La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, riconosciuta come uno dei festival di cinema più prestigiosi al mondo, si prepara a brillare nuovamente con il restauro del film “Il magnifico cornuto”. Diretto da Antonio Pietrangeli nel 1964, questo progetto, realizzato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con Compass Film, offre una nuova opportunità per scoprire e apprezzare un’opera che ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema italiano. Non solo per la sua trama avvincente, ma anche per il suo impatto culturale e sociale, il film merita di essere rivisitato.
Un’opera ispirata alla tradizione teatrale
“Il magnifico cornuto” trae ispirazione dal testo teatrale “Le cocu magnifique” del drammaturgo belga Fernand Crommelynck, scritto nel 1921. Pietrangeli, tuttavia, decide di trasporre l’azione dalle Fiandre alla provincia italiana di Brescia, creando un contesto che riflette le tensioni di una società in evoluzione. La borghesia emergente, frutto della recente industrializzazione, viene messa in discussione attraverso le insicurezze e le contraddizioni di un’epoca che si confronta con la modernità, pur mantenendo legami con modelli arcaici.
Il protagonista, interpretato da Ugo Tognazzi, è un ricco fabbricante di cappelli che vive il tormento della gelosia nei confronti della moglie, Claudia Cardinale. La sua convinzione che la moglie non possa essergli fedele diventa il fulcro della narrazione, evidenziando le fragilità delle relazioni umane e le paure che le accompagnano. Questa dinamica offre uno spaccato della vita di coppia dell’epoca, mettendo in luce un tema universale.
Il significato del titolo e le sfide sociali
Il titolo stesso, con la parola “cornuto”, rivela la complessità della pellicola, non solo per il suo significato diretto di tradimento, ma anche per il suo potere evocativo. Durante la produzione, la scelta di questo termine ha comportato notevoli sfide, come dimostrano alcuni aneddoti storici. Ecco alcuni esempi:
- Alcune location sono state cancellate per evitare danni d’immagine.
- I tassisti si sono rifiutati di pubblicizzare il film sulle loro auto.
Questi episodi evidenziano come la società italiana degli anni ’60 fosse ancora profondamente influenzata da tabù e convenzioni sociali riguardanti la sessualità e la fedeltà coniugale. Salvo Randone, che nel film interpreta un ruolo significativo, ha commentato l’atteggiamento dell’Italia nei confronti di temi delicati, affermando: “L’Italia ha paura delle parole semplici, inequivocabili”. Questa affermazione sottolinea non solo l’argomento del film, ma anche il clima culturale del periodo.
La rilevanza del restauro e la Mostra di Venezia
Antonio Pietrangeli, regista di talento, ha saputo mescolare con abilità ironia e dramma, creando un’opera che si distingue per il suo approccio critico nei confronti della società italiana. “Il magnifico cornuto” può essere visto come un’analisi della vita borghese, con tutte le sue contraddizioni e fragilità. La Mostra di Venezia, che si svolgerà dal 27 agosto al 6 settembre, non è solo un’occasione per rivedere un grande film del passato, ma anche un momento per riflettere su come il cinema possa fungere da specchio della società.
Il restauro di questo film non si limita alla sua bellezza visiva, ma si estende anche alla sua capacità di stimolare conversazioni significative su temi attuali. In un’epoca in cui molte delle questioni sollevate da Pietrangeli continuano a essere rilevanti, il ritorno di “Il magnifico cornuto” offre l’opportunità di riconsiderare sia il passato che il presente. La rielaborazione di un’opera così provocatoria invita a una riflessione profonda su ciò che significa essere “cornuti” in una società che continua a confrontarsi con le sue insicurezze.
In un panorama cinematografico sempre più diversificato e aperto a nuove narrazioni, “Il magnifico cornuto” si erge come un classico che non smette di avere qualcosa da dire. La sua presenza alla Mostra di Venezia rappresenta un momento di celebrazione per il cinema italiano, un invito a guardare indietro per comprendere meglio il presente e il futuro delle relazioni umane.