Un anno da ricordare per il Teatro Patologico: la straordinaria avventura di D’Ambrosi

Giada Liguori

Luglio 11, 2025

Il 2023 si sta rivelando un anno di straordinarie conquiste per il Teatro Patologico, una compagnia innovativa fondata da Dario D’Ambrosi, che utilizza la teatroterapia come strumento di cura e integrazione per persone con disabilità psichica. D’Ambrosi ha recentemente ricevuto l’Humanitarian Award al 23esimo Ischia Global Film and Music Festival, un riconoscimento che celebra il suo impegno nel promuovere valori di solidarietà e inclusione sociale. Durante il festival, che ha come tema centrale la lotta contro il bullismo e la prevaricazione, D’Ambrosi ha condiviso la sua visione per il futuro della teatroterapia e il suo impatto positivo sulla vita di molte famiglie.

Un anno di riconoscimenti e opportunità

“Questo è un anno straordinario”, ha affermato D’Ambrosi. “Dopo aver ricevuto il premio da Pascal Vicedomini a Capri, Hollywood ha visto un crescendo di riconoscimenti e opportunità. Siamo stati a Sanremo, e ora siamo stati invitati all’Onu, dove chiederemo che la teatroterapia venga ufficialmente riconosciuta come forma di cura. A breve, sarò ascoltato anche all’OMS di Ginevra.” Queste dichiarazioni evidenziano non solo il successo personale di D’Ambrosi, ma anche l’importanza crescente della teatroterapia come approccio terapeutico alternativo, che offre nuove speranze a coloro che vivono con disabilità psichica.

Progetti teatrali e cinematografici

Il Teatro Patologico ha anche in programma un’importante performance a Broadway, dove quindici ragazzi presenteranno “La Commedia Divina da Dante”, un’opera che mescola la grande letteratura italiana con l’arte performativa. Oltre a questo, la compagnia si distingue per essere la prima al mondo ad aver aperto una stagione lirica all’Opera di Roma, con “Simon Boccanegra”. “Nessuna compagnia di teatro, anche non specializzata in disabilità, fa ciò che facciamo noi!” ha sottolineato D’Ambrosi, evidenziando l’unicità e l’innovazione del suo approccio artistico.

In parallelo ai progetti teatrali, il Teatro Patologico è attualmente in fase di montaggio di un nuovo film intitolato “Il principe della folia”. Questo progetto cinematografico vede la partecipazione di attori noti come Andrea Roncato e Alessandro Haber, e promette di essere un’opera di grande impatto emotivo. D’Ambrosi ha anche condiviso la sua gioia per i complimenti ricevuti dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in seguito alla rappresentazione di uno spettacolo ad Atene, un segno della crescente attenzione e apprezzamento per il lavoro della compagnia.

Un messaggio sociale forte

Il contributo di D’Ambrosi e del Teatro Patologico va oltre il semplice intrattenimento; si tratta di un forte messaggio sociale che sottolinea l’importanza dell’inclusione e della valorizzazione delle diversità. La teatroterapia, come indicato da D’Ambrosi, ha il potenziale di trasformare la vita di molte persone, offrendo loro non solo un mezzo di espressione, ma anche un’opportunità per integrarsi nella società e per affrontare le sfide quotidiane con maggiore resilienza.

In un contesto in cui le problematiche legate alla salute mentale stanno diventando sempre più prevalenti, iniziative come quelle del Teatro Patologico sono fondamentali. Offrendo un’alternativa alle tradizionali forme di terapia, il teatro diventa un luogo di incontro, di crescita e di scoperta, aiutando le persone a superare le proprie paure e a costruire relazioni significative.

La visione di D’Ambrosi e del suo team è chiara: portare la teatroterapia a un livello di riconoscimento internazionale. L’invito all’OMS rappresenta un passo cruciale in questo percorso, e la speranza è che la comunità globale possa abbracciare questa forma innovativa di cura e supporto. Con i suoi progetti, il Teatro Patologico si propone non solo di intrattenere, ma di educare e sensibilizzare, creando un ponte tra l’arte e la salute mentale.

Questo anno straordinario non segna solo un traguardo per D’Ambrosi e il suo Teatro Patologico, ma rappresenta un’opportunità per riflettere sull’importanza dell’arte come strumento di cambiamento sociale. Con la giusta visibilità e il supporto, la teatroterapia potrebbe diventare una pratica riconosciuta e adottata in tutto il mondo, portando benefici a innumerevoli individui e famiglie.