Garlasco: il mistero del tampone orale di Chiara Poggi e le tracce di tre persone nel villino

Matteo Rigamonti

Luglio 12, 2025

Il caso di Chiara Poggi, assassinata il 13 agosto 2007 nella sua abitazione di Garlasco, continua a suscitare intense discussioni, specialmente in seguito alle recenti scoperte relative al Dna rinvenuto sulla vittima. Le nuove analisi condotte dalla genetista Denise Albani suggeriscono che il Dna di un uomo ignoto trovato nel tampone orale di Chiara potrebbe derivare da una contaminazione, rivelando la presenza di almeno tre persone nel villino al momento del delitto.

Le nuove scoperte sul Dna

Le indagini hanno identificato un profilo genetico maschile, il cui cromosoma Y corrisponde all’aplotipo di Ernesto Gabriele Ferrari, assistente del medico legale. Questo ha sollevato interrogativi sulla possibilità che il Dna rinvenuto nella bocca di Chiara non appartenga al suo assassino, ma sia piuttosto il risultato di contaminazione durante la raccolta delle prove. Inoltre, è stato isolato il sangue di Marco Poggi, padre della vittima, trovato su un tappetino del bagno. È importante notare che il pigiama di Chiara, contrassegnato dalla scritta “Joy Fruits”, è stato distrutto senza un’adeguata ricerca di profili genetici e impronte.

La questione della contaminazione

La questione della contaminazione si complica ulteriormente, poiché secondo la sentenza che ha condannato Alberto Stasi, l’assassino avrebbe lasciato quattro tracce di polpastrelli insanguinati. Tuttavia, il corpo della vittima è stato maneggiato in modo grossolano, compromettendo la possibilità di ottenere prove forensi certe.

Il tampone orale di Chiara ha restituito due tracce di Dna Y: una attribuita a contaminazione da parte di un infermiere e l’altra con un profilo quasi completo. Le comparazioni effettuate hanno escluso sia Alberto Stasi che Andrea Sempio, ma non hanno fornito alcun legame tra il Dna trovato sulle unghie di Chiara e le tracce rinvenute su un foglio di acetato.

Le indagini della procura di Pavia

Le indagini condotte dalla procura di Pavia, sotto la direzione del procuratore Fabio Napoleone, stanno esplorando una versione alternativa rispetto a quella stabilita dalla sentenza di condanna. Gli inquirenti ipotizzano che Chiara possa essere stata aggredita in un contesto diverso da quello descritto in aula, suggerendo che la giovane abbia tentato di resistere all’aggressione. In questo scenario, la presenza di Dna nella bocca e sulle labbra di Chiara potrebbe indicare che l’assassino cercasse di zittirla per impedirle di chiedere aiuto.

Il legale di Sempio, Massimo Lovati, ha dichiarato che le nuove tracce non cambiano significativamente la situazione, mentre gli inquirenti continuano a ritenere che Sempio fosse presente sulla scena del crimine e che potesse aver avuto un complice.

Conclusioni sul caso di Chiara Poggi

Il Dna di Ignoto 2 e Ignoto 3, rinvenuto sul tampone orale della vittima, non era mai stato analizzato precedentemente. I pubblici ministeri stanno lavorando a una ricostruzione che contempla la presenza di almeno tre persone nella villa al momento del delitto. Tuttavia, l’avvocato Tizzoni ha espresso scetticismo, definendo tali affermazioni come prive di fondamento.

Un altro elemento cruciale riguarda il pigiama di Chiara, il cui esame con la Crimescope non ha rivelato luminescenze significative. Le fotografie scattate dai carabinieri hanno evidenziato le tracce di quattro polpastrelli insanguinati dell’assassino. Tuttavia, la distruzione del pigiama nel 2022 ha sollevato ulteriori interrogativi.

In conclusione, il caso di Chiara Poggi rimane avvolto nel mistero e nelle incertezze legate alle prove forensi. La questione della contaminazione e le nuove scoperte sul Dna potrebbero rivelarsi determinanti per rivedere l’intera ricostruzione dell’omicidio, contribuendo a fare chiarezza su un delitto che ha profondamente segnato la comunità di Garlasco e l’Italia intera.