Fabrizio Corona condannato: risarcimento di 40mila euro alla giudice per minacce sui social

Matteo Rigamonti

Luglio 12, 2025

Fabrizio Corona, noto ex re dei paparazzi, torna a far parlare di sé non solo per la sua vita turbolenta, ma anche per un recente episodio che lo ha visto protagonista di una condanna per diffamazione nei confronti della giudice Marina Corti. L’incidente è avvenuto su Instagram, dove Corona ha pubblicato un video scioccante in cui si mostrava con braccia e viso insanguinati, urlando contro la magistrata e minacciando gravi conseguenze. Questa azione ha portato a una condanna che lo obbliga a risarcire oltre 40mila euro, cifra che comprende una multa di 36mila euro e ulteriori 7.700 euro per spese legali.

La controversia e la condanna

L’episodio risale all’11 marzo 2021, quando la giudice Corti ha revocato la detenzione domiciliare a Corona, concessa per curarsi da disturbi psichiatrici. La decisione è stata presa in seguito alla violazione di alcune prescrizioni da parte dell’ex paparazzo. Pochi istanti prima della sua cattura, Corona ha deciso di pubblicare un video in cui mostrava le sue ferite, provocate da tagli sulle braccia, come una forma di protesta contro la decisione della magistrata. Le sue parole erano cariche di tensione e disperazione: «Guardalo dottoressa Corti, guardalo il sangue che sprizza. Non hai idea di quello che farò dentro quel carcere». Queste dichiarazioni, accompagnate da immagini inquietanti, hanno scatenato un’ondata di indignazione e preoccupazione.

Reazione e conseguenze

Dopo la sua cattura, Corona ha reagito in modo aggressivo, sfondando il vetro dell’autoambulanza che doveva portarlo all’ospedale Niguarda per ricevere le cure necessarie. Questo comportamento ha messo in evidenza non solo il suo stato mentale precario, ma anche la sua incapacità di gestire le conseguenze delle sue azioni. La situazione si è ulteriormente complicata quando, qualche mese dopo, il Tribunale di sorveglianza ha annullato la decisione della giudice Corti, giudicandola «difettosa» in motivazione. Questo ha dato a Corona l’opportunità di attaccare nuovamente la magistrata, accusandola di aver «scritto il falso su atti di giustizia».

Riflessioni finali

La sentenza del giudice Alfredo De Leonardis è stata chiara: le accuse di Corona nei confronti della Corti sono state definite «gravissime» e non supportate da alcun elemento di prova. La magistrata è stata descritta come una figura che esercita le proprie funzioni con imparzialità e diligenza, contrariamente alle affermazioni di Corona, che l’ha dipinta come un magistrato accanito contro di lui. La difesa del diritto di espressione, invocata con insistenza da Corona, è stata respinta dal giudice, che ha evidenziato che le sue affermazioni non erano critiche legittime, ma piuttosto attacchi diffamatori mirati ad attirare l’attenzione dei follower sui social.

Il caso di Fabrizio Corona non è solo un episodio isolato nella sua vita, ma rappresenta un esempio di come le piattaforme social possano essere utilizzate in modi distruttivi. La sua ricerca di notorietà e attenzione ha superato il confine della legalità, portandolo a compiere atti estremi e pericolosi. La reazione del pubblico è stata mista: alcuni hanno condannato il suo comportamento, mentre altri lo vedono come una vittima di un sistema giudiziario che non lo ha compreso.

In un contesto più ampio, la vicenda di Corona solleva interrogativi importanti sulla salute mentale, sull’uso dei social media e sull’interazione tra celebrità e giustizia. La sua storia è un ammonimento su come la ricerca di visibilità possa portare a conseguenze drammatiche e come la responsabilità individuale debba essere sempre tenuta in considerazione, anche in un mondo dominato dai social media.

Inoltre, la sentenza impone a Corona di pubblicare il testo della condanna su quattro quotidiani, un’azione che non solo serve a riparare il danno causato alla giudice Corti, ma è anche un monito per chiunque pensi di poter utilizzare i social media come un palcoscenico per le proprie vendette personali. Le azioni hanno conseguenze, e nel caso di Fabrizio Corona, queste conseguenze sono state pesanti e durature.