Giancarlo Di Vella: il ritorno controverso del prof condannato per violenza sessuale a Bari

Matteo Rigamonti

Luglio 12, 2025

Giancarlo Di Vella, ex direttore della scuola di specialità di medicina legale dell’Università di Torino, è tornato al centro dell’attenzione dopo aver vinto il concorso per professore associato di medicina legale presso l’Università Lum di Bari. Questa notizia ha suscitato un acceso dibattito, considerando il suo passato controverso: Di Vella ha patteggiato una condanna a un anno e undici mesi per violenza sessuale e molestie nei confronti di dodici ex allieve. L’inchiesta, risalente a febbraio 2024, ha messo in luce una serie di comportamenti inappropriati che hanno profondamente colpito le vittime.

le testimonianze delle vittime

Le testimonianze delle ex allieve rivelano un quadro allarmante. Molte di loro hanno descritto episodi di molestie che hanno minato la loro esperienza formativa e il loro benessere psicologico. Nonostante le accuse, Di Vella ha cercato di difendersi, sostenendo che il suo comportamento fosse frutto di un approccio affettuoso e che simili dinamiche relazionali fossero comuni nel Sud Italia. Tuttavia, tali affermazioni non sono riuscite a scagionarlo dalla responsabilità delle sue azioni.

la nomina a bari e le preoccupazioni etiche

Ora, con la sua nomina a Bari, Di Vella si prepara a tornare in aula a settembre, dove avrà l’opportunità di insegnare a una nuova generazione di studenti di medicina. È importante notare che, pur essendo arrivato al primo posto nel concorso, era anche l’unico candidato a presentarsi. Questa circostanza solleva interrogativi sulla trasparenza e sull’integrità del processo di assunzione, specialmente in un contesto accademico che dovrebbe garantire un ambiente sicuro e rispettoso per tutti gli studenti.

L’Università Lum di Bari ha dichiarato di voler contribuire alla formazione di una nuova classe dirigente per il Mezzogiorno, ma la scelta di Di Vella potrebbe mettere in discussione questa missione. Le politiche di assunzione e il rispetto delle norme etiche devono essere al centro delle decisioni accademiche, soprattutto in contesti così delicati come quello della medicina legale.

il contesto accademico e le politiche di tolleranza zero

Di Vella non solo ha patteggiato la sua pena, ma ha anche subito misure interdittive, inclusa la sospensione di pubblici uffici e il divieto di esercitare ruoli direttivi. Inoltre, ha risarcito le sue vittime con somme comprese tra i 15 e i 20 mila euro ciascuna. Questo gesto, sebbene possa sembrare un tentativo di riparazione, non cancella il danno subito dalle sue ex allieve. La sua decisione di dimettersi da ogni incarico prima dell’inizio del processo è stata vista come un tentativo di dimostrare la sua volontà di collaborare con la giustizia.

Durante il processo, la difesa di Di Vella ha cercato di presentarlo come una figura erroneamente interpretata. Il suo legale ha affermato che Di Vella si è reso conto che alcuni dei suoi comportamenti potevano risultare inappropriati, ma ha insistito sul fatto che non vi era mai stata l’intenzione di offendere. Tuttavia, tali argomentazioni sono state accolte con scetticismo da parte dell’opinione pubblica e delle vittime.

La questione dell’educazione e del rispetto nei contesti universitari è di vitale importanza. Le università devono essere luoghi in cui gli studenti possano apprendere in un ambiente sicuro e protetto. La presenza di un docente con un passato simile potrebbe influenzare negativamente la percezione di sicurezza degli studenti, in particolare delle donne. La scelta di riassumere un individuo con una condanna per violenza sessuale solleva interrogativi sulla cultura del silenzio e sulla mancanza di accountability che spesso pervade le istituzioni accademiche.

In un contesto in cui molte università stanno adottando politiche più severe contro le molestie e la violenza di genere, la decisione dell’Università Lum di Bari di accettare Di Vella sembra contraddire questi sforzi. È fondamentale che le istituzioni educative riconoscano l’importanza di creare un ambiente di apprendimento in cui ogni studente possa sentirsi rispettato e valorizzato. La situazione di Giancarlo Di Vella rappresenta un caso emblematico di come il sistema educativo debba affrontare le problematiche legate alla violenza di genere e alle molestie.

In conclusione, la questione del ritorno in aula di Di Vella non è solo una questione personale, ma un tema che solleva interrogativi più ampi sulla cultura e le politiche delle università in Italia. La società e le istituzioni devono riflettere su come garantire un ambiente di apprendimento sicuro e rispettoso, ponendo al centro la dignità e il benessere di tutti gli studenti.