Pranzo da incubo a Ponza: 923 euro per pasta all’aragosta e vino bianco, la difesa del ristoratore

Matteo Rigamonti

Luglio 9, 2025

Un pranzo da incubo per quattro turisti a Ponza ha sollevato un acceso dibattito sui prezzi elevati nella ristorazione. Sabato 5 luglio, i malcapitati si sono trovati a dover pagare un conto di ben 923 euro presso il ristorante «Il rifugio dei naviganti». Questo episodio ha messo in luce le problematiche legate alla trasparenza dei prezzi e alla comunicazione tra ristoratori e clienti, specialmente in una località turistica come Ponza, nota per le sue acque cristalline e i paesaggi mozzafiato.

il pranzo e il conto salato

Il pranzo è iniziato in modo apparentemente innocuo, con i turisti che hanno ordinato un antipasto e quattro primi piatti, accompagnati da acqua e due bottiglie di vino bianco. Tuttavia, la scelta degli scialatielli all’aragosta ha fatto lievitare il conto a cifre da capogiro. I dettagli del conto includono:

  1. Quattro porzioni di scialatielli all’aragosta: 759 euro
  2. Due bottiglie di vino bianco delle Cantine Migliaccio: 120 euro

Il proprietario del ristorante, Mario Coppa, ha difeso il prezzo sostenendo che è in linea con il mercato per prodotti di alta qualità come l’aragosta, che costa 230 euro al chilo. Ha inoltre sottolineato che le aragoste scelte dai turisti pesavano circa 825 grammi ciascuna e che il ristorante pratica la massima trasparenza mostrando l’etichetta con il peso al momento della scelta.

la difesa del ristoratore

Coppa ha anche affermato di aver applicato uno sconto ai turisti a seguito delle loro lamentele, dichiarando: «Se era troppo avremmo preso un’aragosta più piccola». Ha messo in evidenza le difficoltà che i ristoratori affrontano, specialmente quando i clienti si lamentano dei prezzi dopo aver ordinato piatti costosi. La sua filosofia aziendale si basa non solo sulla qualità dei prodotti, ma anche sulla creazione di un’esperienza complessiva per i clienti, investendo nell’ambiente circostante.

il dibattito sui social media

L’episodio ha generato un acceso dibattito sui social media, con opinioni divise. Alcuni difendono il ristorante, affermando che la qualità ha un costo e che i clienti dovrebbero essere pronti a spendere di più per prodotti freschi e di alta qualità. Altri, invece, criticano i prezzi, considerandoli eccessivi e ingiustificati. Questo caso non è isolato, ma rappresenta un tema ricorrente riguardante la trasparenza dei prezzi nel settore della ristorazione, specialmente in località turistiche.

In conclusione, la questione dei prezzi nei ristoranti di Ponza richiede una riflessione più profonda. È fondamentale che i ristoratori comunichino chiaramente i prezzi ai clienti per evitare fraintendimenti e situazioni spiacevoli. Solo così si può garantire che esperienze negative come quella vissuta dai turisti non diventino la norma.