le eventuali modifiche nella governance di una grande banca possono avere ripercussioni significative. Inoltre, il settore bancario italiano ha affrontato sfide come la gestione dei crediti deteriorati e la necessità di ristrutturazioni interne. Pertanto, l’acquisizione potrebbe rappresentare una soluzione a lungo termine per stabilizzare il settore, a patto che le condizioni siano favorevoli.

La situazione è in continua evoluzione e dipenderà dalle risposte che il governo italiano fornirà alla Commissione Europea. Gli osservatori del settore e gli analisti sono in attesa di sviluppi, poiché le implicazioni di questa operazione potrebbero influenzare le politiche economiche italiane ed europee. Mentre si attende l’invio della lettera e le eventuali risposte delle autorità italiane, resta da vedere come si evolverà la situazione e quali saranno le conseguenze per Unicredit, Banco BPM e il mercato bancario italiano nel suo complesso. La tensione tra il governo italiano e le istituzioni europee è un tema ricorrente, e questa volta non sembra essere da meno.